È facile - e persino giusto - condannare violenze e attentati, dichiarare che non dobbiamo farci impaurire, invocare il Signore e ricordarci di essere in rapporto con l'Infinito, ecc... Ma è ancora più facile cadere nella sterile ripetizione del
dogma-mantra degli
«attentati islamici», come se oggi ogni bomba, ogni pallottola, ogni coltellata, fossero automaticamente addebitabili all'islam (ne ho ironizzato ieri prendendo alcune
notizie di giornata da Il Mattino).
È tutto un circolo vizioso: la paura degli attentati islamici, figlia della paura dell'invasione islamica, figlia della paura di mettere al mondo figli, figlia della mancanza di speranza e di fede.
Ai cattolici televisionati manca un po' di sano disincanto sulle vicende mondane.
Per questo i cattolici oggi vivono con la terribile ossessione del
«di cosa dobbiamo preoccuparci oggi?» ereditata da decenni di pancia piena e di titoli di telegiornale.
Per cui chi considera quell'attentato meno significativo di una processione di riparazione al gay pride viene considerato un eccentrico, un fissato, un "ideologico", proprio dalle stesse persone che si sdegnano quando il non certo encomiabile Bergoglio adopera le stesse etichette dispregiative nei confronti di qualche categoria di cattolici.
A distanza di tanto tempo, è storicamente confermato che la Maddox, Pearl Harbour, il Lusitania, la Maine (tanto per citare i più famosi), furono vittime sacrificali offerte a qualcuno che certa propaganda aveva deciso di promuovere a "il nemico crudele che ci aggredisce".
Tanti -troppi!-, anche cattolici, per carenza di disincanto hanno rapidamente abboccato all'esca del momento (come quella delle vittime gemelle sacrificate nel 2001), illudendosi che la professione di fede implichi il dover dire qualcosa sulle mode del momento, cioè sul "dibattito" del momento, cioè sugli slogan profusamente distribuiti dai media che compongono tale "dibattito".
Il cattolicume imborghesito è prontissimo a far cagnara sugli attentati più o meno "islamici"
(«bof, chi sei tu per dubitare delle Sacre Notizie degli Infallibili Telegiornali?»), ormai indifferente a cose come la strage degli innocenti che ha appena cominciato il suo quarantesimo anno (diecimila bambini uccisi al mese solo in Italia, naturalmente a spese di noialtri contribuenti, e dobbiamo perfino essere contenti perché alla fine degli anni '70 la media era il doppio) e alla riduzione della liturgia a spettacolino sacro autogestito.