martedì 31 marzo 2015

silurato mons. Oliveri, esattamente come previsto

Mons. Oliveri, vescovo di Albenga e "reo" di essere amico della Tradizione e dei Frati Francescani dell'Immacolata, è stato definitivamente silurato.

A darne notizia è il commissario "tutor" vescovo coadiutore con diritto di successione,  mons. Borghetti, che in modo roboante ha annunciato di aver "pieni poteri", con largo anticipo rispetto al gennaio 2019 (inizio dell'età "pensionabile" di mons. Oliveri).

Il siluramento a suo tempo era stato confermato con una "smentita ufficiale" da parte di mons.Oliveri (come nella politica, le "smentite" sono in realtà "conferme"; ed anche il "vescovo coadiutore" ufficialmente era stato richiesto da Oliveri, praticamente è stato imposto ad Oliveri).

Nella proclama di Borghetti rilasciato all'ANSA si fa cenno a seminaristi con fede "debole" (sottinteso: non credono ai neodogmi del Vaticano II), di preti pedofili (uno già in carcere, altri tuttora indagati) e di preti "nudi su Facebook" (eufemismo per indicare la lobby dei preti gay).

La lobby dei preti gay (che ne conta di occulti e di fin troppo riconoscibili), ad Albenga, conterebbe circa un terzo del clero diocesano - quanto basta per influenzare drammaticamente (da molti anni a questa parte) la vita della diocesi e le decisioni del vescovo. Molti sono stati ordinati proprio da Oliveri - fin troppo generoso nell'accogliere seminaristi ambigui, magari spacciatisi per tradizionalisti.

A farne le spese, dunque, saranno come al solito gli onesti - cioè i preti e seminaristi di stile "tradizionale".

lunedì 23 marzo 2015

citazioni: botte a CL mentre si prepara a belare Leone XIV

Citazioni dall'articolo «Botte a CL. Tante, forse troppe», di Roberto Dal Bosco, Effedieffe, 23 marzo 2015:
Vorrei sorvolare sulla questione Lupi che impazza su tutti i media. «Appalta coi Lupi», è un’immagine divertente che vedo girare in rete, con il fu ministro nelle vesti di Kevin Costner. L’Italia si deve subire il pistolotto di Di Battista che praticamente gli augura la morte — la ballata dell’indignazione de Il Fatto sul Rolex da 10 mila euro regalato al figlio per la laurea. «Era un modello da 3.500» è stata la difesa.

No, non voglio, non devo curarmi del vergognoso giustizialismo italiota [...]

Mi pare insomma, che con la caccia al Lupi si sia entrati nella fase in cui il sistema inizia finalmente a liquidare la presenza ciellina, che per tanti anni ha bussato, facendosi aprire e offrendo qualche dono in cambio. La caccia al Lupi diviene caccia grossa al ciellone.

Il segnale definitivo, ci pare, lo abbia dato Bergoglio qualche settimana fa, quando di fatto sputò su centomila ciellina giunti a Piazza San Pietro per Giubilare la propria fede giussanico-bergogliona: eppure, come ha notato Sandro Magister, «con i carismatici va a mille, siano o no cattolici. Con i focolarini altrettanto, li ha incitati a proseguire nel solco della fondatrice Chiara Lubich e nel dialogo ecumenico e interreligioso. Persino con i neocatecumenali è ora più caloroso che mai: ha messo da parte i rimproveri che ha loro rivolto un anno fa e ne ha benedetto il carisma, specie quello missionario». CL invece, no. «Autoreferenziali».

I giussanisti, per una volta, non hanno fatto finta di niente. Robi Ronza, valvassino personale del fondatore a stipendio eterno dalla Regione Lombardia, ha fatto sentire la sua voce sul sito umoristico La Nuova Bussola Quotidiana. Antonio Socci, dalla sua posizione privilegiata di sincera voce del sedevacantismo soft, ha approffittato per dichiarare fallita la successione di Don Gius: Don Carron, che doveva stare in carica solo 3 anni, ha portato il movimento ad una irrilevanza ecclesiale tale da farsi sputare in un occhio dal Pontefice regnante.
[...]

