La strage di Oslo, che i media hanno scioccamente attribuito a un “cristiano fondamentalista”, è in realtà opera di un “
cristiano culturale”, cioè di un signore che vede nel cristianesimo un
simbolo etnico-identitario da usare in funzione antislamica.
Luigi Copertino fa da anni un'analisi spietata del fenomeno (apprezzato perfino da
non cattolici) e vale la pena di leggere le sue pagine.
L'articolo più recente è sulla tentazione "maurassiana": arruolare
«il gregge di Cristo sotto le bandiere a stelle e strisce della superpotenza protestante oltreoceanica» (la Chiesa, quasi un secolo fa, condannò le idee di Charles Maurras, "ateo devoto" francese, che attraverso il movimento dell’Action Française, agitava tutti i simboli della cristianità medievale per promuovere un nazionalismo di destra).
«Il problema di fondo dei teo-neo-conservatori cattolici è, fatte le debite differenze epocali, lo stesso problema che un tempo fu dei cattolici maurassiani: ossia il porre al primo posto la “civiltà cristiana” in senso sociologico. La domanda cruciale, per i cattolici, in questi nostri anni, nei quali non è più, purtroppo, questione di difendere una civiltà cristiana che non c’è più, è infatti la seguente: viene prima la “civiltà cristiana” o la fede? Viene prima la Persona di Cristo o l’Occidente (presunto) cristiano?»
«L’errore di molti cattolici cosiddetti tradizionalisti è che essi si illudono che basti un decreto legge (leggasi un “regime”, un “governo”, un “movimento politico”, una qualsiasi “egemonia” politica, culturale, economica) per restituirci la Cristianità. In tal modo, invece, ci si espone alle anticristiche sirene di chi, ateo anche se “devoto”, vuol fare della fede un utile instrumentum regni.»
http://www.identitaeuropea.it/?p=367
«Prima la fede e poi la civiltà cristiana. Altrimenti diventiamo gli utili idioti dell’Impostore, che tenta i seguaci di Cristo con questioni secondarie. E’ bene ricordare che ne “Il Racconto dell’Anticristo” di Soloviev (d’accordo lo scrittore russo era un po’ teosofo ma anche lui nell’ultima parte della sua vita – quella in cui ha scritto Il Racconto – ha avuto salutari ripensamenti) l’Imperatore del Mondo tenta i cristiani promettendo loro beni temporali. Ma i cristiani, o meglio: quei pochi rimasti fedeli, gli rispondono che per essi l’unico vero Bene, essenziale ed irrinunciabile, è la Persona di Gesù Cristo. E’ davvero così assurdo pensare che noi, cristiani di inizio XXI secolo, ci troviamo esattamente nella condizione storica “profetizzata” dallo scrittore russo?»
Copertino non sta dicendo nulla di particolarmente nuovo: già nel 2005 stigmatizzava la "deriva neocon della destra cattolica" (l'articolo qui sotto citato è poi divenuto un
libro documentato e spietato, che ho letto e consiglio vivamente di leggere):
http://www.kelebekler.com/occ/copert01.htm