venerdì 12 gennaio 2018

gesuitismo all'opera: giuramento modernista

Entro qualche mese verrà imposto l'obbligo per tutti i chierici, dal diaconato in su, di professare pubblicamente la propria fede bergogliona (migranti, ecologia, ecumenismo, relativismo morale, ecc.: praticamente il programma del miliardario ebreo Soros), pena la sospensione a divinis (cioè il divieto di celebrare sacramenti) e quindi anche dallo stipendio del Sostentamento Clero.

Applaudo di tutto cuore all'iniziativa bergogliesca, che costringerà finalmente il clero e l'episcopato a decidere da che parte stare: se conservare lo stipendiuccio e gli incarichi, oppure conservare la fede e beccarsi una patetica sospensione a divinis da parte dei distruttori della fede:

https://anonimidellacroceblog.wordpress.com/2018/01/08/spifferi-parte-lvii-il-pericolo-dello-scisma-di-fra-cristoforo/


Temo però che tale rivoluzione, come tutte le rivoluzioni clericali, avverrà a metà e provocherà non un disordine e uno scisma, ma solo un po' di caciara. E ritengo addirittura probabile che sia esattamente questo l'obiettivo.

Un precedente storico è il giuramento antimodernista che san Pio X impose nel settembre 1910, con la differenza che in quel caso l'obbligo era di professare fedeltà alla dottrina di Cristo.

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