http://www.savemysweden.com/swedish-politicians-call-crack-islamic-schools/
Intanto i Fratelli Maggiori si lamentano che su Google appaiono «risultati antisemiti»: una Sorella Maggiore Svedese - incidentalmente in carica alla Commissione Svedese Contro l'Antisemitismo - viene accusata di "uccidere la libertà " e si lamenta che Youtube non ha rimosso immediatamente tale video:
http://www.israelnationalnews.com/News/News.aspx/242928
Piccolo promemoria storico sulla Svezia
(tradotto da un blog svedese):
La Svezia non è più una nazione di bianchi. Nessuno sa quanti immigrati vivano in Svezia perché registri e statistiche, per motivi di antirazzismo, non possono contenere indicazioni "etniche". Si stima che la popolazione di "non bianchi" arrivi al 17-25% della popolazione totale. Nelle principali città (Stoccolma, Gothenburg, Malmö) i "non bianchi" sono più del 40%, e nel caso di Malmö sono addirittura la maggioranza, oltre il 60%. Non a caso quest'ultima città è diventata una zona di guerra di bande "etniche", stupri, assassini. Gli standard scolastici stanno calando drasticamente - poiché i "non bianchi" impongono gli standard.
Nel 1963 la Svezia contò un totale di otto omicidi su una popolazione di 7 milioni di abitanti, il più basso tasso di omicidi nella storia di nazioni con almeno un milione di abitanti. Oggi si registrano in Svezia centinaia di omicidi l'anno, l'80% dei quali commesso da "non bianchi". Nel frattempo il tasso di fecondità è calato ulteriormente, e continuano ad arrivare qui centinaia di migliaia di migranti l'anno.
Come è potuto succedere tutto questo?
Tutto è cominciato nel 1964 quando David Schwarz, un Sopravvissuto dell'Olocausto, pubblicò un articolo su DN (Dagens Nyheter, quotidiano svedese) per auspicare una politica più tollerante verso gli stranieri. Essendo amico di Olof Palme (in carriera politica, diverrà primo ministro nel 1969) ne divenne consigliere e lo guiderà , nel 1973-1975, a dichiarare la Svezia una società multiculturale.
I cinque più grandi quotidiani svedesi sono controllati da tre conglomerati (che operano come aziende familiari): la famiglia ebraica Bonnier (che controlla DN, Expressen, Sydsvenska Dagbladet, GT, Dagens Industri), la famiglia ebraica Hjörne, che possiede praticamente tutti i giornali a distribuzione locale; e infine il conglomerato Schibstedt, che è controllato dalla banca ebraica Goldman-Sachs.
La rete televisiva svedese SVT, di proprietà dello stato e sostenuta dai contribuenti, ufficialmente "imparziale", promuove invece la stessa mentalità progressista e anti-bianchi degli altri media svedesi. La seconda rete televisiva, TV4, apparteneva fino a pochi anni fa ai menzionati Bonnier e aveva come capo esecutivo l'ebreo Jan Scherman. La pubblicazione politica più antirazzista, Expo, era stata fondata da comunisti ed estremisti di sinistra, uno dei quali era il presentatore televisivo ebreo Robert Aschberg, nipote di uno dei banchieri ebraico-svedesi che finanziarono la rivoluzione bolscevica in Russia e che furono ricompensati con materiale saccheggiato da chiese russe quando gli ebrei le devastarono dopo aver dichiarato illegale la religione.
Di fronte a tutto questo la risposta degli svedesi bianchi è quella di star lontani, per quanto possibile, dai non bianchi, o addirittura votare il Partito Femminista alle elezioni europee - un partito che vuole abolire la nazione e i suoi confini, eliminare l'esercito, e obbligare le quote etniche in tutti gli aspetti della società . Sono abbastanza vecchio da ricordare quando questa nazione era fatta di bianchi, e da riconoscere che non c'è più speranza.
(9 agosto 2014)
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