
Copertina storica del periodico Diva e donna, del quale ignoravo completamente l'esistenza. Vi si afferma (senza che nessuno protesti) che una famosa diva ha "perso il bambino" dopo "poche settimane di gravidanza".
Ogni donna, alla prima ecografia, quella in cui di chiaro si vede solo il cuoricino che pulsa, sa con certezza che quello è il cuore del suo bambino, di suo figlio.
E se lo perde, quel bimbo; se un aborto spontaneo mette fine a quella gravidanza, a quella vita, si dispera. E’ in lutto perché è morto suo figlio. Anche se nessuno, ancora, vedeva segni esteriori della gravidanza. Anche se quel bambino, piccolissimo, ancora non poteva scalciare e dunque farsi “sentire”. C’era. Inequivocabilmente.
Non era "materia" da abortire, non era un "ammasso di cellule". C'era.
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