domenica 29 marzo 2020

gravissimo attacco antisemita!

C'è agitazione nel mondo ebraico a causa di un dipinto (dittico centinato, olio su tela 225x150cm) dell'artista Giovanni Gasparro per una collezione privata, che rappresenta il martirio di san Simonino da Trento. (Per i dettagli dell'opera rinviamo alla pagina Facebook dell'autore):


Il tema del dipinto è l'omicidio rituale ebraico. Il dipinto è stato considerato un gravissimo attacco antisemita nonostante che sulla storicità del martirio di san Simonino si sia espresso positivamente il rabbino Ariel Toaff, che aveva pubblicato il libro Pasque di sangue a gennaio 2007 (editrice Il Mulino, ISBN 978-88-15-11516-4), con vasta appendice documentaria e bibliografica, oggi reperibile nell'internet in formato PDF sebbene cancellato dai principali archivi web. L'autore fu costretto dalla comunità ebraica a modificare il testo del libro. La versione modificata circolò per un breve periodo, e poi sparì dal dibattito.
Aggiornamento: mi dicono che è reperibile qui ma non fatevi prendere per il sedere dal finto messaggio "il tuo computer potrebbe essere esposto ai virus" perché è la pubblicità ingannevole di un antivirus.

Nel 2011 giunse la notizia che la cappella in cui fu martirizzato san Simonino era appena stata ceduta ad «un importante imprenditore ebraico» affinché divenisse una sinagoga.

La festa liturgica di san Simonino da Trento è il 24 marzo.


Numerosi esponenti ebrei stanno criticando il dipinto - anche se facente parte di una collezione privata - sui social network e sulla stampa.

Ciò che più addolora leggere sono i commenti di ebrei che a causa della nazionalità dell'artista accusano tutta l'Italia, come ad esempio questo: "Penso che l'Italia sia davvero la palude ignorante che tutti dicono che è. Buona fortuna col virus":


O questo: "Voi e la vostra specie in Italia ve lo meritate, il coronavirus":


O questo: "Non avete ancora contratto il virus mortale? Aspettatevelo! Verrà il vostro turno! È per chiunque sia antisemita e generalmente intollerante verso gli altri... RAZZISTI!":


E ancora:

martedì 24 marzo 2020

CONSACRAZIONE DELL’ITALIA

CONSACRAZIONE DELL’ITALIA
AL CUORE IMMACOLATO DI MARIA

compiuta dai Vescovi italiani il 13 settembre 1959
(da recitare con i dovuti adattamenti; tra [] le parti da omettere)

Signore nostro Gesù Cristo, che nell’Ostia Santa siete presente come Re del mondo, unico Maestro e Pastore delle nostre anime, mediatore tra la terra e il Cielo, accogliete questo atto solenne, col quale noi intendiamo riconoscere il vostro sovrano dominio e deporre nelle vostre mani l’offerta delle nostre anime, della nostra vita, dei nostri beni, delle nostre famiglie, della nostra Patria, di tutto il mondo.
Accogliete questa offerta e, unendola a quella del vostro Corpo e del vostro Sangue, che voi rinnovate ogni giorno, mediante il ministero dei Sacerdoti, nel Sacrificio Eucaristico, fatela ascendere gradita al Padre Celeste, nel seno dell’Augusta Trinità, dove voi vivete e regnate eternamente, come unico vero Figlio di Dio.
Accogliete specialmente, in questo giorno solenne, l’atto ufficiale di consacrazione, che noi intendiamo fare a voi e, per voi, alla Trinità santissima, della nostra amata Patria, in unione alle intenzioni del Cuore Immacolato e Addolorato della vostra eccelsa Madre Maria, che a noi, come a figli amatissimi, ha voluto suggerire e richiedere quest’atto di riconoscimento del sovrano dominio di Dio sulle Nazioni.
[Vescovi di un Paese da voi prediletto, e predestinato a Sede del vostro Vicario sulla terra,] solleciti del bene spirituale e materiale del nostro popolo, desiderosi che sulla nostra Patria e sul mondo intero risplenda presto un arcobaleno di speranza e di pace, noi, o Signore, deponiamo nel Cuore della Madre vostra e nostra i voti più ardenti per la diletta Nazione italiana: la sua prosperità nella pace, nella giustizia, nella libertà, nell’ordine, nella concordia; la sua fedeltà alla Religione che voi le avete dato; la sua integrità nella fede cattolica; la sua santità nei costumi; l’unione di tutti i suoi figli in una fraterna carità.
A questi voti corrisponde anche l’impegno che [noi, come legittimi rappresentanti di questo popolo presso il vostro Altare,] intendiamo prendere e prendiamo nel consacrarci ancora una volta a voi nella luce del Cuore Immacolato e Addolorato di Maria Santissima.

