Don Mauro Tranquillo su Benedetto XVI, «Ciò che gli è mancato, come a tutti i Papi postconciliari, è stata la chiara percezione della dignità del Papato, della grandezza del Papato, della natura di questo vero Impero spirituale e romano. Lo abbiamo sentito, il giovedì dopo le Ceneri, vantare ancora la propria opera di demolizione teologica ai tempi del Concilio, a fianco del Card. Frings, specie nella nuova dottrina della collegialità. Lo abbiamo sentito, fino all’ultimo, ammettere che lo stesso Frings sapeva che quanto andava predicando poteva costargli la porpora, altro che continuità! E così, latore di un Papato privato di senso, incapace di riempire il vuoto dell’istituzione con una personalità ingombrante come quella del suo predecessore, se ne è andato»:
http://chiesaepostconcilio.blogspot.it/2013/02/don-mauro-tranquillo-considerazioni-su.html
De Mattei: «Una verità che lo storico cerca sul piano dei fatti, mentre il teologo la cerca in quello dei princìpi: ma non esiste una verità storica che si possa contrapporre ad una verità teologica. [...] Non nego con ciò la suprema autorità del Concilio e la autenticità e validità dei suoi atti. Ma ciò non significa infallibilità. La Chiesa è certamente infallibile, ma non sono infallibili tutte le espressioni dei suoi rappresentanti, anche supremi; e non è necessariamente né santo, né infallibile un Concilio: perché se è vero che lo Spirito Santo non manca mai di assisterlo è anche vero che bisogna corrispondere alla grazia dello Spirito Santo, che non produce automaticamente né santità né infallibilità»:
http://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/1347753
Mc Call: «Non fu il New York Times, né il London Evening Standard, a creare il virus della collegialità e delle Conferenze Episcopali, né a chiedere una maggiore “partecipazione attiva” dei laici nel governo della Chiesa. Sono stati i documenti del Concilio Vaticano II a farlo»:
http://lux-hominum.blogspot.it/2013/02/ecco-il-reale-concilio-vaticano-ii.html
“Complicano le parole della Messa disordinatamente con le cerimonie”,
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