In campo informatico il Code of Conduct è un elenco di regole imposte a tutti i collaboratori di un progetto riguardo al modo con cui si esprimono nei commenti del codice, nelle discussioni, nelle revisioni dei sorgenti, ecc. La moda del Code of Conduct è stata ovviamente creata e imposta da
Fino a tempi recentissimi Linux aveva un Code of Conflict (chiamato così per sarcasmo) che testualmente diceva:
La fatica nello sviluppare del kernel Linux è un processo alquanto personale se confrontato ai modi "tradizionali" di sviluppare il software. Il vostro codice sorgente e le vostre idee verranno attentamente rivisti, spesso risultando in critiche. La revisione richiederà quasi sempre miglioramenti al codice prima che venga incorporato nel kernel. Sappiate che questo avviene perché tutti quelli che sono coinvolti vogliono vedere la miglior soluzione possibile per il massimo successo di Linux. Questo metodo di sviluppo si è dimostrato efficace nel creare il più robusto kernel di sistema operativo esistente, e non vogliamo fare nulla che possa causare un abbassamento della qualità dei contributi e degli eventuali risultati.Come si vede, il Code of Conflict non era altro che normale buonsenso.
Comunque, riteniamo inaccettabile che nell'uso di questo metodo qualcuno si senta trattato male, minacciato, o a disagio. In tal caso va contattata la Technical Advisory Board [...]
I revisori del codice sono pregati di mantenere civile la discussione e centrata solo sui relativi aspetti tecnici. Siamo tutti umani, e le frustrazioni da ambo le parti possono essere forti. Tenete sempre a mente le parole immortali di Bill e Ted: "Siate eccellenti l'un l'altro".
Il kernel Linux in questi ultimi anni è cresciuto ad oltre venti milioni di righe di codice (nel 2017 erano oltre 15600 sviluppatori, legati a oltre 1400 aziende o individuali), per cui statisticamente è normale che il numero di "conflitti" e di polemiche - talvolta coinvolgendo quel Torvalds che avviò il progetto nel 1991 - sia aumentato in quantità e qualità e talvolta finito sui giornali, ai quali non par vero che personaggi importanti nel mondo dell'informatica chiamino "merda" determinati contributi e "ritardati" i relativi autori.
Dopo molti anni di furiose spallate, finalmente le armate del politicamente corretto Gog e Magog sono riuscite a sfondare, imponendo a Linux sia un Code of Conduct minimale (ma potete giurare che ad ogni occasione di polemica crescerà di 613 precetti e prescrizioni e precisazioni), sia il ritiro di Torvalds da principale revisore del codice sorgente (costretto pure a inviare l'aggiunta del Code of Conduct a proprio nome nel repository ufficiale), con la supplementare pubblica gogna del dover dire che il Code of Conflict non starebbe raggiungendo il suo obiettivo.
Nel testo ci sono tutte le parole-chiave del totalitarismo gender/queer: welcoming environment (dato che i fanatici dell'ideologia gender/queer si presentano sempre come tali, guai a non mostrar subito loro un "ambiente accogliente"), gender identity and expression (sì, devono esprimersi, altrimenti tu sei il cattivo che li sta reprimendo), inclusive language (preparatevi a vedere nei commenti dei codici sorgenti espressioni come "Xir"/"Xe" al posto "their", "he", "she"), showing empathy towards other community members (cioè se uno si autoproclama trans tu devi immediatamente esibire empatia per i trans anche se ti fanno schifo: altrimenti il soggetto ti può denunciare per essere "poco inclusivo" e sono guai seri).
È un brutto giorno per tutto il mondo dell'informatica. Ma non potevamo dire che non ce l'aspettavamo.
Nella modifica nel repository ufficiale, le righe che cominciano con "+" sono quelle aggiunte, e con "-" quelle eliminate (e sì, anche il meccanismo "git" è stato inventato da Torvalds, ma da qualche mesetto il famosissimo github è divenuto di proprietà Microsoft... chissà se c'entra qualcosa).
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