domenica 19 novembre 2017

Fine Vita della Chiesa Bergogliona

«Guai quando tutti gli uomini diranno bene di voi. Allo stesso modo infatti facevano i loro padri con i falsi profeti» (Lc 6,26)
Persino Il Manifesto - Quotidiano Comunista si rallegra delle bergoglionate gesuiticamente gesuitanti - stavolta sul "fine vita" -, che stanno lentamente ma assiduamente portando a compimento la rivoluzione anticattolica iniziata col nefando Concilio Vaticano II: Ecclesia ancilla mundi.

Dopo il breve entusiasmo nel pontificato ratzingeriano durante il quale - nonostante certe macchie (esempio) - era fin troppo facile atteggiarsi a tifoseria papista, ci siamo beccati il Bergoglione - che peraltro già aveva racimolato un certo numero di voti nel conclave del 2005 quando fu eletto Ratzinger.

Anche questo fa parte della tecnica del fil di ferro: non potendolo rompere con la forza, va piegato continuamente un po' qua e un po' là, bastone e carota: per rompere la Chiesa ci vuole un po' di Ratzinger-carota seguito da un Bergoglio-bastone, già certi che il prossimo Papa non sarà del calibro di Ratzinger - ma tutti crederanno ugualmente di poter tirare un sospiro di sollievo, pur sapendo che non riuscirà ad intaccare tutte le bergoglionerie già solidificatesi.

Come lo scorpione che dice alla rana "è la mia natura", il gesuitismo è sempre pronto a fregarti: anche quando ti dice una cosetta giusta è perché ha già preparato la bordata che la contraddice, da sparare dopo qualche settimana o qualche mese, nel momento in cui meno te l'aspetti: appare sempre come la goccia che sta per far traboccare il vaso e il giorno dopo è già sepolta dalla cronaca, orchestrata da chi sa bene che i cattolici hanno la memoria corta.

Intanto tutti quei candidi verginelli autoelettisi tifoseria papista, ingabbiati dalla propria stessa "coerenza" da tifosi, da marzo 2013 continuano ad autoflagellarsi in un tripudio di nebbiose astrazioni e di lodi sperticate alle bergoglionerie illudendosi che la patente di cattolicità sia rinnovabile solo incensando alacremente la mascotte del momento, persino quando si tratta del Kim Jong-Bergogl. Noialtri invece ci vergogniamo di essere cattolici oggi, visto che tutto ciò che abbiamo di buono da fare e da dire viene contraddetto, tradito, banalizzato nelle parole e nei fatti dalla gerarchia ecclesiale e dal penoso stato in cui la Chiesa versa da più di cinquant'anni.

Come già dicevamo vent'anni fa, la Chiesa risulterà tornata alla normalità quando vedrete un vescovo che accogliendo aspiranti al sacerdozio intenzionati a celebrare esclusivamente la liturgia tradizionale in latino, ringrazierà in lacrime il Signore per aver concesso operai alla messe, senza che gli passi minimamente per la testa il deprecabile Concilio Vaticano II.

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