martedì 29 dicembre 2015

Cielle censura il volto di Cristo

TL;DR: Bergoglio: "dobbiamo vergognarci di Cristo!" - Cielle: "Goooooal!"

Frutti della tifoseria papista: per la prima volta, nel volantone di Natale, Cielle dimentica il Bambinello:


Per il Natale 2015 l'illustrazione che accompagna il fervorino bergogliano (scelto tra i meno imbarazzanti) e la citazione random di don Giussani, è composta da un pallino e diverse lineette curve, una roba che provoca una vibrazione del cu... del cuore, sì, del cuore.

Come direbbe in assemblea il ciellino Ugo F., «è una cagata pazzesca™»:


Ecco una versione più aggiornata ai segni dei tempi (la citazione di don Giussani è dal suo libro Si può vivere così?, mentre quella del Vescovo di Roma è del 29 luglio 2013):


giovedì 24 dicembre 2015

miracoli postconciliari: annichilimento a colpi di querele

Per aver detto la verità Francesco Colafemmina è stato sommerso dalle querele... da parte di personaggi ecclesiastici.

Un certo Ignazio Sanna lo querelò per diffamazione. Quando un vescovo parla di "dialogo" e "misericordia", finisce sempre che chi dice la verità deve implorare perdono.

Lo querelò pure un certo Alfonso Bruno a causa di due articoletti, e non sappiamo ancora come è andata a finire.

Il sito web Fides et Forma (www.fidesetforma.com) è da qualche settimana completamente vuoto, benché il domain sia prenotato fino al prossimo ottobre. Altri spiacevoli sviluppi?

martedì 22 dicembre 2015

breve elenco (non aggiornato) degli insulti di Bergoglio ai cattolici

Ecco un elenco di insulti papali, raccolti nel The Pope Francis Little Book of Insults. E' una graziosa silloge, una preziosa antologia, una leggiadra raccolta di invettive che il Vescovo di Roma ha indirizzato ai Cattolici. Non una parola - ça va sans dire - contro i peccatori, gl'idolatri, i deicidi, gli eretici, gli scismatici, gli abortisti, i sodomiti, i nemici di Dio. Le preziose perle di saggezza del Nostro sono riservate a coloro che rimangono fedeli a Cristo ed alla Chiesa. Il testo in inglese è disponibile qui.

Insulti ed invettive brevi

  • Vecchie comari
  • Fomentatori della coprofagia
  • Specialisti del Logos
  • Sgranarosari
  • Funzionari
  • Assorbiti da se stessi
  • Neo pelagiani 
  • Prometeici
  • Restaurazionisti
  • Cristiani ideologici
  • Pelagiani
  • Signor e signora Piagnistei
  • Trionfalisti
  • Cristiani inflessibili
  • Moderni gnostici
  • Cristiani liquidi
  • Cristiani superficiali
  • Schiavi della superficialità
  • Mummie da museo
  • Principe rinascimentale
  • Vescovo da aeroporto
  • Cortigiano lebbroso
  • Ideologo
  • Musilunghi
  • Facce da funerale
  • Gnostici
  • Vescovo carrierista
  • Scontrosi
  • Autoritari
  • Elitari
  • Pessimisti queruli e disillusi
  • Cristiani tristi
  • Cristiani con la faccia da sottaceto
  • Infantili, timorosi di danzare, di gridare, paurosi di tutto
  • Che cercano certezza in ogni cosa
  • Cristiani allergici alla predicazione
  • Cristiani chiusi, tristi, intrappolati, che non sono Cristiani liberi
  • Cristiani pagani
  • Piccoli mostri
  • Cristiani sconfitti
  • Che ripetono il Credo pappagallescamente
  • Cristiani pappagallo
  • Cristiani con la fede annacquata
  • Cristiani senza speranza
  • Battitori da Inquisizione
  • Seminaristi che stringono i denti aspettando di finire gli studi, che seguono le regole e sorridono, e rivelano l'ipocrisia del clericalismo, uno dei mali peggiori
  • Ideologi dell'astratto
  • Fondamentalisti
  • Preti untuosi e idolatri
  • Adoratori del dio Narciso
  • Preti vanitosi e farfalloni
  • Preti che vendono gomme
  • Preti magnati
  • Religiosi che hanno il cuore amaro come l'aceto
  • Promotori del veleno dell'immanenza
  • Chiusi nella formalità di una preghiera gelida, avari
  • Sterili nel loro formalismo
  • Gente vecchia e nostalgica di strutture e usi che non vivificano più il mondo di oggi
  • Giovani maniaci della moda
  • Cristiani da pasticceria
  • Torte deliziose, leccornie dolci: deliziosi, ma non veri Cristiani
  • Turisti esistenziali
  • Cristiani anestetizzati
  • Cristiani ipocriti interessati soli ai loro formalismi
  • Malati di accidia
  • Cristiani accidiosi
  • Persone senza luce, deprimenti
  • Egoisti
  • Autoreferenziali
  • Banderuole
  • Marci nel cuore
  • Deboli fino alla putredine
  • Dal cuore nero
  • Cristiani dal cuore debole
  • Cristiani nemici della Croce di Cristo
  • Cavillatori moralistici
  • Contemplativi distanti

Insulti ed invettive prolisse


Si dissimulano, si mimetizzano da brave persone: si presentano come nei santini, con gli occhi rivolti al cielo mentre pregano, dopo essersi accertati che siano visti: credono di essere migliori di altri, che disprezzano.



Io sono un vero Cattolico - dicono - perché mio zio era un gran benefattore, la mia famiglia è così, io sono cosà... Io ho imparato, io conosco questo Vescovo, questo Cardinale, questo sacerdote... Io sono così o cosà... Pensano di esser migliori degli altri: questa è ipocrisia.


Lo penso di molti Cristiani, di molti Cattolici: sì, sono Cattolici, ma senza entusiasmo, amareggiati.

Cristiani che non lasciano spazio alla grazia di Dio: e la vita di questi Cristiani, la vista di questa gente, consiste nell'avere tutti i documenti e i certificati in ordine.

Il teologo soddisfatto perché il suo pensiero è completo e conclusivo è un mediocre.

Il teologo che non prega e non adora Dio finisce per precipitare nel più disgustoso narcisismo.

Questa è una malattia del clero: il narcisismo dei teologi e dei pensatori è dannoso e disgustoso.

Le vostre istituzioni non sono macchine per produrre teologi e filosofi.

Cristiani pipistrelli che preferiscono le ombre alla luce della presenza del Signore.

Cristiani inamidati, troppo educati, che parlano tranquillamente di teologia bevendo il tè.

Conosciamo tantissimi buoni Cattolici, buoni Cristiani, amici e benefattori della Chiesa che - come poi si è saputo - lo facevano per trarne un profitto personale. Si presentavano come benefattori della chiesa e facevano soldi di nascosto. 

E nella Chiesa ci sono arrampicatori, gente guidata dalle ambizioni: ce ne sono molti! Ma se ti piace fare l'arrampicatore, arrampicati sulle montagne, che è più sano! Non venire in Chiesa per arrampicarti!

Un semplice gregario in questa setta.



C'è tanta sterilità all'interno della nostra Madre Chiesa: quando a causa del peso della speranza nei Comandamenti,questo pelagianesimo che tutti noi portiamo dentro le nostre ossa, essa diventa sterile. Lei crede di poter dare la vita...no, non può!




Molte volte penso che in alcuni luoghi la Chiesa è più simile a un'imprenditrice che non ad una madre.


