Sempre con poca sorpresa apprendiamo che tale vescovo, Franco Agnesi, processa le intenzioni e giudica «inopportuno» tale pubblico rosario accusando di trasformarlo in «strumento di polemica culturale e politica», [sic!] come se il gay pride fosse una questione meramente "culturale e politica" anziché di peccati che gridano vendetta al cospetto di Dio, definendo il gay pride «il baccano di una sfilata pomeridiana» [sic!!] timoroso che qualcuno oltre ai media faccia da «cassa di risonanza».
Ma chissà, forse ha ragione sua eccellenza: l'orgoglio sodomita dopo un paio sfilate pomeridiane si spegne da solo e tutto va ben, madama la marchesa.
Aggiornamento: lo scambio di lettere col latinorum e gli impedimenti del don Abbondio Agnesi è stato pubblicato anche su Stilum Curiae:
http://www.marcotosatti.com/2017/06/03/reggio-emilia-gay-pride-centinaia-alla-preghiera-di-riparazione-nonostante-la-curia-intanto-si-prepara-quella-di-varese-del-17-giugno/