Il 14 settembre prossimo (quarto anniversario dell'entrata in vigore del Motu Proprio più famoso degli ultimi secoli) si terrà un incontro tra il card. Levada e il superiore generale della FSSPX coi suoi due assistenti. Ascolteranno da Levada quali sono le decisioni di "Roma" verso la FSSPX, già certi che "Roma" userà il bastone e la carota:
«Il bastone potrebbe consistere nella minaccia di una completa e definitiva "scomunica " della FSSPX... la carota più intelligente presentata da Roma potrebbe consistere nell'offerta apparentemente irresistibile della "piena comunione con Roma" proprio come la vuole la FSSPX. Solo che tale offerta potrebbe contenere nascostamente una piccola clausola che stabilirebbe che i futuri Superiori e Vescovi della FSSPX dovrebbero essere scelti da una commissione mista tra Roma e la FSSPX, comportante una leggera maggioranza di membri... Romani. Dopo tutto, la FSSPX vuole porsi sotto Roma o no? "Decidetevi!", si esclamerebbe ragionevolmente, come si dice abbia fatto nel 2001 il card. Ratzinger.»
In parole povere, siccome i lefebvriani non credono nella Divina Provvidenza allora sono convinti che la "piccola clausola" della "leggera maggioranza" significherà che la FSSPX è destinata irrimediabilmente a soccombere.
Il paragrafo sopra citato proviene dalla newsletter di uno dei vescovi scismatici della FSSPX, nella quale si lamenta come al solito che per i lefebvriani la questione "dottrinale" non è stata risolta, che GP2 è stato beatificato, e che Assisi III incombe.
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