L'11 settembre 2001 è cominciata la guerra tra buoni e cattivi, cioè tra la sudditanza americanista e il resto del mondo, guidato dall'islam.
L'islam, in quel giorno, mette a segno un gran colpo, aggirando in modo improvviso e plateale tutti i sistemi di sicurezza della maggior potenza militare del mondo, come neanche nei film di guerra più avventurosi.
I perfidi Rambo musulmani distruggono le Torri Gemelle ed il WTC7: tre grattacieli con soli due aerei (dunque anche Maometto sa ottimizzare le risorse).
Gli aerei erano guidati da terroristi bravissimi: infatti, pilotare quegli aerei - per di più in quel modo acrobatico e complesso - normalmente richiede migliaia di ore di volo di esperienza e almeno sei mesi di training intensivo (oppure un sistema di teleguida a terra, che l'industria bellica USA pubblicizzava in pompa magna appena sei mesi prima degli attentati).
I terroristi piloti invece si erano esercitati solo in una scuoletta di volo domenicale, senza però riuscire a prendere neppure un diplomino per un aereo biposto ad elica.
Per puro caso, le Twin Towers erano state assicurate contro gli attentati, pochi mesi prima, con un premio di diversi miliardi di dollari, che da solo sarebbe più che sufficiente a ricostruirle.
Per un altro puro caso, nel 2000 le Twin Towers erano state proposte per la demolizione a causa dei costi proibitivi per il rifacimento dei 130 ascensori di ciascun grattacielo e per lo smaltimento di tutto l'amianto (che era ancora legale al momento dell'edificazione delle torri).
Molti altri "puro caso" esistono, per esempio il ritrovamento, ai piedi delle torri gemelle, del passaporto intatto di uno dei terroristi (che ha resistito ad esplosioni, impatti, fuoco e fiamme): grazie a quello, si è stabilito con certezza la dinamica dell'intero attentato in meno di tre giorni.
Oppure la sorprendente inutilità delle "scatole nere": caso unico nella storia degli incidenti aeronautici, 6 delle 8 "scatole nere" sono scomparse nel nulla, le altre 2 sono state ritrovate ma risultano mute.
Ma il prodigio maggiore è stato il crollo perfettamente verticale delle Twin Towers. Colpite lateralmente, cadono verticalmente, con lo stesso effetto di una demolizione controllata: un caso unico nell'intera storia dell'ingegneria edile.
In quello stesso 11 settembre 2001 l'islam ha messo a segno un altro colpo: il Pentagono.
L'aereo che doveva colpire il Pentagono effettua una manovra impossibile a bassa quota: anziché scendere normalmente e colpire il prima possibile (dove c'erano gli uffici degli alti esponenti del governo USA), fa una lunghissima e stranissima virata di oltre tre quarti di giro, in modo da arrivare a colpire perfettamente l'unica ala inutilizzata del Pentagono, che in quel momento era in ristrutturazione.
L'aereo islamico che colpisce il Pentagono, benché largo parecchie decine di metri, lascia un buco di pochissimi metri di diametro, lascia le finestre circostanti annerite ma coi vetri intatti, e non lascia nessun segno a terra: nel prato, pulito e ordinato, verrà ritrovato solo mezzo metro di lamiera strappata, senza segni di bruciature e con la rivettatura (la fila di bulloni) disposta verticalmente anziché orizzontalmente come nell'aereo vero.
Uno dei suoi motori a turbina, normalmente di un paio di metri abbondanti di diametro, viene ritrovato alquanto rimpicciolito (mezzo metro), come se appartenesse a ben altro tipo di velivolo. In compenso gli altri motori e le decine e decine di metri cubi di carburante e tutto il resto dell'aereo e dei suoi occupanti, si dissolvono istantaneamente nel nulla.
Ma l'islam aveva in serbo un quarto aereo, da mandare sulla Casa Bianca. Ce ne parla, in modo particolarmente "veritiero", il film che racconta dell'eroica fine degli eroici passeggeri che telefonano a casa per dire che abbatteranno l'aereo.
