martedì 22 maggio 2018

lui lo chiama disturbo bipolare ma...

Un noto e prolifico autore di software open source si accorge di aver lavorato sodo per quattro giorni senza mangiare né dormire (né desiderare di dormire) e con strani pensieri magico-religiosi per la testa. In stato di confusione riesce a presentarsi in una clinica per una Visita Psicologica Volontaria e... lo trattengono dentro per cinque mesi.

La diagnosi ufficiale è disturbo bipolare di tipo 1, ma a giudicare dalle circostanze che lui stesso racconta, a me viene piuttosto in mente un problema di infestazione diabolica.

Infognato in letture e cerimonie di robette orientali, si ritrova a frequentare una tizia che lo introduce a tarocchi, numerologia, cristalli, sciamanesimo e altre robe. Comincia ad avere allucinazioni ma le considera segno di raggiungimento di obiettivi di ordine spirituale, e da lì è un lento ma continuo peggioramento, fino a quando nel presentarsi in clinica pensava di essere un arcangelo, uno sciamano, un diavolo, Dio stesso, e altre stranezze.

Clinicamente è possibile che un soggetto possa essere talmente sovraeccitato col lavoro da riuscire volontariamente a privarsi di sonno e cibo, ma mi pare allarmante il non desiderare di dormire dopo quattro giorni senza mangiare né riposare (oppure lavorare un mese intero per 20+ ore al giorno). Che uno creda di essere l'universo o il creatore o uno sciamano extraterrestre autore delle piramidi egiziane, insicuro di essere vivo o morto, incapace di rispondere alla domanda "come ti chiami?", può essere spiegabile in termini di problemi di salute mentale, ma lì nella clinica continuare a restar sveglio per un totale di più di dodici giorni senza provare stanchezza né sonnolenza, è probabilmente qualcosa di non naturale.

Di tanto in tanto capita qualche attimo di lucidità in cui comincia a capire che per tornare alla normalità deve... prendere le medicine che gli danno e seguire i consigli dei medici e soprattutto dormire. Ci metterà cinque mesi per ristabilirsi e superare il momentaccio.

Alla fine dichiara di essere tornato ad una vita quasi normale; afferma di essersi sbarazzato dei libri e degli attrezzi [sic] che aveva accumulato fino a quel momento (come se ammettesse che era quella la roba che gli ha provocato il male), di averla finalmente piantata con la meditazione, di aver conservato poca roba solo perché è cool averla sulla scrivania. Ed ovviamente... non menziona più la donna.

Ecco il suo lungo resoconto autobiografico, in inglese, ma ne vale la pena:

https://www.kennethreitz.org/essays/mentalhealtherror-an-exception-occurred


p.s.: Un po' di tempo dopo parlerà sul suo blog di qualche ricaduta seria, una delle quali lo porterà nuovamente a passare un lungo periodo ospedalizzato (e, in altre pagine, parla di traumi sentimentali, di depressione, di tentativi di ridurre i medicinali, etc). Decisamente, non bastano le medicine, andrebbe consultato un esorcista serio.

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