I primi missionari dell'Islanda furono il vescovo Federico di Sassonia e l'islandese Thorvaldur, intorno al 1000. Dopo solo 5 anni, essi furono scacciati dall'isola; così il cristianesimo islandese andò pian piano colorandosi di un certo « liberalismo ».
Vi fu un tempo in cui tutta l'Islanda era cattolica, con sette monasteri e, nel medioevo, con centri di cultura e di fede. Poi, nel 1544, venne la « Riforma », e fu un disastro. Le forze del re di Danimarca confiscarono i beni della Chiesa e tutti i monasteri furono distrutti. Dall'impoverimento economico nacque nella popolazione un forte astio contro la Danimarca. Il clero aderì al Protestantesimo e i due vescovi cattolici vennero uccisi.
Nel 1903 il compito di impiantare nuovamente il cattolicesimo in Islanda fu affidato alla Compagnia di Maria (Monfortani). Oggi, su un totale di 200.000 abitanti, i cattolici sono circa 1.500. Da notare che il centro dell'Islanda è praticamente disabitato, per cui la maggior parte dei cattolici vive a Reykjavik e dintorni. Debbo dire che i nostri fedeli sono abbastanza perseveranti; io sono contento di loro. Attualmente la mia diocesi conta 8 sacerdoti, 50 suore (Figlie della Sapienza, Carmelitane, Francescane di Maria) e 6 seminaristi; un vero record per quella che è la diocesi più piccola del mondo.
http://www.santuarimariani.org/sm-europa/is-islanda/eu-is-islanda2.htm
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