mercoledì 18 marzo 2020

smart-working pretesco e pascolo degli agnelli

I Ministri del Sole ne hanno provocato l’eclisse,
consegnando il gregge alla caligine di dense tenebre.

E noi, ingenui o cretini, a trasecolare
nei nostri blog più o meno tradizionalisti,
incerti tra l’obbedir tacendo e il porgere l’ennesima altra guancia
  quando ad esser colpito era il Volto Santo di Nostro Signore,
coperto di sputi da manigoldi mitrati
 
«Mi sono infuriato molto anch'io, per la chiusura delle chiese e lo sciopero dei sacramenti, perché sono cose profondamente ingiuste davanti a Dio. Il parroco aveva disposto i banchi in modo da mantenere le distanze di sicurezza e continuare a celebrare. Subito dopo è arrivato il divieto di celebrare. Assurdo! Nel supermercato si può andare, in chiesa - dove si può rispettare ugualmente la distanza di sicurezza - no?! Il pane di vita terrena lo si può ricevere, il pane di vita eterna no?!

«Quel prete che stimavo molto ha detto che gli unici a lamentarsi della chiusura delle chiese sono quelli che raramente vanno a messa. Sì, io sono uno di questi. Vado a messa due o tre volte al mese (e i miei familiari non ci vanno da anni). Ed esigo di trovarla aperta. Sempre. Perché per me e per quelli come me, in quei momenti in cui la pigrizia e la tiepidezza non vincono, occorre la certezza di trovare un confessionale presidiato, di trovare un sacerdote che celebra. Mi ha molto rattristato quel prete, che non stimo più.


«Primo, perché il Signore gli ha comandato di pascere gli agnelli. Sono un agnello anch'io, no? Voi chiudendo le chiese avete danneggiato gli agnelli, anche quelli come me che frequentano poco, anche quelli che ci vanno solo a Natale o Pasqua. E anche quelli che non ci vanno mai, perché se all'improvviso un moto di coscienza li sveglia, devono trovare una chiesa aperta, devono trovare un confessore, devono trovare un orario: oggi messa alle ore X, domani messa alle ore X". Invece no. Siete venuti meno al mandato del Signore. E dopo il danno la beffa: accusate gli agnelli di essere lamentosi. Non potete ipocritamente dare la colpa agli agnelli, quando siete stati voi a rifiutarvi di pascerli.

«Secondo, perché con la chiusura delle chiese e il no ai sacramenti state di fatto cercando di salvare il corpo ma non l'anima. Vi dovrebbero arrestare per falso ideologico. Avete preso misure esagerate contro il contagio del corpo, nessuna misura a favore dell'anima. Se conosceste il valore infinito della messa, pensereste che la vostra vita sacerdotale si può considerare già completa anche se la morte arriva immediatamente dopo la celebrazione della prima messa. Invece no. Per voi la messa è una rappresentazione da palcoscenico. Vi mettete davanti alla web cam e fate lo smart working su internet. Merdacce! E stavolta ve lo dicono le pecore che dovevate pascere, non i lupi vogliosi di entrare nel recinto.

«Terzo, perché questa ingiustizia piove dall'alto. Dai vertici. Non è un fuggi fuggi di preti pavidi qua e là. Improvvisamente siete tutti ligi al comando dell'autorità civile, anche andando molto oltre ciò che l'autorità civile comandava. Non credo che sareste stati altrettanto ligi e zelanti se l'autorità civile vi avesse comandato di celebrare esclusivamente la messa tradizionale in latino. Ammettetelo, vigliacchi, che la scusa del ce lo comanda la CEI, il governo, la Sanità, è solo una scusa, volevate scappare e non avevate scuse più comode. Qualche prete che scappa siamo disposti a perdonarlo (non senza commiserazione, né senza motteggi), ma quando scappa tutto il clero per ordine dei vescovi, quando gli unici che vorrebbero fare qualcosa vengono denunciati dai loro stessi confratelli e superiori, questo non lo dimenticheremo mai. Per la prima volta in vita mia ammetto che vi meritate tutte le disgrazie annunciate da Fatima in poi. Ve le meritate tutte, davvero. Siete venuti meno al dovere di pascere, avete abdicato al vostro dovere di pastori.

«La scusa che per evitare il contagio dovremmo limitarci a fare la comunione spirituale non regge. La comunione spirituale non è un sacramento, è solo l'ultimo appiglio di un'anima impedita a ricevere il Corpo di Cristo. È una cosa per quando i nemici della chiesa spazzano via il sacerdozio, non quando i vertici della chiesa comandano lo sciopero. Invece di nutrire gli agnelli preferite fornire loro il video del pasto. Invece di sfamarli, imponete loro di immaginare di essere sfamati. Allora siete voi, ora, i veri nemici della chiesa, i veri mercenari penetrati abusivamente nel recinto. Immagino la vostra faccia il giorno in cui avrete fame e non avrete da mangiare, ma potrete guardare su youtube uno che mangia, e recitare la preghiera: caro pasto, ti immagino già masticato, ingerito e digerito, perciò mi proclamo sazio.



Se si nega la malattia, non occorre cura;
e se si nega la colpa morale, l’errore dottrinale,
non serve nemmeno la cura spirituale. 

1 commento:

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