Sulla rete TV americana HNL, un programma, Dr. Drew on Call, ha messo in piedi un panel per discutere di questo premio [per il miglior transessuale di San Francisco]. «Discutere» significa nemmeno provare a dire che un uomo è un uomo e una donna è una donna.
Video su youtube dell'aggressione.
Di fatto, tutti gli ospiti del talk esprimono ammirazione per il coraggio di «Caytlin». L’unico che prova ad andare controcorrente è l’ospite negro, che rivendica – pensate un po’ – come il premio sia sbagliato perché «Caytlin [cioè Bruce Jenner, ndr] è una ricca donna bianca», e ci sono tanti poveri giovani transessuali negri che invece hanno più difficoltà di lei. È più o meno a questo punto che interviene l’articolista di Breitbart e proprietario del sito ThruthRevolt.org Shapiro, un giovane scrittore conservatore ebreo che si rifiuta di riferirsi a Jenner come ad una donna. Shapiro non ne vuole sapere di fare come tutti, ed usare pronomi femminili per parlare di transessuali.
«Sei crudele con i pronomi» lo bacchetta una bionda filo-trans. Il giovane comincia a fare discorsi naturalissimi, che però seminano il panico in studio. «Ai fatti non importano le vostre emozioni» dice sicuro. «Vi rivelo che ogni cellula nel corpo di Caytlin Jenner è maschile, con l’eccezione di alcune cellule del suo sperma».
I produttori dello show hanno messo a sedere a fianco del pericoloso omofobo tale Robert Albert Tur, ora detto Zoey: ex elicotterista militare, corporatura enorme, anche lui desideroso di divenire donna. Un soldatone ipervitaminico come solo sanno essere gli americani, però vestito da femmina, con capelli lunghi biondi, voce affettata e quintali di trucco. Viene un po’ da ridere, ma anche no.
Il trans-militare mette la mano dietro al collo di Shapiro – che indossa la kippah! – lo guarda fisso, e gli promette violenza: «o la pianti ora, o andrai a casa in ambulanza». In pratica, una minaccia fisica vera e propria, in diretta TV.
Come come? Salta fuori che i transessuali sono violenti e prepotenti? Shapiro è impaurito ma non molla; tutti gli altri gli danno addosso.
È uno spettacolo disarmante, che manda in confusione. Ogni singola declinazione del politicamente corretto presente (il negro, la bionda femminista, l’ispanico, etc.) vorrebbe che il trans-marine spaccasse la faccia al ragazzo giudeo. Pazzesco, e disorientante.
«Te la sei cercata usando il pronome maschile» «Lo hai chiamato sir» «hai mancato di rispetto».
Shapiro, in minoranza e minacciato pesantemente, tira dritto fino alla fine, e arriva a toccare il centro della questione: «Il discorso è se come società stiamo abbracciando la malattia mentale e la fissazione».
Di fatto, il popolarissimo manuale psichiatrico DSM – bibbia mondiale della psicopatologia edita dall’American Psychiatric Association, assediata dalla lobby gay sin dai primi anni Settanta, e con successo: l’omofilia nell’ultima edizione non è considerata un disturbo – ancora segnala la volontà di cambiare sesso come un problema mentale, e questo pur avendo nel 2012 cambiato la definizione, da gender identity disorder siamo passati a gender disphoria. Nemmeno l’associazione psichiatrica USA, infiltrata in ogni dove dal genderismo omosessualista, se la sente di dichiarare queste persone completamente sane di mente.
[citazione della parte centrale di un articolo di Roberto Del Bosco, L'imperatrice di San Francisco e altre storie; l'articolo completo è disponibile ai soli lettori abbonati a Effedieffe).
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