Una Chiesa scoraggiata, ansiosa, triste; una Chiesa che sembra più una zitella che una madre; e questa Chiesa non serve a niente, una Chiesa così non è altro che un museo.

Falsi Cristiani: Cristiani truccati, che quando piove gli cola il trucco! 

Tanti falsi Cristiani cadono alla prima tentazione.

Apparenze! Cristiani dell'apparenza... sono morti!

La banda degli eletti nel loro microclima ecclesiastico!

Penso a quanti Cristiani preferiscono uno spettacolo al silenzio del Regno di Dio.

I think about how many Christians prefer a spectacle to the silence of the Kingdom of God.

Dobbiamo considerare queste persone che vengono a ricevere un Sacramento come se venissero ad una festa, come a Cana di Galilea, o come se partecipassero ad un concorso, per essere visti, per vanità?

Un Cristiano senza forza, senza fertilità.
Un Cristiano fuori da se stesso, che serve se stesso: la sua è una vita triste, perché spreca tanti doni del Signore.



Pagani con due mani di vernice cristiana, in modo da apparire come i Cristiani, ma ciò nonostante pagani!


Un pastore che apre le porte della Chiesa e rimane lì, ad aspettare, è un pastore triste.

Ci sono Cristiani delle tenebre, che conducono una vita di peccato, una vita lontana dal Signore e che usano queste quattro parole che appartengono al maligno. E poi ci sono i Cristiani della zona grigia, che si barcamenano. La gente dice di loro: Ma questo sta con Dio o col demonio? Mah! Sempre nella zona grigia. Sono tiepidi. Non sono né luce né tenebra. E Dio non li ama. Cristiani che vivono in questo modo, per l'apparenza, la vanità, sembrano pavoni, fanno la ruota come pavoni. 

Quanti Cristiani vivono per le apparenze? La loro vita sembra una bolla di sapone. Che bella bolla, eh, con tutti i suoi colori! 

Politici corrotti, uomini d'affari corrotti, ecclesiastici corrotti ovunque!

Gli uniformisti, che vogliono uniformare tutto: tutti uguali.

Si chiamano Cristiani, si chiamano Cattolici, ma il loro comportamento rigido li allontana dalla Chiesa.

Uniformisti, alternativisti, interessati!

Truffatori! Abbiamo visto molti di loro: sfilano come benefattori e alla fine, sottobanco, compiono truffe!

Orgogliosi, autoreferenziali, lontani dal popolo, intellettuali aristocratici, che chiudono le loro porte e resistono allo Spirito Santo!

Si credono immortali, immuni da colpa o indispensabili. Una Curia che non critica se stessa, che non si aggiorna, che non cerca di migliorarsi è un corpo malato.

Diventano spiritualmente e mentalmente induriti. E' pericoloso perdere questa sensibilità umana che permette a ciascuno di piangere con quelli che piangono, e rallegrarsi con coloro che sono felici.

Pianificano troppo. Preparare le cose come si deve è necessario, ma non bisogna cadere nella tentazione di cercare di chiudere o dirigere la libertà dello Spirito Santo, che è più grande e più generoso di ogni piano umano. 

Lavorano senza coordinazione, come un'orchestra che produce rumore. Quando il piede dice alla mano Non ho bisogno di te, o la mano dice al cuore Me ne occupo io

[citato da: Opportune Importune]

domenica 20 dicembre 2015

quelle poche parole prima dell'allucinante saccheggio di Roma

Brandano da Petroio, venerato dalle folle come “il pazzo di Cristo”, che nel giorno di giovedì santo del 1527, mentre Clemente VII benediceva in San Pietro la folla, gridò:
«bastardo sodomita, per i tuoi peccati Roma sarà distrutta. Confessati e convertiti, perché tra 14 giorni l’ira di Dio si abbatterà su di te e sulla città».
Segue qui:

http://www.corrispondenzaromana.it/il-sacco-di-roma-un-castigo-misericordioso/

sabato 19 dicembre 2015

a proposito di quei modernisti che disprezzano il latino ma sbavano per gli ortodossi

Citazione:
A nome del ‘tengo famiglia’ e del ‘lasciatemi in pace’, si dà sfogo alla lussuria spirituale e alla pigrizia spirituale: da un lato, infatti, ci si inclina al fascino orientale dei riti (validi, ma non legittimi) peccando di ‘lussuria spirituale’, ovvero cercando nel bello il soddisfacimento della sete di Verità che è propria della creatura umana, dall’altro si pecca di ‘pigrizia spirituale’, a causa dell’arrendevolezza con la quale si proclama la capitolazione della Chiesa Cattolica (ma non c’era una promessa di Nostro Signore a tal riguardo?). Un atteggiamento così gggiovane non può meritare per coloro che lo professano che un unico epiteto: Byzanteens, ovvero gli adolescenti di Bisanzio (l’antica Costantinopoli), coloro che credono di rifarsi una verginità spirituale passando attraverso le forche caudine del rito orientale!
http://www.radiospada.org/2015/12/byzanteens/

mercoledì 16 dicembre 2015

"non ci si deve fidare, fino a prova contraria"...

Citazione:
Per intenderci fino in fondo, bisogna cominciare da una constatazione persino banale, una riflessione molto semplice per chiunque abbia un po’ di pratica di buon catechismo, riassumibile così: se io obbedissi ciecamente al mio parroco, al mio vescovo e al Papa andrei sicuramente all’inferno. Assumendo questa constatazione come teorema, se ne può trarre il seguente corollario: se fino a qualche tempo fa del parroco, del vescovo e del Papa ci si doveva fidare fino a prova contraria, ora del parroco, del vescovo e del Papa non ci si deve fidare fino a prova contraria.
Le spiegazioni sono qui:

http://www.riscossacristiana.it/fuori-moda-la-posta-di-alessandro-gnocchi-151215/

martedì 15 dicembre 2015

petizione e libello di The Remnant

Citazione dalla petizione in italiano di The Remnant:
È con non poca trepidazione e con rispetto filiale, consci di agire sotto lo sguardo di Dio Onnipotente che ci giudicherà tutti nel Giorno del Giudizio, che imploriamo rispettosamente Sua Santità di cambiare rotta per il bene della Chiesa e la salvezza delle anime. Altrimenti, non sarebbe forse meglio per Lei rinunciare all'ufficio Petrino, piuttosto che presiedere su quello che minaccia di diventare un compromesso catastrofico per l'integrità stessa della Chiesa Cattolica?
http://remnantnewspaper.com/web/index.php/fetzen-fliegen/item/2206-the-remnant-implora-papa-francesco-di-cambiare-rotta-oppure-di-rinunciare-all-ufficio-petrino

Il "Libello" allegato a tale petizione andrebbe letto e meditato anzitutto dalle "tifoserie papiste". Documentatissimo. Vale la pena leggerlo.

Foto qui sotto: il gaio monsignor Ricca («Il prelato della lobby gay»)


sabato 12 dicembre 2015

Barabba

«Come, come? Anteporre la misericordia al giudizio?
Sapete, questa cosa mi piace assai, ma proprio assai...»