[Posti da voi come maestri e pastori di questo popolo, noi Vescovi c’impegniamo ad eseguire, con sempre maggior sollecitudine e dedizione, il mandato che voi ci avete conferito.]
[Il nostro clero sarà sempre più vicino al vostro Cuore, più pronto e generoso nel collaborare con noi alla salvezza delle anime, che ci avete affidate.]Il nostro popolo, e tra esso specialmente le anime consacrate e coloro che più direttamente si dedicano al servizio del vostro Regno, seguirà l’insegnamento e l’esempio dei suoi Pastori, per fare di questa Italia, delle sue diocesi e parrocchie, delle sue famiglie, dei suoi istituti, una terra veramente a voi consacrata.
Questi sono i voti, queste sono le promesse che [noi, Vescovi italiani,] oggi intendiamo affidare al Cuore della vostra e nostra Madre, in unione di pensiero e di volontà col vostro Vicario in terra, il Sommo Pontefice, Primate d’Italia.
E con Lui, noi ci rivolgiamo, o Signore Nostro Gesù Cristo, a questa SS. Madre, perché essa, con la sua materna intercessione, ci assista e renda effettivo e operante, per la grazia ottenutaci presso il vostro Trono, quest’atto di consacrazione.
Vegli, o Maria, il vostro Cuore Immacolato sulla Chiesa di Cristo, su noi, su questa terra benedetta, che mille Santuari vostri costellano, facendone quasi la vostra seconda patria.
Assistetene i reggitori, illuminatene il popolo, di tutti soccorrete le necessità, confortate le sofferenze, alimentate le speranze; in modo speciale, assistete coloro che si trovano lontani dalla propria terra e ne sentono la nostalgia; accrescete nelle anime dei fedeli il fervore, riconducete al Padre gli erranti; santificate e adeguate alle presenti necessità i Sacerdoti; custodite particolarmente, in un clima cristiano, la limpida fede e il candore innocente dei piccoli, speranza d’Italia.
Ecco, o Madre e Regina d’Italia, la supplica che, con filiale speranza, rivolgiamo e affidiamo al vostro Cuore Immacolato, pregandovi che giunga presto l’ora, da voi promessa, in cui il vostro Cuore Immacolato trionferà in questa nostra terra e in tutto il mondo. Così sia!

sabato 21 marzo 2020

guerra batteriologica, psicosi, genocidio: rassegna articoli

Citazione: «non è possibile prevedere esattamente quando, ma con ogni probabilità, appena la psicosi avrà raggiunto il suo picco, spunterà fuori il vaccino che frutterà una fortuna alla società che ne detiene il brevetto...»
Alcune traduzioni in italiano di articoli dalla stampa straniera:

venerdì 20 marzo 2020

"L'islam ha ragione quanto alle donne"


Qualche tempo fa la premier canadese, femminista e dialogante, in visita a una moschea con tanto di velo d'ordinanza, venne fatta sedere in un angolino in fondo mentre gli uomini pregavano:


Ormai le battutacce si sprecano: "una donna che si converte all'Islam è come un pollo che si converte ad arrosto del Kentucky Fried Chicken":


E però resta il problema dei valori giudeocristiani dell'occidente giudeocristiano riguardo al rispetto del proprio corpo, alla famiglia, ai figli:



Infatti le femministe, nemiche giurate dell'uomo bianco e ancor più della cristianità, sono filo-islamiche. Esempio:
- "La donna deve ubbidire all'uomo"
- Chi caz*!$# lo ha detto?!
- Io.
- Oh... mi scusi.


Lo slogan "l'islam ha ragione quanto alle donne" fa ovviamente infuriare le femministe radicali, perché rivela la loro contraddizione:


mercoledì 18 marzo 2020

smart-working pretesco e pascolo degli agnelli

I Ministri del Sole ne hanno provocato l’eclisse,
consegnando il gregge alla caligine di dense tenebre.

