Decenni fa i rettori di seminario sproloquiavano affabilmente sul distinguere fra "orientamento" omosessuale e "comportamento" omosessuale. Siamo nel 2025 e la strategia vaticansecondista non è cambiata: la CEI insiste che "nel processo formativo, quando si fa riferimento a tendenze
omosessuali" è "opportuno non ridurre il discernimento solo a tale
aspetto" - sottinteso che il prete conciliare può anche essere frù-frù, l'importante è che non si faccia beccare a fare zin-zin:
Clericalfemminismo neanche tanto nascosto: inventato il titolo nobiliar-conciliare di "delegata episcopale":
https://fsspx.news/it/news/francois-luc-e-rebecca-49780
Supplemento di clericalfemminismo - e naturalmente non poteva che essere teorizzato dal solito gesuitico gesuita:
La neochiesa conciliare prosegue instancabile verso la propria estinzione. Decenni fa il nuovo parroco si lamentava di star facendo solo funerali. Nel 2025 è lo stesso, in ogni parrocchia vaticansecondizzata:
https://www.aldomariavalli.it/2025/01/06/estinzione/
Intanto, una psicologa bergogliana, si ritrova "prefetta" con «giurisdizione su numerosi consacrati, inclusi molti preti, vescovi e cardinali»:
https://rorate-caeli.blogspot.com/2025/01/francis-latest-coup-prefect-simona.html
Citazione:
...Un po’ di retorica modernista sul popolo in cammino che prende (auto)coscienza di sé e si (auto)fabbrica la verità strada facendo, nel confronto orizzontale senza autorità, ed un po’ di “sano autoritarismo giacobino”, per cui si obbedisce e basta. “Autoritarismo giacobino” abbiamo detto e non legittimo esercizio del Potere della Chiavi, non per irriverenza, ma per una ragione fondamentale: l’oggetto. Mentre gli autocrati rivoluzionari imponevano una nozione di obbedienza fondata sulla loro stessa autorità, la Chiesa Romana esigeva la giusta sottomissione a verità di fede (l’oggetto del credere) rivelate da Dio e di cui le autorità erano solo custodi. Quindi imporre in maniera autoritaria ciò che non è verità di fede, ma prevalentemente affermazioni politically correct, ricorrendo contemporaneamente ad una vaga nozione di verità del “Popolo in cammino”, o meglio dei suoi autorizzati interpreti, e ad un’ancor più vaga nozione di Magistero, senza giustificare minimamente quale sia il legame di certe novità con la Rivelazione divina, è un’operazione quantomeno scorretta.
Segnaliamo anche, a chi non ha perso il ragionamento con consequenzialità logica, che nella Nota a tratti sembra quasi di leggere che in fondo, con autorità magisteriale si sta definendo che…non c’è una verità stabile da credere…ma sarebbe doveroso che tutti obbedissero. Ricordiamo che per il modernista, la contraddizione non è mai stata un problema, specie se in suo soccorso viene l’autoritarismo…
https://disputationes-theologicae.blogspot.com/2024/12/il-documento-finale-del-sinodo-sarebbe.html