Un tale chiamato Barabba
al processo contro Gesù Nazareno Re dei Giudei

giovedì 10 dicembre 2015

suggerimento: un "Giubileo del timor di Dio"

È triste quest'epoca in cui per qualche buona omelia occorre ascoltare... i laici:

http://www.ilgiornale.it/news/questepoca-c-gi-troppa-autoindulgenza-1201908.html


Ma no, dai, c'è il cardinal Lopez Rodriguez, della repubblica Dominicana, che ha parlato dell'ambasciatore J. Brewster, americano e gay dichiarato, accusandolo di favorire l'agenda gay sul suolo della Dominicana, soggiungendo:
«Quello lì [Brewster] ha bisogno di tornarsene all'ambasciata... Lasciatelo sbrigare le faccende di casa, dopotutto lui è moglie di un uomo».
http://rorate-caeli.blogspot.com/2015/12/dominican-cardinal-to-homosexual.html


Come previsto, torna in ballo la roboante proposta di far "sposare" i preti. Ma signora, li ha visti bene? Sposare chi? A parte il fatto che i preti hanno già almeno cento suocere cadauno, tolta la maggioranza di vecchi e polverosi pretonzoli ingrigiti dal tran-tran parrocchiale che attirano solo la naftalina, tolta l'ampia fetta di frou-frou che preferirebbe piuttosto un marito dotato e muscoloso, tolta la fettina di furbetti che da sempre preferiscono essere farfalloni piuttosto che essere sposati, cosa resta? Resta solo la minoranza di quelli che al celibato ci credevano sul serio:

http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1351189

E però è una roba non da poco: immaginate un prete divorziato risposato e pure transessuale (cfr. il card. Bagnasco che amministra la Comunione a Wladimiro "Luxuria"), che può accedere alla Comunione... Immaginate un seminarista che arriva tardi a Messa, «scusate, la mia fidanzata [il mio fidanzato] m'ha trattenuto al telefonino»... Immaginate subito dopo la Messa, la moglie [e la suocera] del parroco che lo rampognano perché il cestino delle offerte è troppo misero e con quello lei non riesce a pagarsi il parrucchiere...

mercoledì 9 dicembre 2015

c'è pontificato e pontificato, e le leggi vanno interpretate o applicate a seconda del soggetto...

A proposito della violenza fisica contro la persona del Romano Pontefice (CIC 1370), Fisichella ha detto ai giornalisti durante l'incontro con la stampa di venerdì scorso:
"Direi che occorre capire bene 'la violenza fisica,' perché a volte le parole sono fin troppo come rocce e pietre, e quindi credo che un po' di questi peccati, sono di gran lunga, fin troppo, più diffusi di quanto si possa pensare".
Oh, ma che birichino!

Chissà perché nell'epoca Ratzinger "criticare il Papa" scatenava applausi, e ora invece scatena quasi una scomunica per "violenza fisica contro il Romano Pontefice".

martedì 8 dicembre 2015

don Giorgio

8 dicembre 2015: don Giorgio Lenzi IBP celebra a Napoli la Messa della solennità dell'Immacolata in rito tradizionale:


sabato 5 dicembre 2015

più fogne per tutti !!

Finalmente il Successore di Pietro parla chiaro:
«In questo senso, un grave problema è la mancanza di accesso alle infrastrutture e servizi di base. Mi riferisco a bagni, fognature, scarichi, raccolta dei rifiuti, luce, strade, ma anche scuole, ospedali, centri ricreativi e sportivi, laboratori artistici.»
http://www.riscossacristiana.it/fuori-moda-la-posta-di-alessandro-gnocchi-4/

venerdì 4 dicembre 2015

fabbricazione delle sacre icone dei "Diritti Civili"

Sessant'anni fa, il 1° dicembre 1955, ci fu a Montgomery (capitale dello stato americano dell'Alabama) il Sacro Evento che diede il via al movimento americano per i "Diritti Civili": l'arresto di una giovane donna che si rifiutava di cedere il posto a sedere in autobus ad un uomo bianco.

Il Sacro Evento fu organizzato con cura: «non fu casuale, ma richiese una pianificazione meticolosa, non era qualcosa che si realizzò da un giorno all'altro, ma furono necessarie disciplina e persone intelligenti»:


http://www.montgomeryadvertiser.com/story/news/local/blogs/moonblog/2015/11/29/bus-boycott-took-planning-smarts/76456904/



martedì 1 dicembre 2015

Messori sta quasi per convertirsi

Vittorio Messori dixit:
Esiste un rischio di cattiva interpretazione delle parole del Papa. In un tempo nel quale persino la presenza alla messa domenicale è in crisi, sentire il Papa che dice basta al proselitismo o qualche volte pare bacchettare l’abitudine della celebrazione domenicale, lo ha detto a Santa Marta, potrebbe avere delle controindicazioni in gente non molto informata e non vicina alla Chiesa”.
http://www.lafedequotidiana.it/per-vittorio-messori-certe-parole-del-papa-possono-essere-fraintese-da-persone-non-vicine-alla-chiesa/

domenica 29 novembre 2015

mi chiedono un commento su Negri...

La notizia non è che "Negri (il miglior vescovo italiano) si augura che Bergoglio faccia la fine di Luciani".

No.

La notizia è il contorno:
Monsignor Negri, il 28 ottobre 2015, sul Frecciarossa partito da Roma-Termini (testimoni oculari hanno riferito l’accaduto), ha dato libero sfogo ai suoi pensieri a voce alta, come pare sia sua abitudine, incurante dei pochi presenti nella carrozza di prima classe, con il suo segretario, un giovane pretino dal look della curia che conta, doppio telefonino, pronto a filtrare le telefonate dell’arcivescovo.
E cos'è che farebbe infuriare il Negri? Veder Bergoglio calpestare la dottrina cattolica? Vederlo perseguitare i Francescani dell'Immacolata? Vederlo devastare quotidianamente il munus petrinus?

No: gli roderebbe la questione delle... nomine episcopali di Palermo e Bologna, che lui considerava roccaforti acquisite del movimento ciellino:
“Sono nomine avvenute nel più assoluto disprezzo di tutte le regole, con un metodo che non rispetta niente e nessuno. La nomina a Bologna è incredibile. A Caffarra (il vescovo uscente per limiti d’età) ho promesso che farò vedere i sorci verdi a quello lì (Zuppi): a ogni incontro non gliene farò passare una. L’altra nomina, quella di Palermo, è ancora più grave. Questo (Lorefice) ha scritto un libro sui poveri – che ne sa lui dei poveri – e su Lercaro e Dossetti, suoi modelli, due che hanno distrutto la chiesa italiana”.
Subito dopo che il mostro è stato sbattuto in prima pagina sul Fatto Quotidiano (un mese dopo i fatti, il 25 novembre 2015, come una bomba a orologeria: figurarsi se fossero state battutacce sulla culandra), è immediatamente partita da Negri la solita sfilza di dichiarazioni di assoluta ubbidienza al Papa e addirittura l'annunciata richiesta di un incontro personale «a cuore aperto», nonostante Negri sappia bene che la novità di questo pontificato è che sono i modernisti e i benpensanti da salotto (anziché i cattolici) a rampognare chi osa elevare fondate critiche al Papa.

Dai nemici mi guardi Iddio: e infatti la pugnalata alle spalle arriva al ciellino Negri nientemeno che dall'amico Savorana, autore del "comunicato ufficiale di Comunione e Liberazione", comunicato che incredibilmente mostra di prendere sul serio la sparata del Fatto Quotidiano arrivando a rottamare il vescovo che è stato una delle colonne di CL da oltre mezzo secolo:
“Riteniamo indispensabile precisare, a nome di Comunione e liberazione, che tali affermazioni così grossolane nella forma e inaccettabili nel contenuto che sembra impossibile provengano da un arcivescovo, sono totalmente contrarie ai sentimenti di Cl nei confronti di papa Francesco e degli arcivescovi di Bologna e di Palermo. ... [segue solita sviolinata] ... Qualora l’arcivescovo di Ferrara avesse pronunziato tali affermazioni, sarebbero unicamente espressione della sua personale opinione e non certo di Cl, nella quale mons. Negri non riveste alcun ruolo di responsabilità dal 2005”.
Savorana, Simoncini e Fontolan sono i tre moschettieri (laici) di don Carròn (capo di CL), che se li è affiancati per necessità in questi tempi di crisi (liquidando figure più serie ma meno ideologicamente carroniane, come il Cesana). Nell'era postformigoniana CL è stata infatti alquanto estromessa dai giochetti della politica e sta passando un brutto quarto d'ora fin dall'elezione del Bergoglio, trovandosi continuamente a dover proclamare la propria ubbidienza totale, assoluta, cieca, al gesuitico gesuitante inflitto alla Chiesa.

