Esattamente due anni fa, domenica
23 febbraio 2020, la curia milanese, «in ragione dell'ordinanza emanata dal presidente della Regione Lombardia, Attilio Fontana, di concerto con il Ministro della salute, Roberto Speranza», per intervento del vicario generale della diocesi ambrosiana, Franco Agnesi, si disponeva la chiusura delle chiese e la sospensione delle sante Messe, indicando ai fedeli che la Messa poteva essere seguita sul portale internet della diocesi oppure in TV.
Il giorno dopo arriva il contrordine, le chiese restano aperte (cfr. copia archivio) ma le Messe seguitevele in TV o su internet.
Un paio di giorni dopo la grida manzoniana viene ulteriormente ritoccata, esigendo anche la chiusura totale degli oratori (non solo la sospensione delle attività), cfr. portale della curia.
Dunque, in quel fatidico 23 febbraio 2020, abbiamo appreso che per la neochiesa conciliare:
- la Santa Messa è solo una rappresentazione teatrale fruibile in TV o su Internet
- lo smart-praying non abbisogna di Transustanziazione né del Sacramento
- a differenza che nelle epidemie/pandemie degli scorsi millenni, se dei prominenti laici proclamano emergenza sanitaria la Chiesa cessa la sua funzione pubblica.
Nota tecnico-informatica: così come per le partite di calcio e tutti gli altri spettacoli, nulla garantisce che una smart-liturgy in TV o in streaming internet sia effettivamente "in diretta" anziché la riproduzione di una registrazione, magari anche con post-processing (esempio: cambio inquadratura e taglio degli 1,4 secondi di video/audio in cui il celebrante starnutiva).
Promemoria sul Nuovo Credo della neochiesa conciliare che cultualizza l'ideologia globalista:
https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2022/02/senza-lappoggio-martellante-di.html