... l’alfabetizzazione non dovrebbe limitarsi alle capacità di leggere, scrivere e fare di conto, ma dovrebbe rappresentare un quadro più complesso con vari livelli di competenza.
Per dare l’idea di questa complessità e per definire un profilo in base alle capacità di portare a termine con successo le attività della vita quotidiana, sono stati fissati 6 livelli: il livello inferiore a 1 e il livello 1 (low skilled) indicano competenze modestissime, il livello 3 è l’elemento minimo per un inserimento positivo nella società e nel lavoro, e i livelli 4 e 5 (high skilled) indicano una piena padronanza di competenze.
Da un’indagine Ocse-Piaac pubblicata nel 2016 risulta che in Italia il 28% delle persone tra i 16 e i 65 anni appartiene ai primi due livelli: sono i cosiddetti analfabeti funzionali, ovvero adulti che sanno leggere e scrivere, ma che non sono in grado di usare queste capacità nella vita quotidiana e che spesso non comprendono i linguaggi delle nuove tecnologie.
Gli analfabeti funzionali, per esempio, potrebbero non essere in grado di risalire a un’informazione di base contenuta in un sito web, come il numero di telefono nella sezione “Contattaci”. Con il 28% di analfabeti funzionali, l’Italia si colloca al penultimo posto in Europa, insieme alla Spagna, e al quartultimo nel mondo, rispetto ai 33 paesi analizzati.
https://www.agi.it/data-journalism/alfabetizzazione_digitale_italia_onu-2135455/news/2017-09-09/
E chi controlla la cultura in Italia da qualche decennio a questa parte?
RispondiElimina