Gli anni passano, e si avvicina il momento in cui la Fraternità Sacerdotale San Pio X (FSSPX) avrà necessità di un altro vescovo, con o senza il mandato di Roma.
Ho letto con interesse un articolo su Radio Spada a proposito della forse imminente normalizzazione dei rapporti fra la FSSPX e la Chiesa Cattolica:
http://www.radiospada.org/2016/04/25336/
Non è condivisibile la
sviolinata iniziale, fondata sul presupposto che la FSSPX avrebbe di fatto e di diritto l'esclusiva mondiale della Tradizione (è l'errore delle tifoserie lefebvriane, errore persino più grande dell'identificare la Tradizione con Lefebvre), al punto che il suo superiore, il vescovo Fellay, avrebbe nelle sue mani nientemeno che
«il futuro dell'intera Tradizione».
Vorrei far notare che in quest'ultima espressione il termine «Tradizione» è sottilmente usato come sinonimo di "fazione" (altro tipico errore delle tifoserie lefebvriane). Il tesoro della Tradizione, infatti, non perde valore quando in tanti (magari lo stesso Pontefice) vi si rivoltano contro; e se uno fuori dalla FSSPX può godere anche solo parzialmente dei beni di quel tesoro, non sta certo influendo sui meriti e demeriti della FSSPX.
Questo è anche il motivo per cui tanti tifosi lefebvriani, nonostante i fervorini di circostanza, vedono tuttora come fumo negli occhi il
Summorum Pontificum e ancor più le realtà che seguono la Tradizione senza avere come riferimento la FSSPX. È
come se avessero più a cuore il proprio club che la Tradizione stessa.
L'autore del sopracitato articolo fa poi quattro condivisibili osservazioni ma evita di toccare l'argomento tabù: il vescovo Williamson, espulso nell'ottobre 2012 dalla FSSPX in maniera quantomeno discutibile, ha ordinato illecitamente due vescovi e promette di ordinarne ancora.
Williamson è convinto di trovarsi nello stesso stato di necessità in cui si trovò il vescovo Lefebvre, e a giudicare dalla "deriva accordista" della FSSPX, dalle incongruenze di Fellay e dalle possibili conseguenze dell'accordo (riassunte in quelle quattro osservazioni), oltre che dagli
interventi di Lefebvre stesso sul tema, onestamente non gli si possono dare
tutti i torti.
C'è stato infatti un tempo non troppo lontano in cui si veniva espulsi dalla FSSPX o dai suoi seminari solo per essersi mostrati un pochino possibilisti su un accordo con Roma: oggi avviene invece il contrario. Negli scorsi anni abbiamo assistito ad uno stillicidio di espulsioni e addirittura
"scomuniche" (aberrante - oltre che eloquente - quella
contro Gianluca e Anna Rita) contro chi fa notare quell'inversione di rotta, contro chi fa notare che l'Autorità è serva (non padrona) della Verità . Se infatti in nome dell'accordo con Roma il superiore ritiene lecito virare di 180 gradi rispetto a quanto aveva detto
neanche quindici anni fa, vuol dire che è il principale sostenitore della
mutazione genetica della FSSPX,
come se fossero più importanti l'identità , il ruolo, la consistenza numerica di questa piuttosto che la Tradizione stessa.
Ed è esattamente il motivo per cui i circoli progressisti giÃ
si leccano i baffi: la FSSPX OGM "riconosciuta", cioè
recintata, uno «specchio di acqua stagnante», una "riserva indiana", una "
striscia di Gaza".