mercoledì 8 maggio 2019

possiamo chiamarlo "scisma", adesso?

Anche De Mattei chiama "scisma" una delle ultime gesuitiche vaccate del Bergoglione. A quanto pare la situazione sta degradando così velocemente (motus in fine velocior) che l'untuosa diplomazia clericalesca può finalmente venir messa da parte:

https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2019/05/il-piu-terribile-scisma-che-il-mondo.html


Nota tecnica:
San Tommaso d’Aquino, in diverse sue opere, insegna che in casi estremi è lecito resistere pubblicamente a una decisione pontificia, come san Paolo ha resistito in faccia a san Pietro: «essendovi un pericolo prossimo per la fede, i prelati devono essere ripresi, perfino pubblicamente, da parte dei loro soggetti. Così san Paolo, che era soggetto a san Pietro, lo riprese pubblicamente, in ragione di un pericolo imminente di scandalo in materia di fede.

E, come dice il commento di sant’Agostino, “lo stesso san Pietro diede l’esempio a coloro che governano, affinché essi, allontanandosi qualche volta dalla buona strada, non rifiutino come indebita una correzione venuta anche dai loro soggetti” (ad Gal. II, 14)».

Nel commento all’Epistola ai Galati, studiando l’episodio in cui san Paolo resistette in faccia a san Pietro, san Tommaso scrive: «La riprensione fu giusta e utile, e il suo motivo non fu di poco conto: si trattava di un pericolo per la preservazione della verità evangelica […]. Il modo della riprensione fu conveniente, perché fu pubblico e manifesto. Perciò san Paolo scrive: “Parlai a Cefa, cioè a Pietro, “di fronte a tutti”, perché la simulazione operata da san Pietro comportava un pericolo per tutti. In 1 Tim. V, 20 leggiamo: “coloro che hanno peccato riprendili di fronte a tutti”. Questo si deve intendere dei peccatori manifesti, e non di quelli occulti, perché con questi ultimi si deve procedere secondo l’ordine proprio alla correzione fraterna». San Tommaso osserva anche che il citato passo della Scrittura contiene insegnamenti tanto per i prelati quanto per i loro soggetti: «Ai prelati [fu dato esempio] di umiltà perché non rifiutino di accettare richiami da parte dei loro inferiori e soggetti: e ai soggetti [fu dato] esempio di zelo e libertà, perché non temano di correggere i loro prelati, soprattutto quando la colpa è stata pubblica ed è ridondata in pericolo per molti».

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