È un'imposizione che può devastare una società, visto che.richiede il perfetto funzionamento di parecchie infrastrutture e servizi:
- energia elettrica
- fornitura idrica
- scarichi/fognature
- connettività internet (fissa o cellulare)
- gas di città o fornitura bombole
- raccolta della spazzatura (e con questi sei mi sono limitato a quelli indispensabili a "rimanere in casa").
Inoltre, è necessario anche che in casa siano presenti in quantità sufficiente a coprire il periodo di quarantena:
- farmaci e attrezzature mediche necessari, e di prima necessità
- cibi almeno a media/lunga conservazione (e anche bevande, qualora l'acqua del rubinetto non sia proprio decente)
- prodotti per l'igiene personale e per le pulizie
- denaro (contante ed elettronico)
- "backup" (esempio: un telefonino di riserva, qualora quello ufficiale si guasti; ma di quante cose occorrerà avere una "riserva"?).
"Prepararsi", infatti, richiede autodisciplina, chiarezza degli obiettivi, tempo per gestire la propria dispensa, spazio fisico in casa. Non tutti hanno la villetta blindata con servizi autonomi e ridondati, e comunque anche chi ce l'ha può incorrere in qualche incidente domestico, malattia non prevista, fattore esterno imprevedibile (nucleare, batteriologico, chimico, anyone?).
Si può supplire all'impreparazione solo parzialmente con la parlantina, l'inventiva, e i buoni rapporti sociali. Costruire i quali è difficile e faticoso, e mantenerli lo è ancor più, specialmente in tempi di crisi e in situazioni in cui non sai fino a che punto puoi fidarti del vicino (non è che per un rotolo di carta igienica uno si becca il virus?).
Terza lezione appresa: chi era pronto dovrà "difendersi" da chi non lo era. Si pone infatti il problema morale della favola di Esopo della cicala e della formica. Tanto più che ogni cicala che arriva a sapere che hai stoccato beni (anche non di prima necessità) correrà a esigere la sua parte, e non è detto che sarà gentile e civile. E non è neppure detto che tratterà tale "parte" come bene prezioso in tempo di carestia.
Di fronte a Nostro Signore, nel decidere cosa dare e cosa non dare, ti verrà ogni dubbio e scrupolo. Il confine tra l'affidarsi alla Provvidenza e l'agire in modo scriteriato è estremamente labile - così come quello fra santità e pazzia.
Non voglio sviluppare ulteriormente, preferisco qui concludere con un breve volo pindarico: la crisi in corso sta insegnando piuttosto efficacemente una mentalità "survivalista". Come se questa pandemia fosse anzitutto un'esercitazione su grande scala, come se fosse solo il prologo di una catastrofe molto peggiore. È un'ipotesi che non escludo, poiché in qualità di cattolico non posso non ricordare i numerosi "avvisi" (Tre Fontane, Akita, Fatima, ecc.) che comunque menzionano anche una catastrofe specifica per la Chiesa. La gerarchia ecclesiale non potrà dire di non essersi pienamente meritata il castigo divino.
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