L'unica cosa che non va mai bene è la Messa in latino.
http://it.aleteia.org/2016/04/12/benedetto-xvi-aperto-porte-disabilita-testimonianza/
La moda del pastoralismo e le sue dieci principali boiate:
Letturine interessanti nell'imminenza del grande castigo
Ci sono parole infide che sembrano significare una cosa e sono utilizzate per indicarne un’altra. Una delle parole più pericolose di tutte è “anti-semitismo”. La parola sembra significare: opposizione a tutti gli Ebrei puramente e semplicemente perché sono Ebrei, e in questo senso essa condanna giustamente qualcosa di brutto, perché alcuni Ebrei sono malvagi, ma certamente non tutti. Per altro verso, la stessa parola è spesso usata per condannare assolutamente ogni opposizione nei confronti di tutto quello che fa qualunque Ebreo, così che in questo caso essa condanna erroneamente qualcosa di buono, perché ogni volta che gli Ebrei fanno qualcosa di male, opporsi ad essi è cosa buona. Ma gli Ebrei hanno fatto cose cattive? Ovviamente. Hanno creato l’Islam per gli Arabi, la Massoneria per i Gentili e il Comunismo per il mondo moderno, tutti e tre in primo luogo per combattere Gesù Cristo e il cristianesimo, e così mandare le anime all’Inferno.Link cliccabili:
Un libro che tutti i cattolici che vogliono difendere la Chiesa contro l’Islam, la Massoneria e il Comunismo, oggi Globalismo, dovrebbero leggere è Complotto contro la Chiesa di Maurice Pinay. Il libro è stato scritto poco prima del Vaticano II per essere messo a disposizione di tutti i Padri conciliari per avvertirli del grande pericolo in cui si sarebbe trovata la Chiesa col Concilio. Cosa ben vera. I Padri conciliari finirono col lodare l’Islam (Unitatis redintegratio), con l’adottare i princípi Massonici (Dignitatis humanae) e col non menzionare, tanto meno condannare, il diabolico sistema Comunista.
...Quali sono quei “frutti”? In cosa c'è oggi autentico regresso rispetto a dieci anni fa? Elencherei per sommi capi come segue: i cattolici allora erano uniti, mentre adesso sono divisi; allora avevano le idee chiare, e oggi le hanno confuse; la pratica religiosa si è rarefatta nei giovani, mentre negli anziani c'è intiepidimento (si è assistito qui a fenomeni per niente comici, come la corsa delle nubili di mezza età a rifarsi delle mancate esperienze sessuali: possiamo forse meravigliarcene, col permissivismo «purché ci sia l'amore» che è subentrato in questo campo?) Ma proseguiamo nella sgradevole elencazione: dopo l'abbandono dello stato sacerdotale da parte di molti sacerdoti, si assiste a un grave calo nelle vocazioni. (M'ha impressionato al riguardo una citazione del defunto vescovo di Ragusa mons. Pennisi: «La mancanza attuale delle vocazioni è, tra tanti pericoli, quello mortale per la Chiesa, ed è insieme il castigo più tremendo di Dio».)
E che dire dell'oggettivo stato di dissoluzione (comunque lo si chiami) di organizzazioni cattoliche fino a dieci anni fa fiorenti, come l'Azione Cattolica, la FUCI, le ACLI, ecc? E del pazzesco fenomeno di autoliquidazione di tanta parte della cultura cattolica, per cui le nostre università invece di dare il loro contributo in un'epoca difficile come l'attuale, sono in pratica come inesistenti? E ancora: si avevano ogni anno nel mondo anglosassone alcune centinaia dì migliaia di conversioni al cattolicesimo, che oggi non si verificano più. Tra i popoli del terzo mondo l'azione dei nostri missionari continua grazie al Cielo a dare i suoi frutti: vediamo però che i missionari, mentre si affaticano sulla messe, sono di continuo costretti a difendersi alle spalle, mediante le loro modeste riviste, dagli attacchi di chi vorrebbe in nome del Vangelo (!) intralciare il loro lavoro...(citazioni da Eugenio Corti, Il fumo nel tempio, Ares, 1975, pp.51-52)
[27] Egualmente anche gli uomini, lasciando il rapporto naturale con la donna, si sono accesi di passione gli uni per gli altri, commettendo atti ignominiosi uomini con uomini, ricevendo così in se stessi la punizione che s'addiceva al loro traviamento.
[28] E poiché hanno disprezzato la conoscenza di Dio, Dio li ha abbandonati in balìa d'una intelligenza depravata, sicché commettono ciò che è indegno,
[29] colmi come sono di ogni sorta di ingiustizia, di malvagità, di cupidigia, di malizia; pieni d'invidia, di omicidio, di rivalità, di frodi, di malignità; diffamatori,
[30] maldicenti, nemici di Dio, oltraggiosi, superbi, fanfaroni, ingegnosi nel male, ribelli ai genitori,
[31] insensati, sleali, senza cuore, senza misericordia.
[32] E pur conoscendo il giudizio di Dio, che cioè gli autori di tali cose meritano la morte, non solo continuano a farle, ma anche approvano chi le fa.
«posto od omesso atti che abbiano provocato un danno grave ad altri, sia che si tratti di persone fisiche, sia che si tratti di una comunità nel suo insieme. Il danno può essere fisico, morale, spirituale o patrimoniale».Le decisioni entreranno in vigore fra tre mesi, il 5 settembre 2016:
Come sicuramente avete avuto modo di constatare, un bambino fra i 3 e i 5 anni è un mostro morale: strillante, imperioso, spaccatutto, pieno di rabbia, del tutto soggetto ai suoi impulsi immediati, è pronto ad uccidere, bruciare e distruggere se non li soddisfa. Il treenne mette a segno infatti numerosi tentativi di omicidio – di fratelli, di papà e mamme, di cani e gatti, di oggetti che lo ostacolano in qualunque modo e non pochi atti di autolesionismo criminale (ingoiare autmobiline…).Vale la pena leggere l'articolo per intero:
Se poche delle sue stragi vanno a buon fine, è perché non ha tanti mezzi per far danni; non ha l’autonomia economica, né la patente di guida e ancor meno la disponibilità di una pistola (quando riesce a metter le mani su un’arma incustodita, il caro piccino non esista a far fuoco sulla sorellina: e allora ne parlano i giornali). È per questo che i genitori tengono fuori dalla sua portata coltelli, accendini, materie esplodenti, alcol, medicinali; e controllano il piccolo mostro continuamente.
A poco a poco imparerà a sue spese che né gli altri esseri viventi né il mondo sono al suo servizio per soddisfare le sue voglie, prenderà zuccate e ceffoni, prima dal papà poi dal capufficio, dal caporale, dalla società in generale, e apprenderà quel che Freud chiamava “il principio di realtà”. Stroncherà la sua infantile violenza, insomma lo civilizzerà – perché “civiltà è il grande sforzo collettivo di ridurre la violenza ad ultima ratio”.