giovedì 19 aprile 2018

eroi di guerra

Il maggiore Romàn Nikolàevic' Filìpov (Poмáн Hикoлáeвич Фили́пoв, 1984-2018) è stato un pilota di aereo Sukhoi SU-25. Abbattuto dall'ISIS, per evitare di essere catturato vivo si è ucciso con una granata proprio mentre quelli dell'ISIS si avvicinavano cantando "Allah Akbar".

Nel breve video pubblicato dagli stessi terroristi si sente (a circa 4 secondi) il maggiore gridare in russo "Questo è per i nostri ragazzi!" e due secondi dopo l'esplosione.


Ricordo due anni fa il caso di un altro militare russo, primo tenente Alexàndr Alexàndrovic' Prochorènko (Алекса́ндр Алекса́ндрович Прохоре́нко, 1990-2016), delle forze speciali Spetznaz. Paracadutista acquisitore, cioè incaricato di identificare obiettivi ISIS da far bombardare alle forze aeree russe, si è ritrovato circondato dall'ISIS e ha chiesto via radio il bombardamento sulla sua stessa posizione. Il suo superiore gli ha chiesto conferma due volte, dopodiché ha dato l'ordine.

Eroe della Federazione Russa, è stato il primo paracadutista straniero onorato dall'ANPDI per aver "scelto di morire pur di portare a termine la sua missione e preservare l'onore dell'uniforme e della Patria".


Spunto di riflessione: cosa ci vuole, oggi, per essere disposti a morire per la patria?

I due russi qualche buon motivo ce l'avevano.

Ma... per l'Italia?

Si può morire per una patria che ha a cuore il "matrimonio" dei finocchi e il gay pride mentre impone la teoria del gender nelle scuole e insegna il piacere sessuale negli asili, che promuove (e paga) aborto ed eutanasia mentre perseguita i medici obiettori, che si fa volontariamente invadere da immigrati andando a raccoglierli anche fuori dalle acque territoriali, che impone di bombardare di vaccinazioni ai bambini, che ha devastato il mondo del lavoro, distrutto il ceto medio, allargato il divario tra ricchi e poveri a suon di tasse e balzelli da terzo mondo, provocando una fuga di cervelli di centomila unità l'anno? (mi fermo qui per non tediare il lettore).

Me lo chiedo non solo per i nostri militari di professione (poche migliaia di unità realmente attive: la leva obbligatoria fu abolita perché i nostri generali non ne potevano più di questi ragazzotti maggiorenni all'anagrafe ma praticamente bambini cretini e piagnoni), ma soprattutto per quelli che a suo tempo si sono fatti ammazzare "per la Patria".

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