E noi, ingenui o cretini, a trasecolare
nei nostri blog più o meno tradizionalisti,
incerti tra l’obbedir tacendo e il porgere l’ennesima altra guancia
  quando ad esser colpito era il Volto Santo di Nostro Signore,
coperto di sputi da manigoldi mitrati
 
«Mi sono infuriato molto anch'io, per la chiusura delle chiese e lo sciopero dei sacramenti, perché sono cose profondamente ingiuste davanti a Dio. Il parroco aveva disposto i banchi in modo da mantenere le distanze di sicurezza e continuare a celebrare. Subito dopo è arrivato il divieto di celebrare. Assurdo! Nel supermercato si può andare, in chiesa - dove si può rispettare ugualmente la distanza di sicurezza - no?! Il pane di vita terrena lo si può ricevere, il pane di vita eterna no?!

«Quel prete che stimavo molto ha detto che gli unici a lamentarsi della chiusura delle chiese sono quelli che raramente vanno a messa. Sì, io sono uno di questi. Vado a messa due o tre volte al mese (e i miei familiari non ci vanno da anni). Ed esigo di trovarla aperta. Sempre. Perché per me e per quelli come me, in quei momenti in cui la pigrizia e la tiepidezza non vincono, occorre la certezza di trovare un confessionale presidiato, di trovare un sacerdote che celebra. Mi ha molto rattristato quel prete, che non stimo più.


«Primo, perché il Signore gli ha comandato di pascere gli agnelli. Sono un agnello anch'io, no? Voi chiudendo le chiese avete danneggiato gli agnelli, anche quelli come me che frequentano poco, anche quelli che ci vanno solo a Natale o Pasqua. E anche quelli che non ci vanno mai, perché se all'improvviso un moto di coscienza li sveglia, devono trovare una chiesa aperta, devono trovare un confessore, devono trovare un orario: oggi messa alle ore X, domani messa alle ore X". Invece no. Siete venuti meno al mandato del Signore. E dopo il danno la beffa: accusate gli agnelli di essere lamentosi. Non potete ipocritamente dare la colpa agli agnelli, quando siete stati voi a rifiutarvi di pascerli.

«Secondo, perché con la chiusura delle chiese e il no ai sacramenti state di fatto cercando di salvare il corpo ma non l'anima. Vi dovrebbero arrestare per falso ideologico. Avete preso misure esagerate contro il contagio del corpo, nessuna misura a favore dell'anima. Se conosceste il valore infinito della messa, pensereste che la vostra vita sacerdotale si può considerare già completa anche se la morte arriva immediatamente dopo la celebrazione della prima messa. Invece no. Per voi la messa è una rappresentazione da palcoscenico. Vi mettete davanti alla web cam e fate lo smart working su internet. Merdacce! E stavolta ve lo dicono le pecore che dovevate pascere, non i lupi vogliosi di entrare nel recinto.

«Terzo, perché questa ingiustizia piove dall'alto. Dai vertici. Non è un fuggi fuggi di preti pavidi qua e là. Improvvisamente siete tutti ligi al comando dell'autorità civile, anche andando molto oltre ciò che l'autorità civile comandava. Non credo che sareste stati altrettanto ligi e zelanti se l'autorità civile vi avesse comandato di celebrare esclusivamente la messa tradizionale in latino. Ammettetelo, vigliacchi, che la scusa del ce lo comanda la CEI, il governo, la Sanità, è solo una scusa, volevate scappare e non avevate scuse più comode. Qualche prete che scappa siamo disposti a perdonarlo (non senza commiserazione, né senza motteggi), ma quando scappa tutto il clero per ordine dei vescovi, quando gli unici che vorrebbero fare qualcosa vengono denunciati dai loro stessi confratelli e superiori, questo non lo dimenticheremo mai. Per la prima volta in vita mia ammetto che vi meritate tutte le disgrazie annunciate da Fatima in poi. Ve le meritate tutte, davvero. Siete venuti meno al dovere di pascere, avete abdicato al vostro dovere di pastori.