Il quarto aereo, infatti, precipita in un campo di fronte ad un boschetto, lasciando sul terreno solo una bruciatura di un paio di metri scarsi di diametro. La recinzione delle forze dell'ordine racchiude l'area colpita entro un raggio di una ventina di metri (contro i settanta metri e passa delle dimensioni dell'intero aereo).
Grazie alla televisione ed ai giornali, abbiamo subito saputo chi erano i terroristi, e abbiamo subito saputo che un miliardo di maomettani non vedono l'ora di fare altrettanto.
La guerra al terrorismo non conosce confini, specialmente televisivi.
Oggi il "nemico del popolo" è il terrorista qualificato come tale dalla TV e dai giornali.
Noi non crediamo al vergognoso "complottismo", che pretende di dirci che la "verità ufficiale" generosamente ammannitaci dai potenti della Terra non sarebbe la verità.
Noi siamo astuti, a noi non la si fa. Noi ci informiamo, leggendo attentamente i giornali, seguendo religiosamente i notiziari televisivi. Noi applichiamo il motto
Roma locuta, causa finita, chiamando "Roma" la narrativa ufficiale, e disprezzando come "complottisti" i non credenti nella narrativa ufficiale.
Noi prestiamo particolare attenzione ai videomessaggi, alle lettere, ai messaggi audio dell'infinita schiera di luogotenenti del rinomato Osama Bin Laden, che dopo l'11 settembre 2001 è diventato un eccellente produttore e distributore di videoclip.
Noi sappiamo che televisione e giornali non ci mentono mai, e che la politica non ci mente mai, nemmeno quando sono in gioco interessi grandissimi, tranne quando si tratta delle piccole beghe tra provincialotti.
Infatti, in questa "guerra di percezione" cominciata l'11 settembre 2001, chi non crede alla verità ufficiale dev'essere per forza un fiancheggiatore dei terroristi, un ideologico sostenitore del
comunislam, un complottista, un cretino.
Nel frattempo gli anni passano, la memoria si affievolisce, i "complottisti" si annoiano a ripetere le stesse cose, e i libri di storia possono celebrare l'anniversario del Famoso Colpaccio dei 19 Beduini contro la Libertà e la Pace.
Qualche nota a margine sugli attentati terroristici dell'11 settembre 2001, per evitare che quel giorno resti la fiaba dogmatica-sentimentale dei nostri anni.
(1) Qualcuno sapeva. Anzi, molti sapevano.
11 luglio 2001, due mesi prima degli attentati: funzionari dei servizi segreti USA avvisano i servizi segreti russi di un attacco USA contro l'Afghanistan, pianificato per l'ottobre successivo.
6 agosto 2001: l'ambasciatore tedesco in USA avvisa Bush che i servizi segreti tedeschi, intercettando comunicazioni di ambasciatori israeliani, hanno saputo di un grosso attacco previsto per il 10-11 settembre successivo. Bush risponde che era già al corrente degli imminenti attacchi.
12 agosto 2001, un mese prima degli attentati: un tenente della Marina USA, in carcere in Canada per frode, consegna una busta sigillata alle autorità carcerarie con l'incarico di aprirla il 14 settembre 2001. La busta viene protocollata. Quando verrà aperta il 14 settembre, vi si leggerà una precisa profezia: "charged World Trade Center with planes" ("è stato attaccato il WTC utilizzando aerei").