Come ho già avuto modo di dire, il 2013 fu un annus horribilis per CL. I giussanisti, che per decenni avevano fatto bene i compitini, senza quasi mai pestare i piedi a nessuno, facendo tutti i compromessi possibili ed immaginabili, avevano un sogno nel cuore, anzi due — diciamo che erano abbastanza ambiziosetti: volevano il prossimo premier (Formigoni) e il prossimo Papa (Scola).

Con Formigoni sappiamo come è andata: attaccato da un tempesta senza precedenti orchestrata dal Corriere, De Benedetti e dai concorrenti di CL nella Sanità Lombarda: alla fine, scalzare il Celeste dalla sua babelica torre doveva corrispondere alla rapina dei nosocomiali appalti miliardari. Con Scola, la faccenda è più delicata. Sulla strana storia di Scola Papa nessuno ha insistito abbastanza. È noto che la CEI emise un comunicato, appena dopo la fumata bianca, con il quale si congratulava per l’elezione al Soglio di Angelo Scola, il quale – era scritto – aveva scelto il nome di Leone XIV. I ciellini, e non solo loro, ci cascarono in blocco. Poche ore dopo, si affacciava su San Pietro il Papa Buonasera. La delusione fu totale.

Qualche benpensante può imputare la cosa ad un errore: secondo tanti pronostici, il Papa si sarebbe dovuto chiamare appunto Leone, e Scola, credo unico ed antipatico caso nella Storia di prelato ad avere occupato entrambe le rampe di lancio per l’anello piscatorio che sono il Patriarcato di Venezia e l’Arcidiocesi di Milano, risultava papabilissimo.
[...]

Dagospia lo scorso novembre ha pubblicato un’indiscrezione per cui anche Bergoglio sarebbe pronto alle dimissioni, e Scola è pronto a fare il sostituto.

Al momento, ci pare una sciocchezza. Ma lo Scola – che qualcuno mi ha descritto come inebetito per mesi dopo il trauma della mancata elezione – qualche passo in avanti lo ha pure fatto: ricordate il caso dell’insegnante di religione licenziato per aver mostrato agli studenti il filmato antiabortista L’Urlo silenzioso? Ricordate i continui salamelecchi alla comunità islamica di Milano? Ricordate la paura dell’arcidiocesi quando venne accusata di censire le scuole in cui si insegnava ai bambini la teoria del gender?
Oramai non mi stupirei più di nulla. Lo ammetto: sono incapace di capire il verso di questa cosa. [...]

sabato 21 marzo 2015

cardinale con vizietto finalmente rinuncia al cardinalato

Il cardinale Keith O'Brien, che fin dagli anni '80 commetteva atti sodomiti con quattro preti (aveva il vizietto già prima di diventar vescovo), finalmente è costretto a ritirarsi:


Uno dei preti coinvolti ha affermato: “Lui [in qualità di vescovo] ha un immenso potere su di te. Può trasferirti, può bloccarti, può metterti nei guai… controlla ogni aspetto della tua vita”.

Infatti uno dei quattro preti, vedendolo diventar vescovo, s'è spretato.

Anche se O'Brien ha rinunciato ai diritti e privilegi del cardinalato, manterrà il titolo di cardinale.

Il caso precedente di rinuncia al cardinalato fu del gesuita francese Louis Billot, che era stato fatto cardinale nel 1911 e che dopo essersi scontrato con Pio XI rinunciò al cardinalato, rinuncia accettata pochi giorni dopo, il 13 settembre 1927.

venerdì 20 marzo 2015

mons. Williamson ha ordinato vescovo don Faure

Come già riportato dal blog Rorate Caeli, mons. Richard Williamson (espulso dai lefebvriani nel 2012) ha ordinato vescovo don Jean-Michel Faure (che ha lasciato i lefebvriani nel 2014): ne avevo riassunto la questione qui:

http://letturine.blogspot.com/2015/03/mons-williamson-ordina-nuovi-vescovi.html


Il comunicato stampa della FSSPX (lefebvriani) accusa Williamson e Faure di aver "violentemente criticato le autorità romane", di "non riconoscere le autorità romane se non in maniera retorica", e che questa ordinazione illegittima del 2015 non sarebbe confrontabile con le ordinazioni ugualmente illegittime di mons. Lefebvre nel 1988.