Auguro perciò a Negri di smettere di ingoiare rospi e di trasformare la crisi in opportunità, approfittando cioè del "servizio" fattogli dal Fatto Quotidiano per opporsi a viso aperto (cfr. Gal 2,11) sulle questioni serie piuttosto che sulle poltrone.

Tanto non ha nulla da perdere: la sua carriera è finita, mancano meno di 12 mesi al compiere i 75 anni e nelle scarpe ha più di qualche sassolino.

mercoledì 25 novembre 2015

una testa di maiale

Non sapevo che a Giugliano (comune di centoventiduemila abitanti in provincia di Napoli) ci fosse una moschea.

Stamattina l'Associazione Culturale Islamica di Giugliano ha scoperto una testa di maiale sui cancelli della moschea:



martedì 17 novembre 2015

esercizio di sinodalità: capire cos'è lo stile sinodale

Citazione:
E ad essere onesti non è solo colpa dei media: a parte la ripresa continua di questo o quel passaggio del discorso del Papa si sono sentite tante chiacchiere che sanno di aria fritta.

Valga per tutte l’emblematica intervista al segretario della Conferenza episcopale, monsignor Nunzio Galantino, apparsa ieri su Avvenire: si capisce che il Convegno di Firenze non è stato importante per il contenuto – di cui infatti nell’intervista non c’è traccia – ma per il metodo, il famoso “stile sinodale” che è ormai diventato un mantra.

Ma che cos’è questo “stile sinodale”? Il povero giornalista di Avvenire lo chiede a monsignor Galantino per ben otto volte, cercando di porre la domanda in tutti i modi possibili, ma alla fine si deve arrendere.

Dialogo, confronto, ascolto, ma alla fine si capisce che non lo sa neanche monsignor Galantino: «Si cresce nella sinodalità esercitandola, si capisce meglio in cosa consiste cominciando a lavorare e a confrontarsi insieme sulle questioni concrete delle nostre comunità», ha detto sfidando anche la logica. Insomma, «ciò che si è cercato di fare a Firenze è proprio questo: avviare un esercizio di sinodalità». 
http://www.lanuovabq.it/it/articoli-chiesa-italianae-poverise-bagnascocorregge-il-papa-14395.htm

sabato 14 novembre 2015

prominente domenicano pubblica libro favorevole alla finocchieria

La casa editrice domenicana Editions Du Cerf ha pubblicato il libro Amours di questo frate domenicano dalla faccia ambigua, che distorce san Tommaso d'Aquino per sfruttarlo in senso favorevole ai divorziati risposati ed agli omosessuali, dichiarando che gli Stati non devono opporsi al "matrimonio omosessuale", perché nessuno dovrebbe resistere alle proprie "inclinazioni":

https://www.lifesitenews.com/news/prominent-dominican-friar-publishes-book-claiming-thomas-aquinas-said-homos


Sul perché tanti ecclesiastici appoggiano i finocchi, c'è un articolo di Blondet:

http://www.maurizioblondet.it/sul-porcaio-italo-vaticano-qualche-domanda-sullorigine/

mercoledì 11 novembre 2015

di quando Paolo VI ruppe la diga di contenimento degli abusi liturgici

Parrocchia di Ognissanti, Roma, 7 marzo 1965: papa Paolo VI propugna la riforma liturgica celebrando per la prima volta col Messale provvisorio (non era la Novus Ordo: infatti solo la prima parte - la liturgia della Parola - era in italiano) pubblicato quello stesso mese:


La Novus Ordo fu costruita successivamente; la prima celebrazione di quest'ultima, per i soli padri a porte chiuse, avvenne nel 1967 ed esclusivamente in latino.

Nella stessa Messa, ecco Paolo VI che distribuisce la Comunione e i fedeli la ricevono "in piedi"; non c'è più nemmeno la balaustra:


La scena doveva essere sicuramente di grande impatto.

Fino a quel momento nelle Messe celebrate dal Papa, infatti, il Papa non distribuiva mai l'Eucarestia. Inoltre col Messale tradizionale, la cui ultima edizione era di appena tre anni prima (1962), vigeva ancora l'obbligo della Comunione in ginocchio.

"Se il Papa spazza via le norme liturgiche, allora possiamo spazzarle via anche noi", si saranno detti tutti quelli che erano stufi della liturgia cattolica.

sabato 7 novembre 2015

tifoseria papista

Che fine hanno fatto le tifoserie papiste che pensano di essere cattoliche nella misura in cui fanno il tifo per il Papa?



Cominciamo subito col rinfrescare la memoria corta di buona parte dei lettori: questo Papa è stato eletto proprio da quei cardinali che avevano fatto ogni sgambetto possibile al suo dimissionario predecessore, e la sua ascesa al soglio ha coinciso con l'improvviso silenzio dei media sui cosiddetti "scandali" che si abbattevano quotidianamente sulla Chiesa retta da Benedetto XVI ed alle enormi opposizioni e difficoltà subite durante tutto il suo pontificato. Quelle note le trovate elencate qui. Per contro, oggi, registriamo indizi evangelicamente preoccupanti (guai quando tutti parleranno bene di voi!), grazie ai quali viene meglio alla luce un fenomeno curioso: quello della riduzione del cattolicesimo a tifoseria del Papa.

Cito quattro recentissimi casi, premettendo subito che si tratta di autori non certo sospettabili di progressismo chiesastico, ma che sembrano suggerire l'idea che l'identità cattolica consista nel fare il tifo per il papa, come se il Papa non fosse il custode del deposito della fede ma incarnasse la fede stessa. Premetto subito che mi interessa parlare non dei quattro autori, ma della mentalità diffusa che emerge accarezzata (se non addirittura abbracciata) dai loro interventi.

Il primo è un articolo di Rino Cammilleri dove leggiamo:
Ma l'intervista a Civiltà cattolica ha spazzato ogni dubbio: il papa sa quello che fa, e quello che fa è parte di una precisa strategia. [...] Quella che sta proponendo è una sorta di gigantesca «scelta religiosa» da parte dell'intera Chiesa: curare in primis le umane sofferenze, poi, solo poi, insegnare il catechismo e tutto il resto. Da qui anche la reticenza a parlare di temi «scomodi» come nozze gay, aborto, eutanasia. [...] Se non inietti costantemente nella prassi la tua dottrina, un'altra ne prenderà il posto, magari una che le somiglia: ieri il marxismo, oggi il buonismo relativista. È un rischio, speriamo calcolato. Trasformare l'intera Chiesa in una Caritas sarà sufficiente alla nuova evangelizzazione? Dare alla gente quell'immagine della Chiesa che la gente vuole (assistenza gratuita, silenzio sul peccato e l'errore) è davvero l'idea vincente? A queste domande solo il futuro potrà rispondere.
È curioso che ci sia oggi tanta ansiosa urgenza di rassicurare i fedeli che «il papa sa quello che fa», e di presentare sotto la miglior luce possibile la sua «precisa strategia» pastorale. Come dei tifosi che vedono il loro campione che da mezz'ora ancora non riesce a toccare palla: tranquilli, si dicono infervorandosi a vicenda, è una «precisa strategia», è un «rischio speriamo calcolato».