«La scusa che per evitare il contagio dovremmo limitarci a fare la comunione spirituale non regge. La comunione spirituale non è un sacramento, è solo l'ultimo appiglio di un'anima impedita a ricevere il Corpo di Cristo. È una cosa per quando i nemici della chiesa spazzano via il sacerdozio, non quando i vertici della chiesa comandano lo sciopero. Invece di nutrire gli agnelli preferite fornire loro il video del pasto. Invece di sfamarli, imponete loro di immaginare di essere sfamati. Allora siete voi, ora, i veri nemici della chiesa, i veri mercenari penetrati abusivamente nel recinto. Immagino la vostra faccia il giorno in cui avrete fame e non avrete da mangiare, ma potrete guardare su youtube uno che mangia, e recitare la preghiera: caro pasto, ti immagino già masticato, ingerito e digerito, perciò mi proclamo sazio.



Se si nega la malattia, non occorre cura;
e se si nega la colpa morale, l’errore dottrinale,
non serve nemmeno la cura spirituale. 

martedì 17 marzo 2020

e ti pareva...

Doverosa premessa: l'argomento è scabroso (non lo dico per invitarvi alla lettura) ma la finestra di Overton sul caso è abbondantemente spalancata e se non fosse stato per l'epidemia saremmo già nella fase in cui i media fanno diluviare "notizie" (cioè pubblicità). Vi si accoderanno buoni ultimi i soliti cattoprogressisti stile Famiglia Cristiana e Civiltà Cattolica pubblicando le loro solite fumose e insignificanti riflessioni e lasciando i cattolici con il solito "nì", così come fecero a margine del Sessantotto sulle altre grandi questioni di morale.

Dunque, appena una decina di anni fa tra amici si rideva goliardicamente (ma amaramente) sul fatto che comprare una donna sul mercato della tratta delle schiave fosse un po' più economico del comprare una bambola sessuale d'alto livello. Nel frattempo il mercato si è evoluto, le tecnologie sono avanzate, i prezzi delle bambole sessuali sono diminuiti di tre quarti mentre la qualità è aumentata, e la grande stampa non perde occasione per pubblicizzare i bordelli che offrono tali bambole ai clienti (la pubblicità avviene col solito metodo: "c'è polemica per l'apertura di XYZ", che è lo step 2 della finestra di Overton).

Avremmo preferito non occuparcene in quanto sappiamo che in qualsiasi società senza Dio (come la nostra), se una cosa si "può" fare allora si "deve" fare non appena compaia una minuscola possibilità di monetizzarla (per esempio i bordelli recuperano l'investimento di acquisto e manutenzione di una sex doll in appena 3-4 mesi di attività) o di adoperarla contro la Chiesa. Nel mercato dei "giocattoli sessuali" (in italiano rende male, chiamiamoli sex toys) esistono quelli "per donne" e quelli "per uomini" (entrambi in tutte le varianti, incluse bestialità, pedofilia, eccetera): una sex doll è solo un giocattolo più elaborato degli altri, per cui chi volesse gridare alla mercificazione deve prima farlo per tutti i precedenti sex toy (maschili o femminili che siano). Ma non è questo ciò di cui vorrei parlare.

L'argomento "bambole sessuali" apre infatti un altro tema a cui il pretame vaticansecondoide è del tutto impreparato avendo non studiato veramente la morale cristiana, avendo invece studiato una teologia "collage di eleganti scemenze", ed essendo spettacolarmente ignorante di san Tommaso e della Scolastica. Il tema è: "cosa è la donna?"

Dal punto di vista dei clienti di quei bordelli la differenza tra una bambola e una prostituta umana dev'essere decisamente piccola (motivo per cui proliferano tali bordelli). Del resto, uno che va a prostitute, le seleziona forse in base alla loro visione della vita, del mondo e di tutto il resto? Si porrebbe dunque il primo quesito: se vai con una prostituta umana stai certamente "tradendo tua moglie" (che pertanto può chiedere la separazione), ma se vai con una bambola vale ugualmente come "tradimento"? E se vale, allora perché finora non era mai stato considerato tale rispetto a tutti gli altri sex toy maschili e femminili?

Alcuni di questi sex toy collegano i due peccatori "tramite internet" o connessione a voce. Se la bambola dispone di una voce umana che viene da collegamento con apposito call center erotico, quale è esattamente il confine fra bambola e donna? Se "tramite internet" oltre alla voce transitano anche i dati di telecamere, microfoni, sensori, attuatori, quale sarà il confine? Quale sarà la linea di demarcazione fra "tradimento" e "non tradimento"? Attenzione: non è un discorso teorico, ma di tecnologie già disponibili e commercialmente sfruttate.

