venerdì 4 maggio 2012

e il Consenso Esegetico si Sgretolò...

Verso la fine degli anni Ottanta uno sconosciuto giovane prete italiano, nel celebrare la Messa Novus Ordo, usava le parole: «per voi e per molti in remissione dei peccati...» (traducendo "pro multis" con "per molti" anziché con "per tutti").

Alcuni laici impegnati corsero prontamente a lamentarsene col vescovo. Dal quale, a tempo di record, il giovane prete ricevette un cazziatone mondiale (e da allora ad oggi si è adeguato al "per tutti"): caso più unico che raro, visto che i vescovi non amano porre freni alla creatività liturgica pretesca.

Qualche tempo dopo ci fu la visita del cardinal Ratzinger: vedendo che di tutto il clero diocesano solo quel giovane prete era abbigliato in talare, il cardinale lo gratificò di un komplimento: «tu afére krande senso fede kattolika, ja!».

Ratzinger è diventato nel frattempo Benedetto XVI: ha scritto una lettera ai vescovi tedeschi per implorarli di tradurre, anziché interpretare le parole di Nostro Signore: dopotutto, dice, «il consenso esegetico si è sgretolato», per cui non è più di moda dire "per tutti".

Ecco la traduzione della lettera:

http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1350236


Quindi il Papa soggiunge: «...Questa fusione fra traduzione e interpretazione per certi versi fa parte dei principi che, subito dopo il Concilio, guidarono la traduzione dei testi liturgici nelle lingue moderne...»

In parole povere: tradurre dal latino ha aperto la porta alle interpretazioni e le interpretazioni dipendono dal consenso esegetico ossia dalle mode del momento.

Ed a proposito dei cambiamenti pianificati dai liturgisti ed inflitti ai fedeli: «...Grazie all'esperienza degli ultimi cinquant'anni, tutti noi sappiamo quanto profondamente la modifica delle forme e dei testi liturgici colpisca l'anima delle persone; e quindi quanto un cambiamento in un punto così centrale del testo debba inquietare le persone...»

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