20 agosto 2001: Putin ordina ai servizi segreti russi di avvertire i servizi USA "nei termini più forti possibili" di imminenti attacchi ad aeroporti ed edifici pubblici.
fine agosto 2001: la ZIM, società di trasporti israeliana (il 50% è proprietà del governo israeliano) con sede nelle Torri Gemelle, trasloca in un'altra città. Il giornale israeliano Jerusalem Post, il 13 settembre, titolerà "i lavoratori della ZIM salvati dalla riduzione dei costi": in realtà il trasloco era stato improvviso e sprecone, visto che la ZIM a suo tempo aveva pagato anticipatamente l'affitto fino a tutto dicembre 2001. Si spargerà anche la voce (mai verificata) che migliaia di ebrei che lavoravano nelle Torri Gemelle si erano messi in ferie proprio quel giorno, salvando la vita.
6-7 settembre 2001: alcuni speculatori di borsa scommettono al ribasso sul valore delle azioni della American Airlines e della United Airlines, le compagnie aeree che vedranno i loro aerei dirottati e lanciati alla distruzione.
11 settembre 2001: all'alba, alcuni addetti della Odigo USA, un'azienda specializzata in messaggistica Internet, ricevono un breve messaggio da loro amici in Israele che li avvisa dell'attacco imminente.
Insomma, qualcuno "sapeva", anzi, molti "sapevano". Ma queste notizie, comparse nei giornali a settembre-ottobre 2001, sono poi state dimenticate. Nessuna indagine. Nessuna inchiesta. Nessuno ricorda più.
Chi chiede indagini su queste cose, anzi, chi semplicemente ricorda queste cose, viene etichettato spregiativamente "complottista".
(2) George Bush non voleva saperne niente.
La mattina dell'11 settembre 2001 George Bush era in visita ad una scuola elementare.
Continua a parlare di allegre caprette ai bambini della scuola, mentre gli attacchi terroristici erano in corso. Nella trasmissione in diretta TV si vede il suo capo-staff sussurrargli qualcosa all'orecchio poco dopo le nove (quando il secondo aereo si è schiantato sulla seconda Torre). Bush non dice niente, e continua a parlare di caprette (eppure, con attentati del genere, c'era da pensare che il prossimo bersaglio potesse essere proprio lui).
Solo mezz'ora dopo il secondo attentato alle Torri Gemelle, cioè alle 9:30, Bush fa la sua prima dichiarazione: "ha avuto luogo un'aggressione terroristica all'America".
(3) Le procedure mancate.
In campo aeronautico la sicurezza ha un che di paranoico perché i cieli sono alquanto affollati (si veda per esempio
FlightRadar24). Tutto ciò che vola è soggetto a leggi ferree, che diventano sempre più rigorose col passare degli anni: un sistema pressoché a prova di errore.
Per esempio, se nel volare su territorio americano un aereo devia dalla rotta prefissata, si attivano tutte le procedure di emergenza (in volo e a terra). Se per tre-quattro minuti l'aereo non risponde alla Torre di Controllo a terra, si allerta l'Air Force, che ha dei caccia sempre pronti al decollo 24 ore su 24, che intercettano l'aereo "fuori rotta" con l'ordine di abbatterlo se non rientra subito in rotta: si tratta di procedure standard, non c'è bisogno di chiamare al telefono il presidente.
Non è raro un caso del genere. Era già successo nel 1999. Alle 9:33 del mattino un pilota di aereo privato (il solo occupante dell'aereo) va fuori rotta, la Torre di Controllo lo richiama, nessuna risposta. Alle 9:38 decollano due caccia F-16 dall'aeroporto più vicino, e alle 9:45 gli sono a fianco, a dodicimila metri di quota. È la procedura. Ed è successo di nuovo a giugno 2005, per un falso allarme dirottamento di un volo Londra-New York, prontamente affiancato da due caccia F-18.
Le procedure sono tanto più rigorose quanto più è grosso l'aereo fuori rotta.
L'11 settembre le procedure sono state disattese o hanno avuto ritardi fatali.
