sabato 19 maggio 2018

non date l'otto per mille alla CEI

Lo stipendio dei sacerdoti italiani consiste pressappoco nel 38% dei fondi dell'otto per mille, mentre il restante 62% è diviso tra opere di carità, artistiche, culturali, eccetera.

Se qualche sacerdote propone di non versarlo alla Chiesa, teoricamente intacca il proprio stesso stipendio, praticamente intacca solo le opere "culturali, artistiche eccetera" poiché gli stipendi dei preti non si possono ridurre senza creare malcontenti e vendettine (quelle vendettine viscide che solo i preti sanno escogitare).

Dunque il sacerdote che ha scritto a Tosatti ha il nostro pieno appoggio (e comunque sono decenni che ci lamentiamo delle assurde voci di spesa della CEI):

http://www.marcotosatti.com/2018/05/18/8x1000-la-lettera-amara-e-coraggiosa-di-un-sacerdote-a-stilum-curiae/


Nota: mentre il cinque per mille destina esattamente i soldi indicati (dunque quello del ricco è molto più sostanzioso di quello del povero), l'otto per mille è una "votazione" (se il 63% dei firmatari vota per la CEI, la CEI prende il 63% dei fondi totali, anche se tutti quei 63% erano poveri - il che è in linea di principio sommamente giusto poiché in questi tempi i ricchi, più sono ricchi e più sono anticattolici).
 
Il testo citato di RVC è rintracciabile qui:

http://www.marcotosatti.com/2018/05/12/romana-vulneratus-curia-pensateci-bene-se-e-a-chi-dare-l8-per-mille/

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