Anche Giuda Iscariota riteneva necessario curare in primis i sofferenti, e solo successivamente insegnare la verità: quei trecento denari si potevano benissimo dare ai poveri, invece di utilizzarli per onorare Cristo. Che peraltro, ridicolizzando ogni «scelta religiosa», ci aveva fatto sapere che i poveri li avremmo avuti sempre con noi. L'essersi fermamente imposti di "non criticare mai il Papa" non è eroismo cristiano ma è un devozionalismo che cede alla diabolica tentazione di anteporre la carità alla verità, che è il nome elegante del buonismo.

Questi buonisti "di destra" che amano dichiararsi ortodossi "ma senza esagerare", che amano definirsi "dalla parte del Papa" e "kattolici" baldanzosi e battaglieri (sulla tastiera del computer), che disprezzano il "politicamente corretto" ma ne professano uno tutto loro, veramente credono in buona fede che l'appartenenza alla Chiesa sia la stessa cosa dell'appartenenza ad un partito, di cui per dovere di lealtà occorre far gioco di squadra osannando il caro leader financo al più piccolo ruttino.

Il secondo caso è un articolo in cui Luigi Copertino ci somministra uno spiegone altalenante il cui sforzo è teso a convincerci della bontà del principale gesto programmatico del Papa. Ecco una citazione:
Papa Francesco, nonostante abbia negato la volontà di convertire il suo interlocutore, ha evidentemente sperato, e pregato, affinché la Luce si faccia strada nel cuore di Scalfari. Lo si capisce chiaramente dalle parole usate nell’intervista, tutte tese a provocare nell’interlocutore ateo un moto di apertura, almeno problematica, almeno possibilista, alla Trascendenza. Non è dovere di ogni cristiano operare e pregare per la conversione, magari in punto di morte, del miscredente? E a tal fine – nonostante l'inutilità apparente del dialogo tra chi dell’Essere riconosce la trascendenza e chi crede che sia solo immanente – è meglio condannare o invece provare la medicina della Misericordia? Attenzione, però! Misericordia ma senza recedere di un millimetro dalla Verità di Fede. Questo è stato lo sbaglio di tanti cattolici postconciliari: credere che aprirsi al peccatore fosse farsi simile a lui gettando via dogma e vita ecclesiale. Tuttavia a questo sbaglio non si rimedia con i rigorismi, vecchi o nuovi. La Misericordia di Dio è la Sua Pazienza.
Sembra di leggere una mielosa pagina della rivista ciellina Tracce. Don Luigi Giussani soleva ricordare un episodio di una favoletta apocrifa in cui Nostro Signore e Pietro attraversando i campi si imbattono in una carcassa di un cane morto: di fronte al putridume Nostro Signore avrebbe esclamato: «che denti bianchi insegnando così a ricercare sempre l'aspetto positivo di ogni cosa. La maggioranza dei ciellini, anziché cogliere l'eco della virtù della speranza, deduce solo il dovere di professare un ottimismo sorridente, riducendo il giudizio critico alla banale selezione di un qualche aspetto positivo secondario (in modo poi da sentirsi comodamente con la coscienza a posto obiettando a chiunque: "sei il solito lamentoso!").

Anche il Copertino, di fronte all'evidente carcassa, si affatica ad evidenziarne i "denti bianchi", ossia ridurre la realtà ad uno solo (anche minimo) dei suoi aspetti apparentemente positivi, tentando di non notare che la presenza dei "denti bianchi" non rende affatto desiderabile o utile la presenza del cane morto. Notate in particolare come astutamente ponga come unica assoluta alternativa i «rigorismi»: per il Copertino o si fa quel che ha fatto il Papa, o si fa «rigorismo», tertium non datur, non esiste una terza possibilità. È proprio la tecnica retorica dei progressisti, quella di presentare il proprio punto di vista (lo spiegone sul Papa della "Misericordia") contrapposto ad un'unica deformata ed esagerata alternativa: vi prego di riassaporare lentamente quanto disprezzo ispira quel termine «rigorismi».

Sebbene quel poco esaltante scambio tra Francesco e Scalfari abbia indubitabilmente il valore di manifesto del pontificato (così come per Benedetto XVI lo ebbe il discorso alla Curia Romana del dicembre 2005), il dovuto ossequio al successore di Pietro avrebbe dovuto consistere in un prudente silenzio piuttosto che una gara a contemplare e spiegare i "denti bianchi". Solo una tifoseria accecata può vantare come importante azione da goal quella che era una maldestra caduta a centro campo, solo una tifoseria autoeccitata può fingere di non vedere (o addirittura giustificare come legali e necessari) i falli della propria squadra e lamentarsi delle meritate punizioni. Un cattolicesimo ridotto a tifoseria difende infatti non la fede, ma la propria etichetta di cattolico, pensando di far bella figura in immaginari talk-show qualificandosi ad ogni pié sospinto con: «oh, esisto anch'io! e sto dalla parte del Papa, eh!».

Il terzo caso è un articolo di Camillo Langone che così concludeva:
Insomma avete ragione su ogni dettaglio, cari cattolici tradizionalisti, eppure riuscite ad avere un torto complessivo perché se aveste davvero ragione le porte dell'Inferno avrebbero già prevalso mentre non è così. Quale alternativa proponete non l'ho mica capito: un antipapa? Il passaggio agli ortodossi? Non vorrei dover ascoltare i vostri mugugni fino alla fine di un pontificato che potrebbe essere lungo. La tradizione è fedeltà, anche a una sposa che non piace più tanto.
Già è un mistero il modo in cui si potrebbe aver «ragione in ogni dettaglio» e contemporaneamente un «torto complessivo», ma è ancor più misterioso il fatto che quelle «ragioni in ogni dettaglio» corrisponderebbero al prevalere delle porte degli inferi: pare la solita reductio ad Hitlerum, nel nostro caso reductio ad sedevacantistam, la solita reazione pavloviana per cui non appena si nominano certi tabù postconciliari scatta fulmineo lo stracciamento di vesti e la goffa demonizzazione dell'interlocutore.

Vi prego di osservare lo stesso meccanismo dell'articolo sopra citato: il concedere come unica alternativa qualcosa di grottesco («un antipapa? il passaggio agli ortodossi?») in modo da poter tirare conclusioni preconfezionate («torto complessivo») nonostante i fatti concreti («avete ragione su ogni dettaglio») che ci si rifiuta anche solo di considerare nel merito («i vostri mugugni»). Come tutte le tifoserie, anche quella papista ha bisogno di escogitare astuzie retoriche per potersi dichiarare fedele alla propria squadra, ed infatti il primo insulto è quello di non appartenere alla tifoseria stessa: «un antipapa? il passaggio agli ortodossi?». Come se l'osservare con onestà la situazione corrispondesse automaticamente al desiderare un antipapa. Reductio ad sedevacantistam.

La perla conclusiva è confondere la Tradizione con la fedeltà alla persona del Papa che magari «non piace più di tanto». Cioè insinuare non solo la confusione tra oggetto e soggetto, ma anche la riduzione ad opinione dei fatti che davano «ragione in ogni dettaglio».

