martedì 14 agosto 2018

il vescovo voleva la Luna

Sua eccellenza monsignor William Donald Borders (1913-2010) è stato vescovo della diocesi di Orlando dal 1968 al 1974:



Nel territorio di tale diocesi c'è Cape Canaveral (indicato dalla freccetta), da cui il 16 luglio 1969 partì il volo Apollo 11 che quattro giorni dopo avrebbe sbarcato due uomini sulla Luna.

Sua Eccellenza, durante una visita ad limina a Paolo VI qualche mese dopo, informò quest'ultimo di essere "il vescovo della Luna" in quanto il Codice di Diritto Canonico allora vigente (il CJC del 1917) prevedeva che qualsiasi territorio di nuova scoperta viene posto sotto la giurisdizione della diocesi da cui è partita la spedizione che ha effettuato la scoperta.

Secondo altri, il primo vescovo della Luna sarebbe stato invece l'arcivescovo Coleman Carroll (1905-1977), che a luglio 1969 era vicario dell'Ordinariato Militare di stanza a Cape Canaveral (nota: la base, dal 1963 al 1973, si chiamò Cape Kennedy).

Il problema si pone in anche per il fatto che con la scienza attuale è stato possibile "scoprire", "studiare" e "sfruttare" oggetti celesti adoperando manufatti umani, senza presenza fisica di uomini. Inoltre entro una decina d'anni avremo probabilmente uomini su Marte.

Nel testo del CJC del 1917:
http://www.jgray.org/codes/cic17lat.html

non sono stato capace di reperire un articolo a cui mons. Borders potrebbe appigliarsi. Forse lo aveva giocosamente dedotto dalle prerogative episcopali riguardanti i sacramenti a coloro che transitano nel territorio diocesano? o da qualche inciso sui benefici ecclesiastici o sulla potestà?

Al contrario, il canone 1350 § 2 dice invece che la cura degli acattolici nei territori di missione compete alla Sede Apostolica. Pertanto l'unica "autorità" spirituale che poteva vantare mons. Borders era sugli astronauti.

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