Doverosa premessa: l'argomento è scabroso (non lo dico per invitarvi alla lettura) ma la finestra di Overton sul caso è abbondantemente spalancata e se non fosse stato per l'epidemia saremmo già nella fase in cui i media fanno diluviare "notizie" (cioè pubblicità). Vi si accoderanno buoni ultimi i soliti cattoprogressisti stile Famiglia Cristiana e Civiltà Cattolica pubblicando le loro solite fumose e insignificanti riflessioni e lasciando i cattolici con il solito "nì", così come fecero a margine del Sessantotto sulle altre grandi questioni di morale.
Dunque, appena una decina di anni fa tra amici si rideva goliardicamente (ma amaramente) sul fatto che comprare una donna sul mercato della tratta delle schiave fosse un po' più economico del comprare una bambola sessuale d'alto livello. Nel frattempo il mercato si è evoluto, le tecnologie sono avanzate, i prezzi delle bambole sessuali sono diminuiti di tre quarti mentre la qualità è aumentata, e la grande stampa non perde occasione per pubblicizzare i bordelli che offrono tali bambole ai clienti (la pubblicità avviene col solito metodo: "c'è polemica per l'apertura di XYZ", che è lo step 2 della finestra di Overton).
Avremmo preferito non occuparcene in quanto sappiamo che in qualsiasi società senza Dio (come la nostra), se una cosa si "può" fare allora si "deve" fare non appena compaia una minuscola possibilità di monetizzarla (per esempio i bordelli recuperano l'investimento di acquisto e manutenzione di una sex doll in appena 3-4 mesi di attività) o di adoperarla contro la Chiesa. Nel mercato dei "giocattoli sessuali" (in italiano rende male, chiamiamoli sex toys) esistono quelli "per donne" e quelli "per uomini" (entrambi in tutte le varianti, incluse bestialità, pedofilia, eccetera): una sex doll è solo un giocattolo più elaborato degli altri, per cui chi volesse gridare alla mercificazione deve prima farlo per tutti i precedenti sex toy (maschili o femminili che siano). Ma non è questo ciò di cui vorrei parlare.
L'argomento "bambole sessuali" apre infatti un altro tema a cui il pretame vaticansecondoide è del tutto impreparato avendo non studiato veramente la morale cristiana, avendo invece studiato una teologia "collage di eleganti scemenze", ed essendo spettacolarmente ignorante di san Tommaso e della Scolastica. Il tema è: "cosa è la donna?"
Dal punto di vista dei clienti di quei bordelli la differenza tra una bambola e una prostituta umana dev'essere decisamente piccola (motivo per cui proliferano tali bordelli). Del resto, uno che va a prostitute, le seleziona forse in base alla loro visione della vita, del mondo e di tutto il resto? Si porrebbe dunque il primo quesito: se vai con una prostituta umana stai certamente "tradendo tua moglie" (che pertanto può chiedere la separazione), ma se vai con una bambola vale ugualmente come "tradimento"? E se vale, allora perché finora non era mai stato considerato tale rispetto a tutti gli altri sex toy maschili e femminili?
Alcuni di questi sex toy collegano i due peccatori "tramite internet" o connessione a voce. Se la bambola dispone di una voce umana che viene da collegamento con apposito call center erotico, quale è esattamente il confine fra bambola e donna? Se "tramite internet" oltre alla voce transitano anche i dati di telecamere, microfoni, sensori, attuatori, quale sarà il confine? Quale sarà la linea di demarcazione fra "tradimento" e "non tradimento"? Attenzione: non è un discorso teorico, ma di tecnologie già disponibili e commercialmente sfruttate.
Mettiamo poi che una prostituta venga filmata e analizzata per lungo tempo in modo da realizzare un robot sessuale identico a lei come fattezze, movimenti, audio, comportamento, eccetera. Un cliente che adoperi tale robot identico a quella prostituta, sta "tradendo sua moglie" o no? Riuscirà a distinguere la differenza tra una simulazione perfetta al 99,8% e una perfetta al 99,9% o no? La teologia può certo operare i suoi distinguo ma la percezione del "cliente" sarà quella della prostituta vera. (Avrete già sentito parlare di deep fakes, no?). Figuratevi se poi applichiamo la tecnologia (registrazione, simulazione, riproduzione audio e comportamenti, stampa 3D della faccia di una donna vera, eccetera) ad un uomo separato che si trastulla con un simulacro perfetto e riprogrammabile della sua ex moglie (alla quale giustamente darà un immenso fastidio anche solo immaginare tale possibilità tecnica di venir ricopiata e manipolata)...
E ci fermiamo qui, perché per il canonista e il legislatore c'è già troppa carne a cuocere. Dal punto di vista commerciale, la donna è già sostituibile da un oggetto: c'è già mercato, e ora con la scusa che gli oggetti sono più facilmente disinfettabili e sanificabili, si può prevedere un'ulteriore successo. La tecnologia sta aggiungendo il resto, e i recenti eventi - come i preti che dicono Messa su youtube, cioè fanno smart-working - hanno già reso "popolare" e "normale" la sostituibilità della presenza fisica con il video-streaming in diretta o differita. Benvenuti nel futuro.
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