Nessuno si insospettisce del fatto che la mattina dell'11 settembre il "volo 11" devii di rotta di oltre novanta gradi e non risponda alla Torre di Controllo per oltre diciotto minuti. Solo dopo diciotto minuti vengono allertati i militari. Per di più, allertati nella base più lontana, non quella più vicina. E il primo caccia decollerà solo quando il disastro è già avvenuto sulla prima delle due Torri Gemelle, e arriverà in loco solo parecchi minuti dopo che il secondo aereo ha colpito la seconda Torre.
Nota: gli aerei che hanno colpito le Torri Gemelle volavano a una velocità tale (oltre 450 km/h: cioè oltre 125 metri al secondo) che un errore minimo sarebbe bastato all'aereo per mancare l'obiettivo di parecchie decine di metri.
(4) Non solo le Torri Gemelle: anche la Casa Bianca.
Il "volo 93" risulta ufficialmente dirottato alle 9:16, circa un quarto d'ora dopo che le Torri gemelle sono state colpite.
Si sfracellerà al suolo nelle campagne, cinquanta minuti dopo che a terra si sapeva del dirottamento; solo dieci minuti dopo arriveranno finalmente i caccia supersonici sul posto.
Nonostante l'allarme, e nonostante ci fosse tutto il tempo, la Casa Bianca non è stata fatta evacuare. E sul posto, nel prato, resta solo un buco bruciacchiato di quattro o cinque metri di larghezza. E attorno al buco l'erba è ancora verde, non è bruciacchiata (nonostante l'aereo avesse in teoria almeno ventimila litri di carburante a bordo).
La storia degli "eroi" che combattono i "dirottatori" fino a far precipitare il proprio aereo verrà confezionata originariamente dalla rivista di moda "Vanity Fair", poi ripresa da altri giornali, e infine diverrà anche un film.
(5) Non solo le Torri Gemelle: anche il Pentagono.
Il "volo 77", decollato da Washington, compie alle 8:46 un'inversione (virata di 180 gradi) e punta di nuovo su Washington. Alle 9:00 il transponder viene spento. Solo venti minuti dopo vengono allertati i militari, e solo sette minuti dopo ci sarà l'ordine di decollo per i caccia per intercettarlo, ma sarà troppo tardi.
Arrivato nei pressi del Pentagono, ciò che viene chiamato "volo 77" compie una manovra arditissima (scende con un percorso a spirale), vola rasoterra (senza alcun disturbo da vortici e turbolenze) e colpisce frontalmente l'unica ala del Pentagono dove non c'era personale governativo.
Lascia un buco di 3-4 metri di diametro, e praticamente scompare nel nulla (non si trovano i resti dei corpi, dei sedili, dei motori di due metri di diametro -cinque tonnellate ognuno-, delle ali), ad eccezione del "naso" dell'aereo che attraversa tre ali del Pentagono (abbattendo nel frattempo un centinaio di colonne di cemento armato). Venti delle ventisei finestre dell'ala restano coi vetri intatti.
Se invece di fare all'ultimo momento il virtuosismo tipicamente militare della manovra "a spirale" fosse sceso normalmente, avrebbe colpito dai tetti l'ala del Pentagono dove c'erano tutti i principali membri del governo e della sicurezza USA.
(6) Le cosiddette indagini.
I servizi segreti USA (cioè FBI e CIA: i migliori servizi segreti del mondo) negano di aver mai avuto minimo sentore di quel che sarebbe successo l'11 settembre.
Due giorni dopo l'11 settembre l'FBI pubblica la lista dei 19 terroristi dirottatori, le loro biografie, i loro spostamenti in USA, le scuole di volo nelle quali si erano addestrati a pilotare aerei.
Scuole di volo private domenicali, dove non si impara certo a pilotare un jet da cento tonnellate, nelle quali tutti i giornalisti che vi si sono fiondati a intervistare scoprono che i terroristi non erano stati capaci di far volare correttamente neppure un piccolo biplano a elica.
In compenso i terroristi hanno seminato tracce dappertutto, bevendo alcolici in un locale di spogliarelli, bestemmiando, lasciando una copia del Corano nel locale, nel baule dell'auto, dei manuali di volo in arabo nell'auto che avevano noleggiato con carta di credito: come se volessero farsi notare a tutti i costi.
