Citazioni dall'articolo «Botte a CL. Tante, forse troppe», di Roberto Dal Bosco, Effedieffe, 23 marzo 2015:
Vorrei sorvolare sulla questione Lupi che impazza su tutti i media. «Appalta coi Lupi», è un’immagine divertente che vedo girare in rete, con il fu ministro nelle vesti di Kevin Costner. L’Italia si deve subire il pistolotto di Di Battista che praticamente gli augura la morte — la ballata dell’indignazione de Il Fatto sul Rolex da 10 mila euro regalato al figlio per la laurea. «Era un modello da 3.500» è stata la difesa.
No, non voglio, non devo curarmi del vergognoso giustizialismo italiota [...]
Mi pare insomma, che con la caccia al Lupi si sia entrati nella fase in cui il sistema inizia finalmente a liquidare la presenza ciellina, che per tanti anni ha bussato, facendosi aprire e offrendo qualche dono in cambio. La caccia al Lupi diviene caccia grossa al ciellone.
Il segnale definitivo, ci pare, lo abbia dato Bergoglio qualche settimana fa, quando di fatto sputò su centomila ciellina giunti a Piazza San Pietro per Giubilare la propria fede giussanico-bergogliona: eppure, come ha notato Sandro Magister, «con i carismatici va a mille, siano o no cattolici. Con i focolarini altrettanto, li ha incitati a proseguire nel solco della fondatrice Chiara Lubich e nel dialogo ecumenico e interreligioso. Persino con i neocatecumenali è ora più caloroso che mai: ha messo da parte i rimproveri che ha loro rivolto un anno fa e ne ha benedetto il carisma, specie quello missionario». CL invece, no. «Autoreferenziali».
I giussanisti, per una volta, non hanno fatto finta di niente. Robi Ronza, valvassino personale del fondatore a stipendio eterno dalla Regione Lombardia, ha fatto sentire la sua voce sul sito umoristico La Nuova Bussola Quotidiana. Antonio Socci, dalla sua posizione privilegiata di sincera voce del sedevacantismo soft, ha approffittato per dichiarare fallita la successione di Don Gius: Don Carron, che doveva stare in carica solo 3 anni, ha portato il movimento ad una irrilevanza ecclesiale tale da farsi sputare in un occhio dal Pontefice regnante.
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Come ho già avuto modo di dire, il 2013 fu un annus horribilis per CL. I giussanisti, che per decenni avevano fatto bene i compitini, senza quasi mai pestare i piedi a nessuno, facendo tutti i compromessi possibili ed immaginabili, avevano un sogno nel cuore, anzi due — diciamo che erano abbastanza ambiziosetti: volevano il prossimo premier (Formigoni) e il prossimo Papa (Scola).
Con Formigoni sappiamo come è andata: attaccato da un tempesta senza precedenti orchestrata dal Corriere, De Benedetti e dai concorrenti di CL nella Sanità Lombarda: alla fine, scalzare il Celeste dalla sua babelica torre doveva corrispondere alla rapina dei nosocomiali appalti miliardari. Con Scola, la faccenda è più delicata. Sulla strana storia di Scola Papa nessuno ha insistito abbastanza. È noto che la CEI emise un comunicato, appena dopo la fumata bianca, con il quale si congratulava per l’elezione al Soglio di Angelo Scola, il quale – era scritto – aveva scelto il nome di Leone XIV. I ciellini, e non solo loro, ci cascarono in blocco. Poche ore dopo, si affacciava su San Pietro il Papa Buonasera. La delusione fu totale.
Qualche benpensante può imputare la cosa ad un errore: secondo tanti pronostici, il Papa si sarebbe dovuto chiamare appunto Leone, e Scola, credo unico ed antipatico caso nella Storia di prelato ad avere occupato entrambe le rampe di lancio per l’anello piscatorio che sono il Patriarcato di Venezia e l’Arcidiocesi di Milano, risultava papabilissimo.
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Dagospia lo scorso novembre ha pubblicato un’indiscrezione per cui anche Bergoglio sarebbe pronto alle dimissioni, e Scola è pronto a fare il sostituto.
Al momento, ci pare una sciocchezza. Ma lo Scola – che qualcuno mi ha descritto come inebetito per mesi dopo il trauma della mancata elezione – qualche passo in avanti lo ha pure fatto: ricordate il caso dell’insegnante di religione licenziato per aver mostrato agli studenti il filmato antiabortista L’Urlo silenzioso? Ricordate i continui salamelecchi alla comunità islamica di Milano? Ricordate la paura dell’arcidiocesi quando venne accusata di censire le scuole in cui si insegnava ai bambini la teoria del gender?
Oramai non mi stupirei più di nulla. Lo ammetto: sono incapace di capire il verso di questa cosa. [...]
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