Il termine "tifoseria papista" identifica principalmente l'aspetto psicologico del problema (e cioè il maldestro tentativo di autoassegnarsi un'identità "cattolica" sulla base dell'elogiare il Papa anche quando fa qualche vaccata). Le sue radici sono invece in quella malattia spirituale che riduce il cattolicesimo ad una "civiltà", una "cultura", un elenco aggiornabile di "valori giudeocristiani", in fin dei conti un'ideologia. Malattia che ha un nome perché è stata diagnosticata già da parecchi anni: è quella dei cristianisti. Che cioè possono perfino professare l'ortodossia dottrinale più pura, ma che finiscono in fin dei conti per utilizzarla solo come strumento di lotta contro chi non è daccordo con loro. Vi prego di riflettere un attimo sulla diabolica tentazione del passare dall'amare e desiderare la Verità, al solo sfruttare e adoperare le verità di fede contro qualcuno (per esempio scagliandole contro chi non professa i "valori dell'occidente giudeocristiano", o contro chi non è inquadrabile in una tifoseria papista). E questo ci introduce al quarto caso: quello del direttore di Radio Maria.

Il compagno Livio Stalin Fanzaga ha personalmente liquidato per direttissima due pericolosi controrivoluzionari, Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro, colpevolissimi di aver «criticato» il Papa, di averlo fatto senza deragliare dalla dottrina cattolica, di averlo fatto dalle pagine di un quotidiano anziché dai microfoni di Radio Livio, di averlo fatto in modo tale da non destare scandalo nei fedeli. Ma l'occhiuto controllore se ne è accorto subito: a lui non la si fa, eh! E quando gli ascoltatori sbigottiti e addolorati gliene domandano il motivo, ottengono la tipica risposta untuosamente clericale: beh, vedete, per collaborare a Radio Maria si firma un accordo in cui ci si impegna a non criticare mai il Papa... Sottinteso: tifoseria papista.

A questo punto verrebbe da chiedergli come mai sulla sua radio si cita Dante Alighieri, che certi Papi li descriveva all'inferno, o addirittura l'apostolo Paolo che con fermezza si oppose pubblicamente a papa Pietro (facendogli per di più azzeccare una notevole figuraccia; Gal 2,11) poiché quest'ultimo aveva un po' troppo riguardo per i circoncisi. Finora non risulta che da Radio Maria siano stati epurati gli scritti danteschi e paolini. Nemmeno risulta che Gnocchi e Palmaro si siano opposti al Papa «a viso aperto», né che abbiano almeno dichiarato all'inferno qualche Papa conciliare.

Vi prego di riflettere un attimo sul punto centrale di tutta la questione: qui non si parla del diritto di criticare il Papa (una discussione del genere suonerebbe infatti infantile), ma del motivo per cui la Chiesa ha il Papa. Suo dovere è custodire il deposito della fede. Una volta ravveduto, confermi i suoi fratelli. Pare proprio che la tifoseria papista lo abbia dimenticato. I cattolici in crisi di identità hanno trasformato la figura del Papa nella loro etichetta autocelebrativa. Il Papa come mascotte della Chiesa, il beniamino da elogiare in ogni caso, anche quando fa qualche marachella (e, a denti stretti e pezze a colori, perfino quando la marachella è un po' grossa). Per cui anziché allontanarsi silenziosi dalla carcassa del cane, vi corrono a cercare affannosamente qualche "denti bianchi" da opporre contro i «mugugni», avvertendo in pericolo la loro identità di tifosi, la loro immagine di una Civiltà Occidentale di Valori Giudeocristiani. Vi prego di notare come siano gli stessi meccanismi mentali e spirituali del cattoprogressismo, con la sola differenza che cristianisti e tifoseria papista partono "da destra", da posizioni "ortodosse" ("perbacco, sto dalla parte del Papa, io, eh!").

Questo scivolare verso la confusione tra la funzione del Papa con la persona del Papa finisce presto per ridurre l'ubbidienza alla mera esecuzione di ordini, e il dovuto ossequio ad un servilismo intellettuale (si pensi ad esempio all'ermeneutica della continuità, cioè alla proposta di una soluzione "politica" ad un problema "teologico": come se l'espressione giusta, il parolone elegante, il comando di vedere "tutto in continuità" anche laddove non lo sembri, cambino magicamente la sostanza dei fatti). Si finisce per pensare che la fedeltà alla persona del Papa sia il punto di partenza (anziché un risultato) della fedeltà al Signore ed alla Tradizione (attenzione alla sottigliezza: si è fedeli al Papa perché cattolici; se si ragionasse al contrario, cioè se si fosse cattolici perché fedeli al Papa allora il Papa sarebbe banalmente il Grande Capo di un Club denominato Chiesa). Si finisce insomma per credere che il custode del deposito della fede coincida col deposito stesso (cosa che certuni amano impropriamente chiamare "Tradizione vivente", introducendo così un'ambiguità: se la Tradizione "vivente oggi" contraddice anche solo un pochino quella che era "vivente ieri", allora non possono più sussistere certezze nel mondo cattolico, e la Chiesa sarebbe una banale Associazione che ogni tre giorni può cambiare drasticamente il proprio statuto, e guai a chi non si aggiorna - cioè, in fin dei conti, un progressismo elegantemente mascherato da ortodossia).

venerdì 6 novembre 2015

quando la Massoneria decide che è ora di "aiutare il Papa"...

Alcuni dei laicissimi personaggi che hanno tirato fuori il nuovo scandalo vaticano hanno arie e parole da massoni. Quando la Massoneria decide che è ora di “aiutare il Papa” può ben organizzare il concerto papolatrico così vistoso sui media. Che poi questa grancassa semini disgusto, nausea e sgomento fra i fedeli, tanto meglio.
L'articolo completo è qui:

http://www.maurizioblondet.it/francesco-e-sereno-per-forza-nuzzi-lo-aiuta/

mercoledì 4 novembre 2015

ultimissime

Notizia 1: le calunnie di pessimo gusto da parte dei persecutori dei Francescani dell'Immacolata cominciano a diventare così numerose che un certo Almodovar avrà già pensato di farne un film.

Vale la pena ricordare il trucchetto: siccome le accuse nominano immagini scioccanti (e siccome in passato certi personaggi apparentemente "insospettabili" sono stati effettivamente condannati per quel genere di robe), finirà che i gonzi si illuderanno con: "qualcosa di vero ci deve pur essere, se le accuse sono così scioccanti" (notare la "deduzione" tutt'altro che logica: la bruttezza della notizia corrisponderebbe alla sua verità...).


Notizia 2: da culturacattolica.it a censuracattolica.it 

Il seguente articolo, originariamente pubblicato su CulturaCattolica.it, è stato cancellato su richiesta di don Carròn, presidente di Comunione e Liberazione. L'articolo evidenzia la deriva di Carròn verso il «nuovo paradigma ermeneutico di stampo rahneriano»:

http://www.arcsanmichele.com/index.php/vita-della-chiesa/59-movimenti/6358-gli-aborti-censurati-sara-misericordia


La svolta del Carròn ha come centro «la riflessione sul significato e sulla bontà della legge umana»:

http://www.culturacattolica.it/?id=17&id_n=37824

sabato 31 ottobre 2015

il Popolo Cattolico dice la sua in metropolitana...

Citazione:
La barca di Pietro si è avviata dentro un tunnel sempre più buio in cui la sta guidando un nocchiero che, palesemente, vuole sfasciarla per fare chissà cosa del travame che ne ricaverà. Ma non dobbiamo illuderci di vedere tanto presto la luce. Questo Papa piace troppo, davvero troppo, a chi non è cattolico e non intende diventarlo e a chi è cattolico e vuole esserlo sempre meno.