Nessuno tenterà di indagare seriamente sulla società ICTS, con sede in Olanda ma posseduta da israeliani (e quasi tutto il personale è israeliano), società a cui è appaltata la sicurezza degli aeroporti di Boston (da dove erano decollati gli aerei dirottati).
(7) Il caso "antrace".
Nei primi giorni di ottobre 2001 cinque buste contenenti spore di antrace vengono recapitate a membri dell'opposizione del congresso USA.
Immediatamente viene accusato Saddam Hussein di produrre antrace e di usarlo contro gli USA. Nessuno si preoccupa di spiegare come mai l'antrace venga recapitato ad alcuni parlamentari dell'opposizione. Che senso ha? Sarebbe come se durante il governo Berlusconi, Saddam avesse mandato antrace a un paio di deputati rifondaroli.
A causa delle lettere all'antrace, il Congresso viene chiuso per diversi giorni nei quali Bush emana una serie di leggi di emergenza, fra cui il
Patriot Act sulla riduzione delle libertà civili, passandolo senza votazioni e senza discussioni. In nome della "lotta al terrorismo" sono previste incarcerazioni senza accusa, intercettazioni senza limite, riduzione dei diritti individuali, etc. Dopo vari rinnovi, resterà in vigore almeno fino al 2019.
A dicembre 2001 salterà fuori sui giornali e in TV che l'antrace in questione era troppo complesso per essere sintetizzato da Saddam, e che poteva essere stato prodotto solo dai laboratori militari USA (alla faccia delle firme sui trattati contro le guerre batteriologiche). E il caso "antrace" sparirà automaticamente dai media e dalla memoria collettiva.
(8) Gli israeliani danzanti.
L'11 settembre 2001 cinque uomini osservavano dal tetto di un edificio le Torri Gemelle in fiamme, e ballando e festeggiando si filmavano e fotografavano facendo il segno "V" con le dita.
Una cameriera li vede, li segnala alla polizia, vengono arrestati. Sono cinque cittadini israeliani, tutti con il visto di entrata in USA scaduto.
Vengono brevemente interrogati (non diranno nient'altro che: "non siamo noi il vostro problema: gli arabi sono il vostro problema") e poi subito espulsi dagli USA per "visto scaduto", nonostante sia appurato che alcuni di loro erano ex membri del Mossad (servizi segreti israeliani).
In pochi mesi verranno espulse oltre centoventi "spie israeliane", anche se le notizie in merito non arriveranno sui giornali italiani.
(9) Speculatori sulla morte.
Anonimi speculatori scommettono in borsa sul ribasso delle compagnie aeree colpite, ma anche sulle compagnie assicurative.
Già all'epoca era attivo un servizio informatico (disponibile alla polizia USA) per conoscere ogni più piccolo movimento finanziario di chiunque abbia a che fare con la Borsa. Ma nonostante i prevedibili risultati clamorosi, nessuna indagine ha toccato l'argomento, nessuno speculatore è stato mai arrestato.
Ad aprile 2001 due finanzieri ebrei avevano stipulato un contratto di affitto per 99 anni il World Trade Center (prendendone possesso a fine luglio), con una enorme polizza assicurativa contro gli attentati terroristici, che ovviamente ha ripagato ampiamente l'investimento fatto (si trattava di pagare 115 milioni di dollari l'anno di affitto, mentre il risarcimento per gli attentati è stato poco sopra i sette miliardi di dollari; il caso è famoso perché l'investitore israeloamericano era riuscito per breve tempo a farsi riconoscere le due Torri come colpite da due attentati diversi, raddoppiando perciò il premio).