Mettiamo poi che una prostituta venga filmata e analizzata per lungo tempo in modo da realizzare un robot sessuale identico a lei come fattezze, movimenti, audio, comportamento, eccetera. Un cliente che adoperi tale robot identico a quella prostituta, sta "tradendo sua moglie" o no? Riuscirà a distinguere la differenza tra una simulazione perfetta al 99,8% e una perfetta al 99,9% o no? La teologia può certo operare i suoi distinguo ma la percezione del "cliente" sarà quella della prostituta vera. (Avrete già sentito parlare di deep fakes, no?). Figuratevi se poi applichiamo la tecnologia (registrazione, simulazione, riproduzione audio e comportamenti, stampa 3D della faccia di una donna vera, eccetera) ad un uomo separato che si trastulla con un simulacro perfetto e riprogrammabile della sua ex moglie (alla quale giustamente darà un immenso fastidio anche solo immaginare tale possibilità tecnica di venir ricopiata e manipolata)...

E ci fermiamo qui, perché per il canonista e il legislatore c'è già troppa carne a cuocere. Dal punto di vista commerciale, la donna è già sostituibile da un oggetto: c'è già mercato, e ora con la scusa che gli oggetti sono più facilmente disinfettabili e sanificabili, si può prevedere un'ulteriore successo. La tecnologia sta aggiungendo il resto, e i recenti eventi - come i preti che dicono Messa su youtube, cioè fanno smart-working - hanno già reso "popolare" e "normale" la sostituibilità della presenza fisica con il video-streaming in diretta o differita. Benvenuti nel futuro.

lunedì 16 marzo 2020

La bolla del debito studentesco in USA.

Secondo una stima della CNN un figlio, al compimento del suo diciottesimo anno di età, è costato ai genitori mediamente 245.000 dollari (notizia di cinque anni fa, non aggiornata all'aumentato costo della vita):

http://money.cnn.com/2014/08/18/pf/child-cost/index.html


Una volta diciottenne, in qualità di cittadino americano può liberamente infognarsi nella spirale del debito studentesco: mediamente circa 100-200mila dollari per laurearsi (dipende dal college scelto, dalla distanza e da altri fattori, ma non pare variare troppo; i più accorti riescono a uscirne con soli 50-100mila di debito perché nel frattempo che studiavano hanno lavorato anche nelle vacanze, oltre a farsi sostenere economicamente dalla famiglia), comprendenti le rette scolastiche e vitto/alloggio/servizi (per attrarre clienti i campus universitari e i college sono tipicamente attrezzati meglio di un villaggio vacanze).

Dopodiché il giovanotto può finalmente lanciarsi nel mondo del lavoro per un mestiere decente e... ripagare il debito. Ovviamente a rate. Che ovviamente vanno a ripagare prima gli interessi. Che ovviamente sono piuttosto altini, visto che si tratta di cifre elevate e lungo parecchi anni di indebitamento pregresso. Cioè uno paga per tutta la vita - e non per modo di dire: sul debito studentesco le leggi americane ancor oggi prevedono che non si può fare bancarotta. Va pagato e basta. Immaginate di affacciarvi sul mondo del lavoro e di star formando una famiglia, e di avere ancora 100-200-300mila dollari da restituire. Dato che le banche lucrano specialmente sugli interessi, sono generalmente ben liete di rinegoziare una rata più bassa a fronte di un maggior numero di rate (cioè di spalmare più interessi).

Le stori(acc)e che si leggono nei trafiletti di cronaca fanno allibire. Un tizio divorzia perché la moglie, due anni dopo il matrimonio, casualmente "ricorda" di avere duecentomila e rotti in rosso, l'intero debito studentesco da pagare. Nonostante le leggi americane sul divorzio vadano sempre premiando la donna, al tizio è economicamente convenuto divorziare e pagarle gli alimenti piuttosto che tenersi la moglie furbacchiona e pagarle quei duecentomila.
Bisognerebbe aprire una lunga parentesi sulle donne che vanno al college solo per divertirsi (sessualmente), conseguendo un titolo di studio generalmente insignificante (come "Gender Studies" o "Storia del cinema"...), per poi proseguire il divertimento fino ai trent'anni, età in cui una donna comincia a desiderare di fare un figlio, accasarsi, fare la casalinga e continuare a divertirsi (stavolta senza farsi troppo notare, almeno fino al pagamento del debito pregresso), quindi possibilmente divorziando per ottenere casa e alimenti...

