lunedì 16 marzo 2020

La bolla del debito studentesco in USA.

Secondo una stima della CNN un figlio, al compimento del suo diciottesimo anno di età, è costato ai genitori mediamente 245.000 dollari (notizia di cinque anni fa, non aggiornata all'aumentato costo della vita):

http://money.cnn.com/2014/08/18/pf/child-cost/index.html


Una volta diciottenne, in qualità di cittadino americano può liberamente infognarsi nella spirale del debito studentesco: mediamente circa 100-200mila dollari per laurearsi (dipende dal college scelto, dalla distanza e da altri fattori, ma non pare variare troppo; i più accorti riescono a uscirne con soli 50-100mila di debito perché nel frattempo che studiavano hanno lavorato anche nelle vacanze, oltre a farsi sostenere economicamente dalla famiglia), comprendenti le rette scolastiche e vitto/alloggio/servizi (per attrarre clienti i campus universitari e i college sono tipicamente attrezzati meglio di un villaggio vacanze).

Dopodiché il giovanotto può finalmente lanciarsi nel mondo del lavoro per un mestiere decente e... ripagare il debito. Ovviamente a rate. Che ovviamente vanno a ripagare prima gli interessi. Che ovviamente sono piuttosto altini, visto che si tratta di cifre elevate e lungo parecchi anni di indebitamento pregresso. Cioè uno paga per tutta la vita - e non per modo di dire: sul debito studentesco le leggi americane ancor oggi prevedono che non si può fare bancarotta. Va pagato e basta. Immaginate di affacciarvi sul mondo del lavoro e di star formando una famiglia, e di avere ancora 100-200-300mila dollari da restituire. Dato che le banche lucrano specialmente sugli interessi, sono generalmente ben liete di rinegoziare una rata più bassa a fronte di un maggior numero di rate (cioè di spalmare più interessi).

Le stori(acc)e che si leggono nei trafiletti di cronaca fanno allibire. Un tizio divorzia perché la moglie, due anni dopo il matrimonio, casualmente "ricorda" di avere duecentomila e rotti in rosso, l'intero debito studentesco da pagare. Nonostante le leggi americane sul divorzio vadano sempre premiando la donna, al tizio è economicamente convenuto divorziare e pagarle gli alimenti piuttosto che tenersi la moglie furbacchiona e pagarle quei duecentomila.
Bisognerebbe aprire una lunga parentesi sulle donne che vanno al college solo per divertirsi (sessualmente), conseguendo un titolo di studio generalmente insignificante (come "Gender Studies" o "Storia del cinema"...), per poi proseguire il divertimento fino ai trent'anni, età in cui una donna comincia a desiderare di fare un figlio, accasarsi, fare la casalinga e continuare a divertirsi (stavolta senza farsi troppo notare, almeno fino al pagamento del debito pregresso), quindi possibilmente divorziando per ottenere casa e alimenti...

A norma di legge americana, sul debito studentesco non è possibile dichiarare bancarotta: va pagato e basta, e il sistema bancario in genere accetta di spalmarlo su un periodo più lungo e con interessi più alti. Si finisce di fatto alla schiavitù per debiti, a passare gran parte della propria vita a lavorare per ripagarli (ne abbiamo avuto un assaggio qui in Italia dove entrambi i coniugi devono lavorare perché uno dei due stipendi se ne va per il mutuo casa e le rate della macchina). E la bidonata più grossa è quando il titolo di studio più o meno alacremente conseguito non assicura un posto di lavoro ben remunerato.

La bolla in USA sta per scoppiare, perché sono troppi che non riescono a ripagare. Tre anni fa era valutato in 1300 miliardi di dollari, con oltre 42 milioni di americani nella spirale del debito. Che si aggiunge - toh, chi l'avrebbe mai detto? - alla bolla immobiliare, alla bolla delle carte di credito, ecc.: una catastrofe finanziariadi proporzioni immani. Figurarsi quando l'epidemia aggiungerà il suo "contributo". Una serie di catastrofi interconnesse pronte a scoppiare una accanto all'altra.
E ciò avviene nella "libera" America, dove la sanità è a pagamento (ammalarsi è un lusso per pochi, molto peggio che in Italia; il solo partorire può costare fino a 70.000 dollari) e la pensione non esiste (e il fondo pensione standard "401k", cioè un sistema di pensione contributiva, risente delle fluttuazioni del mercato finanziario).

E arriviamo finalmente alle "buone" (sarcastico) notizie: due anni fa venne fuori la proposta del MIUR di introdurre in Italia il "prestito d'onore per studenti e universitari". Come al solito ogni moda americana arriva in Italia proprio dopo aver mostrato in USA i danni che può fare: indebitiamo gli studenti anziché ridurre le loro spese, tanto poi nei prossimi decenni potranno restituire tutto in comode rate:

https://valorizzazione.dottorato.it/content/listruzione-di-tutti-tutti-adi-contro-i-prestiti-gli-studi-universitari

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