venerdì 10 novembre 2017

"nuova" moda: Eucarestia non valida

Affinché la consacrazione sia valida, è indispensabile che siano rispettate le due formule (che nel Novus Ordo in italiano sono rispettivamente con: «Prendete e mangiatene tutti: questo è il mio corpo offerto in sacrificio per voi» e «Questo è il calice del mio sangue per la nuova ed eterna alleanza, versato per voi e per tutti...»).

Se il prete celebrante altera in modo sostanziale quelle formule, la consacrazione è invalida.

La "nuova" moda di alterare le formule, cominciata già negli anni del nefando Concilio Vaticano II dai preti più apostati, sta conoscendo nuovi successi durante questo pontificato bergogliesco, specialmente a seguito dei sacri festeggiamenti per il sacro Lutero.

Per esempio certi preti dicono: «...questo è il mio corpo dato per voi...» (consacrazione probabilmente invalida), oppure dicono: «...alleanza, sparso per voi e per tutti...» (consacrazione probabilmente invalida).

Consiglio immediato: abbandonare immediatamente quella parrocchia. Anche se il prete dichiarasse di avere sincera intenzione di consacrare (cioè di fare quel che fa la Chiesa), l'utilizzo di parole sbagliate significa che o l'intenzione non c'è o che il soggetto ha qualche rotella fuori posto.

Se anche avvenisse per distrazione - cosa già grave: come fai tu, prete, a distrarti nel momento della consacrazione? - e il prete non ripete daccapo la formula esatta, la consacrazione è invalida.

Non contare sul fatto che la Comunione la fai con particole dal tabernacolo (cioè da Messe precedenti): se il pretino cretino lo ha fatto oggi, potrebbe averlo fatto anche ieri.

E poi si lamentano che uno va solo alle Messe tradizionali in latino.

Ma veramente ve li meritate, modernisti, i seminari vuoti, le parrocchie vuote, i conventi vuoti.

Non aspettatevi che papa Bergoglio prenda provvedimenti: la sua ultima grossa preoccupazione consiste nel vietare la vendita di sigarette in Vaticano.

p.s.: il sottoscritto una volta ha dovuto confessarsi di nuovo, da un altro prete, perché l'anziano prete confessore, intontito dall'età e dai malanni, anziché amministrare l'assoluzione («Io ti assolvo...»), si era limitato ad una benedizione («Io ti benedico...»).

https://anonimidellacroceblog.wordpress.com/2017/11/09/abusi-liturgici-sulla-formula-di-consacrazione-ha-inizio-la-messa-invalida-un-appello-di-fra-cristoforo/

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