Ogni tanto anche il gesuitismo gesuitogeno sbrocca ("tirannico e collerico").
Il 29 maggio 2024 mons. Viganò aveva rivelato l'esistenza di abusi sessuali del Bergoglio, avendone avuto notizia da una delle vittime.
(Avevamo taciuto il dato in attesa di maggiori dettagli, ed anche perché la questione fondamentale è che Bergoglio si ravveda e confermi i fratelli nella fede - il suo passato scandaloso non cambia l'urgenza di tale ravvedimento in assenza del quale siamo legittimamente allarmati riguardo alla Cattedra del successore di Pietro).
Poche settimane dopo quella rivelazione arriva fulminea la scomunica (sebbene il pelo nell'uovo fosse databile almeno al 2020, e pur essendo in notevole tempismo rispetto all'annunciato - e finora per grazia di Dio non pubblicato - "giro di vite" contro la liturgia tradizionale in latino).
Articolo che spiega meglio di me:
https://www.aldomariavalli.it/2024/07/27/sulle-accuse-di-monsignor-vigano-a-bergoglio/
Intanto, lettera di mons. Viganò a don Matteo, capo dei vescovi conciliari italiani, e vescovo di una «città in cui ci sono più persone al Pride che alla processione del Corpus Domini... Ma non basta cambiare nome ai vizi per renderli virtù: l'eresia rimane eresia, la fornicazione rimane fornicazione, la sodomia rimane sodomia»:
https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2024/07/arciv-vigano-lettera-aperta-al-card.html
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