E dire che ad aprile 2001 non doveva sembrare un affarone, visto che c'erano da sostituire tutti gli ascensori (centotrenta per ognuna delle due Torri Gemelle) e da togliere qualche migliaio di tonnellate di amianto (operazione costosissima, per la quale l'ultimo bando di gara era stato inutilmente emesso nell'ottobre 2000). La distruzione delle Torri ha liberato nell'aria migliaia di tonnellate di amianto polverizzato, ma nessuno verrà indagato perché "la colpa è dei terroristi".
(10) Atti di autoaggressione degli USA: qualche precedente storico.
1898: la corazzata americana Maine esplode e cola a picco nel porto dell'Avana; muoiono 266 marinai. Washington accusa le autorità spagnole (Cuba apparteneva allora alla Spagna), seguì la breve guerra in cui gli USA strapparono alla spagna Cuba e le Filippine. Molti decenni più tardi si appurerà che erano stati gli americani stessi a provocare l'incidente.
1915: il transatlantico Lusitania viene silurato da un sommergibile tedesco: 1198 morti, tra cui 138 americani. Pertanto gli USA entrano nella prima guerra mondiale. Molti storici affermano che il Lusitania è stato deliberatamente esposto dagli inglesi ai siluri tedeschi per trascinare gli USA in guerra.
1940: il presidente USA Roosevelt decreta l'embargo petrolifero globale contro il Giappone; il Giappone si offre perciò di uscire dall'Asse (perché ha riserve petrolifere molto limitate), ma l'embargo non viene tolto e vengono addirittura congelati i beni giapponesi in USA: segue perciò nel 1941 l'attacco di Pearl Harbor (4500 tra morti e feriti), e dunque gli USA entrano in guerra. È ormai accertato che Roosevelt spostò la flotta nel Pacifico (anziché nelle basi sulla costa USA o alle Hawaii) allo scopo di provocare i giapponesi all'attacco.
1962: i vertici della Difesa USA studiano strategie per fabbricare prove contro Cuba per avere un pretesto per invaderla (dopo il fallito tentativo della Baia dei Porci). L'ipotesi più gettonata è far volare un "aereo duplicato, con passeggeri selezionati, imbarcati sotto nomi falsi" da distruggere a distanza per poi addossare la colpa a Cuba: Kennedy si rifiutò. Pochi mesi dopo venne assassinato in circostanze tuttora non chiare.
2000-2001: nel settembre 2000 il PNAC (Project for a New American Century), istituto strategico dei politici neocon americani, si augurava "un evento catastrofico e catalizzatore, una nuova Pearl Harbour", per attivare una nuova politica interna ed estera dal carattere più aggressivo, risvegliando l'apparato militare e le lobby petrolifere. Creare cioè un nemico inacchiappabile (come nei cartoni animati) in modo da poter muovere guerra ovunque nel mondo, per proteggere o promuovere gli interessi di determinate lobby: basta che i media vi additino la presenza di "terroristi", basta far saltare qualche bomba di tanto in tanto nei posti giusti, e i mass-media completeranno l'opera.
Quanto riportato in questa pagina non è frutto di ipotesi: sono notizie comparse sui giornali e in TV (per lo più da fonti ufficiali e non sospettabili di "complottismo").
Solo che nella pioggia martellante quotidiana di notizie, ci siamo assuefatti, e dimentichiamo stasera quel che abbiamo sentito stamattina, a meno che la TV non ce lo riproponga in modo martellante.
Se chiedete a qualcuno "cos'è l'11 settembre?" vi risponderà che dei "terroristi islamici" hanno abbattuto le Torri Gemelle. Di tutto il resto (Pentagono, WTC7, antrace, etc) nulla. L'icona sacra delle Torri in fiamme è ormai acquisita alle credenze popolari intoccabili (pena l'essere dichiarati "cospirazionisti"), un vero dogma di fede, i cui talebani più infoiati amano fregiarsi dell'etichetta di
debunkers.
Per informazioni, fonti e foto, consiglio il sito web:
http://xoomer.virgilio.it/911_subito/immagini_eloquenti.htm