A norma di legge americana, sul debito studentesco non è possibile dichiarare bancarotta: va pagato e basta, e il sistema bancario in genere accetta di spalmarlo su un periodo più lungo e con interessi più alti. Si finisce di fatto alla schiavitù per debiti, a passare gran parte della propria vita a lavorare per ripagarli (ne abbiamo avuto un assaggio qui in Italia dove entrambi i coniugi devono lavorare perché uno dei due stipendi se ne va per il mutuo casa e le rate della macchina). E la bidonata più grossa è quando il titolo di studio più o meno alacremente conseguito non assicura un posto di lavoro ben remunerato.

La bolla in USA sta per scoppiare, perché sono troppi che non riescono a ripagare. Tre anni fa era valutato in 1300 miliardi di dollari, con oltre 42 milioni di americani nella spirale del debito. Che si aggiunge - toh, chi l'avrebbe mai detto? - alla bolla immobiliare, alla bolla delle carte di credito, ecc.: una catastrofe finanziariadi proporzioni immani. Figurarsi quando l'epidemia aggiungerà il suo "contributo". Una serie di catastrofi interconnesse pronte a scoppiare una accanto all'altra.
E ciò avviene nella "libera" America, dove la sanità è a pagamento (ammalarsi è un lusso per pochi, molto peggio che in Italia; il solo partorire può costare fino a 70.000 dollari) e la pensione non esiste (e il fondo pensione standard "401k", cioè un sistema di pensione contributiva, risente delle fluttuazioni del mercato finanziario).

E arriviamo finalmente alle "buone" (sarcastico) notizie: due anni fa venne fuori la proposta del MIUR di introdurre in Italia il "prestito d'onore per studenti e universitari". Come al solito ogni moda americana arriva in Italia proprio dopo aver mostrato in USA i danni che può fare: indebitiamo gli studenti anziché ridurre le loro spese, tanto poi nei prossimi decenni potranno restituire tutto in comode rate:

https://valorizzazione.dottorato.it/content/listruzione-di-tutti-tutti-adi-contro-i-prestiti-gli-studi-universitari

domenica 15 marzo 2020

Un'esercitazione su vasta scala?

Mentre i preti scoprono lo smart working celebrando Messa su Youtube e rendendosi ancora più irreperibili per i sacramenti, le autorità civili impongono praticamente uno stato di polizia, creando un preoccupante precedente.

È un'imposizione che può devastare una società, visto che.richiede il perfetto funzionamento di parecchie infrastrutture e servizi:
  1. energia elettrica
  2. fornitura idrica
  3. scarichi/fognature
  4. connettività internet (fissa o cellulare)
  5. gas di città o fornitura bombole
  6. raccolta della spazzatura (e con questi sei mi sono limitato a quelli indispensabili a "rimanere in casa").
Prima lezione appresa dall'emergenza: al primo "guasto" comincia il panico (specie se non è localizzatissimo e facilmente contenibile). Tutti quei servizi vanno bene in ordinaria amministrazione: "quando c'è un guasto chiamiamo i tecnici per le riparazioni". Chi riparerà, se gli stessi tecnici sono malati o in quarantena? Non è che un tubo rotto si può riparare in smart working. Una società in cui servizi essenziali sono in mano ai privati (ai quali interessa solo macinare guadagni) finisce inevitabilmente per collassare alla prima "crisi" (cioè al primo momento in cui diventa più importante garantire un servizio che macinare guadagni).

