venerdì 3 febbraio 2017

guest post: er Primo Venerdì der Mese

Tento qui sotto di trascrivere il commento fattomi da un simpatizzante della Messa tridentina che per proseguire la pratica dei primi venerdì del mese in un giorno di lavoro in trasferta ha dovuto adattarsi a un santuario mariano e affrontare una vera corsa a ostacoli.
 

Primo venerdì der mese: confessione e comunione, va bene pure senza la Messa, ce lo disse er prete. Allora, oggi me stavo in interurbana. Finisco de lavorà alle quattro, vado a piedi ar santuario, me dico che è mejo un'ora a pedagna, ché la Messa c'è alle cinque e alle cinque e mezza, er tempo c'è, er treno c'ariva alle cinque e dieci se tutto va bene, allora mejo che vado a piedi.

Alle cinque entro ner santuario (co nà vescica ar piede che nun te dico, Alì Morté, principe de li grattacheccari d'Arabbia), gli orari dicono che ce stanno pure du messe in polacco er giovedì er sabato e una in ucraino de domenica, come ar solito ce sta tutto tranne er latino, ma pazienza, abbozzàmo, oggi penitenza. La Messa in italiano è già cominciata.

Ner salone de le confessioni stanno quasi tutte le luci spente, ce stanno pochi preti, tanto chi vuoi che se confessa er primo venerdì? Manco arivo che una me arubba er posto ne la fila, e vabbè oggi penitenza. N'antra sta a dì, mentre aspettamo er turno, che c'ha 48 anni e ancora nun trova marito e che però a 48 anni ancora se pò fà un fijo, me scompiscio a pensà ar povero prete che se dovrà sciroppà sta stessa lagna.

Finarmente vado io: er prete è negro, ma proprio negro negro forte assai, più nero der beccamorto de li Blus Braders, du labbroni gonfi da scoppià, e parlava pure da negro: Fradelo, Guanto Dempo Non Di Gonfesi, che già così me veniva da ride, e vabbè, e me toppa pure la formula dell'assoluzione, mette prima la Trinità e poi Io ti assolvo, e vabbè, supplet ecclesia. Per penitenza me dice: un Padre Nostro, anzi, pure Dieci Ave Maria, e pure er Gloria, e devi dille davanti all'Addolorata. Ammàppete, pure er posto preciso, spetta che attacco er Gi Pi Esse. Ce vado, dico un Pater e un'Ave, er resto rinviàmo a dopo: me fionno in chiesa, che sono già le cinque e trentacinque e le prediche der prete e de' fedeli ammagari sò già finite.

Passo davanti la cappella, che c'era la Messa alle cinque e trenta e hanno già messo la traversina pe nun fa entrà artra gente, ma che precisini. Arivo in chiesa e vedo già la fila ar centro: Comunione ar volo ar volo, me dico, e quatto quatto me metto n'fila, quela der prete, no quela der diacono, anche se er diacono pare più lesto a dà la Comunione, me tocca sorbì er pargoletto dietro che fa caciara, ma oggi è penitenza, e pure le vecchine che cambiano fila du vorte e me passano davanti.

Dopo più de venti metri de fila m'accorgo che er prete c'ha solo du cannéle. Nun è la Comunione, è la festa de san Biagio, la benedizione de la gola. Vabbè, me penso, male nun fa, poi se rimettémo tutti a posto, e r' prete e r' diacono svicolano. La gente aspetta e aspetta e sti due nun tornano. I ceri accesi su l'altare e questi nun tornano. Dopo 'n pò sento uno che dice: fra dieci minuti comincia er rosario. Che sòla: le cannéle se facevano dopo la Messa, no dopo la predica.

Allora me fionno ne la cappella da l'artra parte, sento che già stanno ar Padre Nostro, me 'nfilo quatto quatto, sneak in, come dicono li mericàni, come entro er prete me smiccia, ce mancava solo la cazziata e invece c'è er gesto de la pace, m'atteggio a dinoccolato e do la pace tipo a quindici venti de loro. Poi se scaracollano tutti pe la fila de la Comunione, tre, quattro file, no, cinque file, incroci e precedenze, me mimetizzo, me lancio come n'anguilla e m'arimetto nella fila der prete, der prete no der diacono che nun se lo fila popo nessuno, la gente che me voleva cede er posto ne la fila del diacono, e io no, la Comunione io la voglio dar prete.

Finarmente faccio la Comunione, avémo fatto pure er venerdì der mese, sfacchinato, ma quanno ce vò ce vò, m'arimane solo er resto delle preghiere. Er prete ce dà la benedizione, er diacono ce dà la libbera uscita e ce dice che è san Biagio e che mò se fa la benedizione de la gola ma io quatto quatto sneak out, me la svigno, che c'ho er treno fra venti minuti, per strada me stavano quasi a arrotà, la gente qua sgarella a fari spenti, ma arivo vivo a prende er treno.

1 commento:

  1. Dietro gli stututi ONG e similari, si nascondono le macchinazioni più infide in danno alla cultura cristiana e occidentale in genere, fianziandole con denari che la grande maggioranza delle gente, crede devoluti per sfamare indigenti. Vi propongo il mio testo autobiografico, sui miei venti anni nella setta più esperta nel mutare i buoni sentimenti altrui, in soldi liquidi...

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