In particolare il comunicato stampa afferma - in modo piuttosto imbarazzato - che il particolare "stato di necessità" varrebbe solo per la FSSPX (beh...):

http://www.fsspx.org/en/publications/newsletters/consecration-fr-jean-michel-faure-7443


Le foto della consacrazione episcopale sono disponibili sul blog in lingua spagnola Non Possumus VCR:

http://nonpossumus-vcr.blogspot.com/2015/03/consagracion-de-monsenor-faure.html

martedì 17 marzo 2015

mons. Williamson ordina nuovi vescovi

Indiscrezione da Rorate Caeli: mons. Williamson, vescovo espulso dalla FSSPX (lefebvriani) nel 2012 per banali motivi di immagine, giovedì 19 marzo 2015 ordinerebbe un nuovo vescovo - il settantatreenne don Jean-Michel Faure (che fu ordinato sacerdote da mons. Lefebvre nel 1977), nel monastero di Santa Cruz a Nova Friburgo, in Brasile. Don Faure ha lasciato i lefebvriani nel 2013, in disaccordo con la "linea" del superiore mons. Fellay.
L'ordinazione ovviamente avverrà senza il consenso di Roma; in compenso il nuovo vescovo sarà esonerato da quelle tragicomiche riunioni delle conferenze episcopali, non dovrà sottostare al parere dei vescovi circostanti per aprire un seminario, potrà criticare i vescovi che dicono idiozie ed eresie, non si vedrà ostacolato dai vescovi che vogliono far carriera, ecc.
Rorate Caeli ha anche saputo (notizia per ora non confermata da altre fonti) della possibilità che Williamson ordini vescovo anche don Innocent Marie (in data successiva al 19 marzo), fondatore della comunità domenicana di Avrillé in Francia, comunità che venne interamente espulsa dalla FSSPX (e con contorno di numerose porcate), sempre ad opera del citato Fellay, per disaccordi con le ambiguità di quest'ultimo.

Le ordinazioni episcopali perciò farebbero incorrere Williamson e i neo-ordinati nello stesso tipo di scomunica già comminata il 3 luglio 1988 a Lefebvre (e poi "ritirata" da Benedetto XVI a gennaio 2009).

Per i lefebvriani il problema delle ordinazioni si è posto fin dal 1988: qualora venisse meno il vescovo-superiore, la FSSPX non avrebbe più potuto ordinare sacerdoti (e perciò le vocazioni sarebbero finite tra le grinfie dei cultori del Novus Ordo): anziano e prossimo alla fine dei suoi giorni, nel 1988 Lefebvre preferì ordinare Fellay, Williamson e altri due vescovi (anziché continuare ad aspettare risposta da Roma) per dare continuità alla FSSPX.
Chi conosce le vicende degli anni recenti, di Commissariamenti, di imposizioni di Cardinali Consiglieri dialoganti con la Massoneria, di limitazioni al numero di vocazioni, di imposizione del "biritualismo", di accordi che la Santa Sede prima concede e poi si vuol rimangiare, ecc., non ha bisogno di ulteriori argomenti per capire come mai non si fidano troppo delle autorità ecclesiastiche romane...
Nel 2009 le scomuniche ai lefebvriani e ai quattro vescovi furono rimesse da Benedetto XVI (inclusa quella al Williamson) e subito scattò automaticamente l'orchestrato scandalo mediatico sulle "dichiarazioni sull'Olocausto" di mons. Williamson. Quest'ultimo venne poi emarginato sempre di più fino ad essere espulso dalla FSSPX, nel quadro delle ampie epurazioni di chi non la pensa esattamente come il superiore mons. Fellay. Per cui di fatto abbiamo dei lefebvriani "ufficiali" (la FSSPX) e dei lefebvriani "staccati" (la "Resistenza" che grosso modo ha come riferimento Williamson).

Dal 1988 al 2015 i quattro vescovi sono tutti invecchiati di ventisette anni, e si avvicina il momento della loro inabilità o morte. Perciò più tempo passa e più la FSSPX - che oggi ha in forze solo il Fellay e altri due vescovi - ha bisogno di ordinare nuovi vescovi, a meno di non ottenere un riconoscimento canonico nella Chiesa e qualche garanzia (ehm...) che in futuro non ci saranno sorpresacce...

Stesso problema per mons. Williamson: è molto anziano e presto potrebbe non essere più in grado di ordinare sacerdoti alla maniera tradizionale. È perciò perfettamente logico che pensasse alla sua successione, pur rinviandola fino all'ultimo momento utile.