L’altro giorno, in metropolitana a Milano, stavano sedute davanti a me due signore sui sessant’anni. Una leggeva quell’ammasso di luoghi comuni riciclati che è la Laudato si’ e l’altra non ha resistito alla tentazione di dire la sua. Una a dire magnificenze di questo Papa che ogni sera manda un Tir di aiuti ai bisognosi, che somiglia tanto al Papa Buono e che, testuale, “ha voluto chiamarsi Francesco per la natura”. E l’altra a rispondere che finalmente è arrivato l’uomo coraggioso che, testuale, “ci ha liberati perché, per duemila anni, la Chiesa (il maiuscolo è mio) ci aveva rubato la vita”.
[...]
Caro Mauro, questo Papa piace a questa Chiesa e a questo mondo. Non era mai capitato che l’una e l’altro marciassero a ranghi compatti dietro al Vicario di Cristo.
http://www.riscossacristiana.it/fuori-moda-la-posta-di-alessandro-gnocchi-rubrica-settimanale-2/

martedì 27 ottobre 2015

flagello divino a Bologna

Per farsi un'idea di un vescovo non si dovrebbe partire dalla faccia che ha. Ma... ma lo avete visto bene? Con decenza parlando, sembra il personaggio cattivo, viscido e sporco di un film horror:


Tutti quelli che hanno odiato l'ortodossia di Caffarra possono finalmente festeggiare. Per almeno quindici anni. Orsù, bolognesi, consolatevi: è vero che è della Sant'Egidio, ma almeno non è Bruno Forte come si diceva fino a non troppe settimane fa...

domenica 25 ottobre 2015

c'è gran festa all'inferno: molte anime potranno finalmente mangiare e bere la propria condanna..."

Pare che anche stavolta «da qualche fessura sia entrato il fumo di Satana nel tempio di Dio».

Si allarga dunque ancor di più la valanga di danni a cui dovranno porre rimedio i successori del gesuita Bergoglio.

La "fessura" stavolta consiste nella votazione al Sinodo per concedere ufficialmente la Comunione agli indegni, sia pure valutando "caso per caso" (ma ditemi voi chi tra loro non crederà di essere un "caso particolare e meritevole"...).

Cioè consiste nell'autorizzare il sacrilegio: ed il tutto è passato ieri con una maggioranza di un solo voto in più, proprio come quando "passò" nel 1989 la sprezzante "Comunione sulla mano".

https://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2015/10/e-bergoglio-che-e-salito-sulla-cattedra.html


I normalisti si trastullano felici leggendo che nel nefando articolo 85 è stato citato il numero 84 della Familiaris Consortio. Poveri ingenui. Anche per la "comunione sulla mano" c'era una vasta quantità di raccomandazioni e precisazioni e limitazioni che sono state sempre ignorate.

Ora, il punto è che prima del sinodo la soluzione a quei "casi particolari" già c'era, e se proprio c'erano tutte le condizioni per una Comunione non sacrilega, si poteva concederla in forma privata evitando lo scandalo. Non c'era bisogno di una decisione "sinodale".

È quantomeno sospetto quando la gerarchia si affanna a legiferare per risolvere un problema già risolto in precedenza.

Tutto questo senza contare la faciloneria con cui oggi si concede la Comunione (cfr. ad esempio l'infernale Bagnasco che ha amministrato il Corpo di Cristo ad un impenitente Wladimiro "Luxuria").

Ripeto per maggior chiarezza: è quantomeno sospetto il fatto che la gerarchia si affanni a legiferare per risolvere un problema che non si pone, per di più alla luce della faciloneria del clero e dell'episcopato della nostra epoca.

https://letturine.blogspot.it/2015/10/in-principio-fu-mammona.html


Quanta gente era in pericolo di perdere l'ultima occasione di salvezza, se non avesse prestamente avuto la concessione della "Comunione sulle mani"?

E quanti divorziati risposati oggi sarebbero in pericolo di perdere l'ultima occasione di salvezza, se non gli si concede immediatamente e pubblicamente "la Comunione caso per caso"?

sabato 24 ottobre 2015

hanno paura di una preghiera... (indovinate chi)

Citazione:
Un amico di Biella mi racconta che aveva convinto il suo giovane parroco (romeno) a terminare la Messa con la preghiera a San Michele che Leone XIII ordinò fosse recitata dal sacerdote in ginocchio nelle funzioni feriali, e che fu soppressa nel 1964 sotto Paolo VI. “Sancte Michael Arcangele, defende nos in proelio; contra nequitiam ed insidias diaboli esto praesidium…”. Il prete ha dovuto smettere perché i parrocchiani, avevano detto che la preghiera “li spaventava…Come? Il diavolo, adesso?! C’è da aver paura?”.

Questo è la condizione di buoni cattolici d’oggi, probabilmente anche buoni cattolici se vanno a messe feriali: aver paura di una preghiera. Che era un presidio. Papa Leone la scrisse di suo pugno dopo essere stato visitato da una visione, il 13 ottobre 1884, in cui una potente voce cavernosa chiedeva cento anni per distruggere la Chiesa: appunto per evocare la protezione del primo arcangelo contro Lucifero. Bisognava spaventarsi quando la protezione fu tolta, magari. Ma non è colpa nostra. “Nei testi conciliari l’inferno non si trova menzionato mai col termine proprio, e solo una volta per obliquo con la perifrasi ‘fuoco eterno’. Alla dottrina stessa dell’inferno non si trova dedicata alcuna pericope”, scrive Romano Amerio (Iota Unum, capitolo Escatologia). L’inferno è stato espulso dalle gerarchie, la sua eternità negata dai teologi. I vescovi di Francia rigettarono il dogma, nel 1978, comunicando ai fedeli che “l’inferno è semplicemente un modo di parlare del Cristo a uomini poco evoluti religiosamente: noi, da allora, ci siamo evoluti…”.

Si è visto come siamo religiosamente evoluti, se essere cattolici significa aver paura di una preghiera. Si noti che, dai sondaggi, almeno metà di quelli che ancor si dicono cattolici non crede all’inferno, né al paradiso; e poi, questi spiriti forti “si spaventano” a sentir nominare “Satanas”, superstiziosamente. O è la ripugnanza invincibile di gente tutta votata all’aldiquà alla sola idea che la nostra vita si adempia nell’aldilà? A tal punto è persa la nozione della tragicità inerente all’esistenza umana? In credenti? Credenti in che cosa, c’è da chiedersi.

L’immagine che diamo noi pochi cattolici rimasti, di timorose pecorelle che in fondo si raccomandano a Gesù e Maria perché ci risparmino i mali di questo mondo; il pacifismo che dà nell’imbelle e confina con la pusillanimità (non escludo me stesso dal gregge) è increscioso, nei tempi che corrono e in quelli che verranno; ed è contrario alla fede, che ci dovrebbe rendere – una volta confessati e comunicati – pronti anche alla morte. Mi domando se non ci sia mancata una pedagogia del coraggio; perché se è vero che la fortezza (la costanza nelle avversità e nelle persecuzioni) è un “dono dello Spirito Santo”, esso è una virtù: e alle virtù ci si allena, essendo esse “buone abitudini” da acquistare.

