mercoledì 28 settembre 2011

dossier: padre Andrea D'Ascanio

Padre Andrea D’Ascanio: «Oggi l’aborto non è altro che un mezzo per il controllo delle nascite e quindi un omicidio intenzionale, senza attenuanti. È indispensabile che guardiamo in faccia la verità come uomini prima ancora che come figli di Dio. Le bestie si accoppiano e non uccidono i loro nati; noi siamo ridotti al di sotto delle bestie. Stiamo uccidendo la natura, stiamo uccidendo i figli! Siamo la civiltà degli omicidi; così questa nostra epoca sarà tramandata nella storia per secoli e secoli».

Il 28 dicembre 1991, festa dei Santi Innocenti, nel cimitero dell’Aquila, veniva inaugurato un monumento a Maria Madre dei bambini non nati, posto su un terreno concesso dal Comune per il seppellimento dei feti abortiti. Una scritta sopra la statua (una donna senza volto, opera della scultrice Magda Matteucci) dice: «Ai 50 milioni di bimbi che ogni anno nel mondo vengono uccisi dall’aborto». Oggi il numero purtroppo è salito di molto, vertiginosamente, saremmo intorno agli ottanta milioni, con grande soddisfazione dei signori che si dedicavano completamente alla missione di accrescere questo abominio.

L’idea venne ad alcuni membri dell’Armata Bianca [...] La Divina Provvidenza andò in aiuto di questi benemeriti: esisteva una circolare ministeriale, emessa dall’allora ministro della Sanità Donat Cattin in risposta ad un’interpellanza dei Verdi, che denunciavano come inquinanti i reperti abortivi che venivano gettati nelle discariche. Il ministro dette disposizioni alle ASL, allora USL, perché a quei «prodotti inquinanti» si desse sepoltura (spesso la tragedia diventa farsa!). Grazie a questa circolare si ottenne il permesso di seppellire i bambini non nati nel cimitero cittadino, nell’angolo riservato ai bambini.


Padre Andrea scrive: «Come la Chiesa ha dichiarato Santi e martiri gli innocenti uccisi dalla follia di Erode, così la Chiesa ha il potere di dichiarare Santi e martiri tutti i piccoli uccisi dall’aborto vittime dell’assurdo egoismo dell’uomo di oggi, in quanto la Chiesa ha le chiavi del regno dei cieli. Nel caso degli ‘innocenti di Betlemme’ ha usato tale potere per ‘aprire’; può fare altrettanto nel caso dei piccoli uccisi dall’aborto e rimasti senza Battesimo. Se la Chiesa si pronunciasse positivamente nei confronti delle piccole vittime dell’aborto, queste sarebbero tutte in cielo con buona pace di tutti. Perché la Chiesa ha gli elementi ed il potere per sciogliere e per decidere della loro sorte in quanto… dispone di tutte le potestà che il Padre Celeste le ha dato dicendo a Pietro che quello che avrebbe sciolto in terra sarebbe stato sciolto in cielo. Gli ‘innocenti’ uccisi da Erode sono venerati come Santi e martiri… per il fatto che la Chiesa li ha dichiarati tali. In attesa che la Chiesa usi le chiavi che le sono state date per aprire la porta del Cielo… tutti noi battezzati che siamo Chiesa, con il ‘sensus fidei’ che da sempre anima il popolo di Dio, possiamo aiutare questi nostri piccoli fratelli ad entrare in Cielo, battezzandoli. Possiamo appellarci, per questo, al Battesimo di desiderio… Proprio per andare in loro aiuto, non possiamo desiderare per loro il Battesimo, sostituendoci a loro?... Il Caetano aveva già suggerito tale soluzione per i piccoli morti senza Battesimo appellandosi al desiderio dei genitori. … la Chiesa è Padre e Madre e può perciò sostituirsi anche a quei genitori che non avessero fede e desiderio di andare incontro ai loro figli. Ricordiamo che noi siamo Chiesa. Se dunque nel desiderio e nella fede dei genitori si può realizzare una liturgia per le esequie di un bimbo morto senza Battesimo, perché nel desiderio e nella fede della Chiesa che è Padre e Madre non possono amministrare il battesimo ai bambini non nati?».


Le citazioni sono tratte da alcune pubblicazioni di padre Andrea D'Ascanio, citate in un articolo di Luciano Garofoli (articolo non disponibile liberamente in rete).

Per saperne di più:

- link al sito del movimento ecclesiale Armata Bianca

- documentazione sugli ecclesiastici che perseguitano padre Andrea D'Ascanio e che gli hanno vietato ogni uscita pubblica e ogni contatto con l'Armata Bianca da lui stesso fondata

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