La vera e propria guerra alla liturgia tradizionale passa infatti attraverso la guerra al sacerdozio tradizionale, ivi incluso l'impedire ordinazioni "tridentine" (si veda ad esempio il misterioso silenzio della Universae Ecclesiae sul sacramento dell'ordine) e l'obbligare a celebrare anche la liturgia Novus Ordo, allo scopo di castrare e far estinguere i "tradizionalisti", e di ridurre la Messa "tridentina" ad una robetta per pochi aspiranti nobili in vena di sciccherie esotiche.

domenica 15 marzo 2015

7 marzo 1965: la prima reazione alla devastazione liturgica

7 marzo 1965: Paolo VI celebra in pubblico la prima Messa "in italiano, come i protestanti":
Fu allora che si manifestò la prima opposizione alla riforma liturgica. Fu ricevuta dal Papa in piena faccia. Paolo VI, allargò le mani: Il Signore sia con voi. In mezzo alla folla, risuonò grave e potente la voce di Tito Casini, un romanziere ben noto in Italia: Et cum spiritu tuo. Disturbi da parte di chi assisteva, tra cui alcuni hanno cominciato a seguire questo "animatore" inserito nella folla. La dimostrazione è così continuata durante tutta la messa: In alto i nostri cuori, disse il Papa; Habemus ad Dominum, tuonò Casini. Era in Italia, e si trattava del Papa!
http://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2015/03/7-marzo-1965-50-anni-dallinizio-della.html

sabato 14 marzo 2015

suor Cristina assaggia patatine giapponesi e stila una classifica

Suor Cristina è da qualche giorno in Giappone per il suo primo tour per promuovere il suo nuovo album, dare un concerto e ovviamente dispensare consigli spirituali ai suoi fans.



Uno di questi le ha parlato della propria maniacale dipendenza dalle patatine. La suor Cristina, appassionata di patatine in tutte le versioni, non aveva provato ancora quelle giapponesi e così la redazione di RocketNews24 l'ha intervistata permettendole un ricco assaggio. (Video)


Promemoria per suor Cristina:

- すごい - sugòi: "meraviglioso"
- かわいい - kawaìì: "carino"
- うまい - umài: "squisito"

venerdì 13 marzo 2015

sulle prevedibili randellate ai ciellini

A questo papa CL non piace... tranne - più o meno - i maggiori esponenti della tifoseria papista:

http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2015/03/10/a-questo-papa-cl-non-piace-ma-con-sei-eccezioni/


Il cardinale Zen: "sembra che qualche ciellino voglia farci tacere":

http://www.asianews.it/notizie-it/Card.-Zen:-Sembra-che-qualcuno-voglia-farci-tacere-33489.html


Un gongolante Socci si riscopre papista perché Carròn ha dovuto incassare il liscia e bussa bergogliano:

http://www.antoniosocci.com/dopo-limpietoso-papagno-di-bergoglio-vacilla-il-capo-pro-tempore-di-cl/


Ma CL non è più quella dei fasti di un tempo:

venerdì 6 marzo 2015

The Pope App

Dal sito web del Vaticano è scaricabile la Nuova Versione della The Pope App (che in latino significa "L'Applicazione Del Papa"): Ultime dal Vaticano, la Comunione nel Palmo della Tua Mano:


Grazie alla The Pope App si potrà:

- leggere le bolle di scomunica, anatemi, interdetti, diffide a eretici, scismatici e imbroglioni vari, dai più recenti ai più remoti

- consultare l'archivio dei dogmi per verificare che non ci sono mai novità

- conoscere l'elenco aggiornato in tempo reale dei presuli che il Papa ha privato del cardinalato e del clero ridotto allo stato laicale

- tracciare una mappa delle punizioni in corso e in arrivo per aver deturpato la liturgia

- scorrere la lista di benemerite famiglie religiose che non hanno rinunciato né alla santità, né all'abito, né al coro, né alle virtù cristiane, né all'insegnamento delle verità di fede, né alla liturgia, e che pertanto possono meritare una tua offerta (le altre crepino pure di fame)

- e tanto altro!

The Pope App: questa sì che è un'app Smart per il tuo Smart Phone o Smart Tablet.