lunedì 1 aprile 2019

Efficienza: voce della colonna dei costi.

Quando eravamo giovincelli venivamo costantemente edotti sulle malefatte dello statalismo, dei suoi sprechi, delle sue inefficienze, della necessità di privatizzare affinché l'opera del libero cittadino fosse libera di dare il meglio di sé. Applaudivamo la magica e universale soluzione di affidare alla libera iniziativa dei cittadini qualsiasi cosa, tranne ciò che richiede uniformità su tutto il territorio (energia, giustizia, acqua, difesa...), con la scusa di applicare la dottrina sociale della Chiesa. Dopotutto il cattivissimo Marx aveva criticato il capitale, no? Dunque se ne deduce che per essere cattolici "cioè anticomunisti" bisogna essere fervorosi incensatori del capitalismo...

Chiara la fregatura? È una rappresentazione in bianco e nero. È vero che lo Stato e la sua burocrazia sono inefficienti e spreconi, ma non è vero che il libero cittadino può riuscire contemporaneamente a guadagnare ed essere efficiente.

Efficienza è nella colonna dei costi. Guadagno è in quella degli sprechi: per intascare di più devi sacrificare qualcosa. Una volta ridotti gli sprechi, comincerai a tagliare sulla manodopera ("perché comunque una squadra di 10 uomini può fare le stesse cose di una di 15; e comunque una squadra di 5-6 può fare le stesse cose di una di 10; e comunque..."), a tagliare sulla manutenzione ("il ponte regge bene, ne riparliamo tra qualche anno"), ecc.: altrimenti la mano invisibile del mercato (cioè un tuo concorrente più grosso) ti spazzerà via.

Inoltre non ci veniva spiegato che la libera iniziativa del libero cittadino soccombe subito alla libera iniziativa di qualcuno più ricco di lui. (Si consideri ad esempio il dumping: il pesce grosso vende sottocosto in modo da far fallire i pesci piccoli, dopodiché - una volta che controlla decisamente una fetta di mercato, potrà fare i prezzi che vuole perché ha già eliminato la concorrenza).
 Il principio secondo cui lo Stato deve accollarsi solo ciò che l'iniziativa dei cittadini non riuscirebbe a fare in modo sistematico e affidabile (la difesa, l'acqua, la giustizia, l'energia...) sembrava discendere direttamente dalla dottrina sociale della Chiesa, salvo poi rivelarsi irrefrenabile (privatizzazione acqua, privatizzazione ferrovie, privatizzazione energia, privatizzazione autostrade, privatizzazione di tutto).

Spunto di riflessione: i francesi votarono in massa per Macron perché i media agitavano il "pericolo neofascista". Macron, prima della campagna elettorale, già aveva venduto un "monopolio naturale" statale a certi soggetti privati firmando la loro libertà di aumentare i pedaggi a partire da dopo le elezioni. Così, tanto per capire la politica e il pericolo antifascista e l'iniziativa privata "migliore della mano pubblica". I francesi avranno capito la lezione? Scommetto di no. Figuriamoci gli italioti...

https://www.maurizioblondet.it/macron-privatizzo-quia-absurdum/

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