Inoltre, è necessario anche che in casa siano presenti in quantità sufficiente a coprire il periodo di quarantena:
  1. farmaci e attrezzature mediche necessari, e di prima necessità
  2. cibi almeno a media/lunga conservazione (e anche bevande, qualora l'acqua del rubinetto non sia proprio decente)
  3. prodotti per l'igiene personale e per le pulizie
  4. denaro (contante ed elettronico)
  5. "backup" (esempio: un telefonino di riserva, qualora quello ufficiale si guasti; ma di quante cose occorrerà avere una "riserva"?).
Seconda lezione appresa dall'emergenza: praticamente tutti avevano almeno qualche "falla" nella loro "preparazione". L'intera società è andata avanti fino ad oggi presumendo che in caso di guasto "si chiama il tecnico" oppure "ma tanto a fine mese mi bonificano lo stipendio", "si compra il nuovo", "ma tanto c'è il bancomat", "ora prenoto e avviso", "non ho spazio in casa e comunque dovrei uscire lo stesso per comprare prodotti freschi (non vorrai mica farmi mangiare pane a lunga conservazione?)", ecc.
"Prepararsi", infatti, richiede autodisciplina, chiarezza degli obiettivi, tempo per gestire la propria dispensa, spazio fisico in casa. Non tutti hanno la villetta blindata con servizi autonomi e ridondati, e comunque anche chi ce l'ha può incorrere in qualche incidente domestico, malattia non prevista, fattore esterno imprevedibile (nucleare, batteriologico, chimico, anyone?).

Si può supplire all'impreparazione solo parzialmente con la parlantina, l'inventiva, e i buoni rapporti sociali. Costruire i quali è difficile e faticoso, e mantenerli lo è ancor più, specialmente in tempi di crisi e in situazioni in cui non sai fino a che punto puoi fidarti del vicino (non è che per un rotolo di carta igienica uno si becca il virus?).

Terza lezione appresa: chi era pronto dovrà "difendersi" da chi non lo era. Si pone infatti il problema morale della favola di Esopo della cicala e della formica. Tanto più che ogni cicala che arriva a sapere che hai stoccato beni (anche non di prima necessità) correrà a esigere la sua parte, e non è detto che sarà gentile e civile. E non è neppure detto che tratterà tale "parte" come bene prezioso in tempo di carestia.
Di fronte a Nostro Signore, nel decidere cosa dare e cosa non dare, ti verrà ogni dubbio e scrupolo. Il confine tra l'affidarsi alla Provvidenza e l'agire in modo scriteriato è estremamente labile - così come quello fra santità e pazzia.

Non voglio sviluppare ulteriormente, preferisco qui concludere con un breve volo pindarico: la crisi in corso sta insegnando piuttosto efficacemente una mentalità "survivalista". Come se questa pandemia fosse anzitutto un'esercitazione su grande scala, come se fosse solo il prologo di una catastrofe molto peggiore. È un'ipotesi che non escludo, poiché in qualità di cattolico non posso non ricordare i numerosi "avvisi" (Tre Fontane, Akita, Fatima, ecc.) che comunque menzionano anche una catastrofe specifica per la Chiesa. La gerarchia ecclesiale non potrà dire di non essersi pienamente meritata il castigo divino.

sabato 14 marzo 2020

I vescovi italiani vogliono farci pregare la Pachamama

Questo, forse, potrebbe spiegare la virulenza nella diffusione del virus in Italia come anche l'evidente perdita di discernimento da parte di molti vescovi a cominciare da quello di Roma ... certe liturgie pagane in San Pietro si pagano care, eccome!

https://lanuovabq.it/it/i-vescovi-italiani-vogliono-farci-pregare-la-pachamama-1

ottimo stato della Chiesa di Roma ...


Il Cardinal Vicario decreta la chiusura, il Papa lo smentisce (direttamente e tramite messaggio del segretario), il Cardinale Elemosiniere semplicemente se ne frega e disobbedisce … il Cardinal Vicario decreta la riapertura ma scrive letterina in cui dichiara di aver decretato la chiusura concordando il tutto con il Papa … CHE FIGURA DI MERDA!!!
Questa è la "Chiesa in uscita" … "ospedale da campo" … mi sembra più "uscita di senno che in uscita" e più "ospedale psichiatrico che ospedale da campo"!

lunedì 9 marzo 2020

Divieto di Messa del vaticansecondismo.

Padre Pio da  Pietrelcina: "cosa sarebbe il mondo senza la Messa?"
Conferenza Episcopale italiana: "hold my beer" .

Il Concilio Vaticano II è una cagata pazzesca. Non solo in termini  di "documenti" o di "evento storico", ma soprattutto di mentalità diffusa, consolitata, e pienamente condivisa dalla gerarchia. Quando la peste uccideva un terzo della popolazione le Messe non furono sospese nemmeno per un giorno. Oggi invece...

