La storia dell'IBP (Istituto del Buon Pastore) è
un altro capitolo della guerra contro la liturgia tradizionale in latino.
Avevamo già visto che l'IBP era stato
commissariato perché con qualche trucchetto non proprio evangelico le alte sfere romane potessero far "rieleggere" (con una
"maggioranza" di quattro voti su nove, di cui uno era quello dell'eletto e un altro era quello del suo segretario) l'abbé Laguérie.
In parole povere: nel 2006 (prima del
Summorum Pontificum) la Santa Sede accorda all'IBP l'uso
«esclusivo» della liturgia tradizionale in latino, e pochi anni dopo l'IBP viene
«commissariato» in modo da favorire la rielezione di chi vuol togliere di mezzo quell'«esclusivo» e introdurre la liturgia
Novus Ordo «per motivi pastorali».
Di solito i panni sporchi si lavano in famiglia. Ma quando qualche caporione ne approfittasse per essere colomba in pubblico e serpe in privato, invocando l'ubbidienza per nascondere la propria doppiezza, non si può più tacere.
Tanto più che la "serpe privata" intende spedire in Colombia
(il GULag più lontano che aveva a disposizione) il povero don Stefano, reo di aver reso pubbliche alcune stranezze su una pagina su Disputationes Theologicae (che avevo già segnalato il
22 agosto).
L'ultimo aggiornamento di don Stefano:
http://disputationes-theologicae.blogspot.it/2013/09/la-cosiddetta-elezione-dellabbe.html
Tre domande retoriche:
1) un giovane vocato al sacerdozio che intendeva entrare nell'IBP per la sua peculiarità ma lo vede
snaturare con strane manovrine, cosa può pensare?
2) i "lefebvriani" come potranno considerare un possibile accordo con la Santa Sede, alla luce del fatto che in pochissimi anni vedono prima
approvare e poi
snaturare l'IBP?
3) come mai gli stessi che si danno da fare per
snaturare l'IBP non levano neppure un fil di voce per
criticare almeno un pochino l'enorme sconquasso di
certe strane comunità religiose e certi bizzarri movimenti ecclesiali?
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