Il resto dell'articolo è qui:

http://www.maurizioblondet.it/cattolici-la-nostra-e-la-religione-del-coraggio/

venerdì 16 ottobre 2015

oggi parliamo del demonio

Gli americani arrivano sempre primi:



Sempre in tema "demonio", ecco una corbelleria del Cavalcoli candidamente rilasciata al Vatican Insipider:

...la comunione ai divorziati che vivono una seconda unione... «tocca chiaramente la disciplina e non la sostanza» del matrimonio.

http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/sinodo-famiglia-43987/

Ha fatto un altro passo avanti in direzione Bagnasco (quel tizio che concesse la Comunione ad un certo Wladimiro Luxuria).

http://www.corrispondenzaromana.it/i-tre-marchiani-errori-di-padre-cavalcoli/

mercoledì 14 ottobre 2015

invasione islamica? macché!!

Nessuna invasione islamica, ragazzi: si tratta solo del suicidio dell'Occidente Giudeocristiano dei Valori Giudeocristiani:

http://www.maurizioblondet.it/udo-ufkotte-la-germania-si-consegna-allislam/


Una citazione dal sopracitato articolo per far capire l'andazzo:
In Austria un musulmano può tranquillamente lodare Adolf Hitler per avere massicciamente sacrificato degli ebrei senza essere perseguito. Un tribunale di Linz, infatti, nel 2015 ha sancito che la lode a Hitler per la morte degli ebrei era legittima per un imputato turco e che le sue esternazioni su Facebook erano legittime.

http://www.jpost.com/Diaspora/Austrian-prosecutor-Call-to-kill-Jews-is-legal-criticism-of-Israel-390760

Lo stesso capita quando durante una manifestazione antisemita dei musulmani gridano “Gli ebrei nella camera a gas”. I tribunali si piegano all’andazzo generale. Una volta ciò veniva chiamato “deviazione” della giustizia, oggigiorno invece è la normalità.

Nel gennaio 2015 un pastore protestante di Brema ha dichiarato che l’Islam di per sé non appartiene alla Germania. I media hanno esposto questo fatto caricaturandolo. In altre parole, la libertà d’opinione nei confronti dell’Islam viene sempre più ridotta.

Nel marzo 2015 un pensionato tedesco di 82 anni (che, da bambino, è sopravvissuto alla seconda guerra mondiale) è stato imprigionato per 6 mesi perché non aveva pagato una tassa di 50 euro. http://www.suedkurier.de/region/schwarzwald-baar-heuberg/st-georgen/Nach-Streit-um-Ausweis-Rentner-82-aus-St-Georgen-wird-verhaftet;art410944,7671279

Contemporaneamente dei giudici tedeschi hanno concesso la libertà vigilata a un giovane bulgaro che aveva messo in circolazione 65.000 euro in valuta falsa.

http://www.merkur.de/lokales/muenchen/stadt-muenchen/bewaehrung-bluetenbande-4784318.html

martedì 6 ottobre 2015

roba da gesuiti...

Una furbata gesuitica: il querulo "monsignor finocchio" presto verrà... "perdonato":

http://secondonatura.blogspot.it/2015/10/la-furbata-del-prete-invertito-alla.html


Commento di Danilo Quinto sul querulo di cui sopra:

http://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2015/10/danilo-quinto-chi-appartenete-gesu-o.html


Sempre sul querulo di cui sopra, sentiamo cosa ne dice sant'Alfonso de' Liguori:

http://intuajustitia.blogspot.com/2015/10/prete-del-vaticano-fa-coming-out-sono.html


Articolo di don Mauro Tranquillo su papa Bergoglio che incontra un sodomita col suo compagno, mentre un certo "padre Lombardi" si è affrettato a dire che l'incontro con Kim Davis (la funzionaria processata per aver rifiutato licenze matrimoniali agli invertiti) «non deve essere considerato come un appoggio»:

http://www.sanpiox.it/public/index.php?option=com_content&view=article&id=1667:due-curiose-coincidenze-e-il-sospetto-di-eresia&catid=64&Itemid=81

lunedì 5 ottobre 2015

in principio fu Mammona

Citazione:
Nell’imminenza dell’apertura del Sinodo sulla famiglia che si prevede sarà pieno di carità nell’aprire la Comunione ai divorziati risposati, sarà bene ricordare perché i cardinali tedeschi, Kasper, Marx eccetera, vogliono assolutamente questo progresso.

Il motivo è la “tassa ecclesiastica”, Kirchensteuer, che tutti i cattolici tedeschi sono obbligati a pagare alla Chiesa. Chi non la paga viene escluso dai sacramenti, salvo in punto di morte. Ora, con la secolarizzazione dilagante nella società, sempre più cattolici anche in Germania divorziano, e poi si rifanno una famiglia con un’altra o un altro. Si allontanano dalla Chiesa, non essendo più in grazia di Dio. E cessano di contribuire.

Il gettito della Kirchensteuer, ohimé, diminuisce inesorabilmente da anni; e la Chiesa tedesca intesa come organizzazione è “cresciuta” fino a diventare un colosso burocratico, con 40mila dipendenti stipendiati. E da continuare a stipendiare. La buro-Chiesa rischia seriamente la bancarotta. Ecco dunque le geratrchie sono le più misericordiose e più calde nello spingere per ridare i sacramenti ai divorziati che (per le norme cattoliche) convivono in peccato. O come ha detto il cardinal Kasper, che anche queste pecorelle disperse “partecipino pienamente alla vita della Chiesa”. L’avverbio “pienamente” è pieno di significato. Si dà la Comunione a peccatori non pentiti (sacrilega, diceva la Chiesa di ieri) in cambio dei quattrini. La Chiesa di una volta chiamava questo “simonia”, commercio delle cose sacre. Oggi si chiama “misericordia”.
http://www.maurizioblondet.it/perche-i-cardinali-tedeschi-sono-tanto-misericordiosi/

venerdì 2 ottobre 2015

una trentina di gesuiti dietro le quinte preparano la prossima sorpresa sinodal-bergogliana...

Citazione:
Domani saranno rivelate le nuove procedure per il Sinodo sulla Famiglia, previsto per ottobre; e secondo quanto scrive Edward Pentin non c’è da aspettarsi molta trasparenza: gli interventi dei Padri sinodali non dovrebbero essere resi pubblici, come è avvenuto l’anno scorso, in totale rottura con la prassi di sempre, i lavori dei Circuli Minores anch’essi segreti, o riassunti e filtrati dagli addetti stampa.

Scrive Pentin inoltre che non ci saranno né un documento intermedio, né un messaggio finale. “Il Papa non vuole niente di scritto dai Padri sinodali”. Forse per essere il più libero possibile di decidere senza nessun tipo di legame o suggerimento. Un po’ come è avvenuto per il Motu Proprio sui processi di nullità, dove gli uffici competenti della Santa Sede non sono stati neanche consultati.

In questo contesto da una dozzina di giorni una trentina di persone, quasi tutti gesuiti, con qualche argentino, stanno lavorando intorno ai temi del Sinodo, in maniera molto riservata, sotto il coordinamento di padre Antonio Spadaro, il direttore della Civiltà Cattolica, che passa molto tempo a Santa Marta, in consultazione con il Papa.

La discrezione sui lavori si estende anche ai gesuiti della stessa Casa, la villa della Civiltà Cattolica, Villa Malta, sul Pincio, dove viene svolto una parte del lavoro. Un’ipotesi è che la “task force” lavori per fornire al Papa gli strumenti per un eventuale documento post-sinodale in tema di eucarestia ai divorziati risposati, conviventi e coppie dello stesso sesso.

http://www.lastampa.it/2015/10/01/blogs/san-pietro-e-dintorni/sinodo-lavori-discreti-in-corso-qOzhNOJ6AkwCrMJiWfGHNO/pagina.html