La neo-chiesa conciliare, che notoriamente aveva sempre avuto in uggia la Messa (perfino quella inventata dalla cricca bugniniana) e i sacramenti, ha proclamato uno sciopero di un mese perché teme molto più la morte del corpo che la morte dell'anima, teme molto più il giudizio dei signori terreni che del Signore.

Non riesco a provare più né rispetto né pietà per questi buffoni conciliari - fermo restando che loro non ne avevano mai provato per me o almeno per i miei cari. Il sale insipido abbiamo sempre tutti saputo cosa merita.

E a tutti coloro che mi hanno sempre fatto la predica sul Dovuto Ossequio a questa gerarchia, dedico una roboante, solenne, teologicamente fondatissima pernacchia.
Tranquilli, non sono infetto.

martedì 3 marzo 2020

Per un discernimento vocazionale ultra-rapido.

Mentre nei seminari modernisti (e ancor più quelli tradizionalisti) i formatori vanno con instancabile zelo cercando il pelo nell'uovo nei candidati, pronti a far idventare tale pelo una gigantesca trave di ostacolo al sacerdozio... leggiamo questa notizia: «Rimasto vedovo nel 2009, viene ordinato sacerdote a Vienna il 24 giugno 2011 dal Card. Schönborn».

Neanche il tempo di togliersi l'abito da lutto, che già doveva indossare la veste talare. Chissà quali saranno stati i motivi per tale discernimento vocazionale ultrarapido:

https://www.corrispondenzaromana.it/il-caso-weninger-ex-diplomatico-sacerdote-curiale-massone/


Eh, sì: i nuovi preti moderni credono poco nell'Eucarestia, credono molto più nel GAU, Grande Architetto dell'Universo:

https://www.corrispondenzaromana.it/don-sandro-naiaretti-1950-2006-prete-e-massone-glri/


Chiedere l'uso della cattedrale per una celebrazione solenne? Dipende: volevate celebrarvi una Messa tridentina, oppure per un funerale ad un «massone per tradizione di famiglia»?

https://www.corrispondenzaromana.it/funerale-a-un-gran-maestro-massone-nella-cattedrale-di-perugia/



lunedì 2 marzo 2020

«Dichiarare che Papa Francesco non è un papa valido a causa delle sue eresie o delle sue elezioni non valide (a causa di presunte violazioni delle norme del conclave o perché Papa Benedetto XVI sarebbe ancora papa per via dell’invalidità delle sue dimissioni) sono atti soggettivi e disperati che mirano a porre rimedio all’attuale crisi senza precedenti del papato. Sono atti meramente umani e tradiscono una miopia spirituale. Tutti i tentativi di questo genere alla fine conducono a un vicolo cieco. Siffatte soluzioni rivelano un approccio implicitamente pelagiano che vuole risolvere con mezzi umani un problema che esige piuttosto l’intervento divino...»

http://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2020/03/il-vescovo-schneider-pubblica-un-saggio.html


La Comunione "sulle mani": «...una concessione particolare è divenuta il grimaldello per forzare e svuotare la cassaforte dei tesori liturgici della Chiesa»:

https://www.lastampa.it/vatican-insider/it/2018/02/23/news/sarah-c-e-un-attacco-diabolico-all-eucaristia-che-si-riceve-sulla-lingua-inginocchiati-1.33983831


«Non a caso, per suscitare le ire dei novatori, è sufficiente mostrare un santino di Pio IX...»

https://opportuneimportune.blogspot.com/2020/02/jam-foetet-lazzaro-come-figura-della.html

domenica 1 marzo 2020

"...in Italia le cose vanno selvaggiamente..."


Tanto per cambiare, vincono di nuovo il campionato dell'imbecillità.
Bye bye tessuto produttivo del nord Italia, tanto nel XXI secolo per cambiare fornitori bastano due clic del mouse:

https://www.maurizioblondet.it/dalla-zona-rossa-gridano-per-lavorare/


Spiace ammetterlo, ma Salvini sta perdendo tutte le buone occasioni per non sparare cazzate:

https://keinpfusch.net/salvini-che-affonda-il-nord/


Intanto, i comunisti italiani rimettono in piede la Stasi:

https://keinpfusch.net/coronavirus-e-colpi-di-stato/


Intanto, a Napoli... ah, vabbè, ma è statisticamente normale:

https://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/campania/napoli-15enne-ucciso-a-colpi-di-pistola-nella-notte_15519847-202002a.shtml