giovedì 23 aprile 2020

quando in gran segreto mandano un questionario ai vescovi significa che...

Dopo che abbiamo visto tante manovrine furbette da parte di certa gerarchia, non ci meravigliamo più.

Ecco dunque il "questionario-alibi" che giunge "a sorpresa" dalla CDF proprio negli stessi giorni in cui i vescovi italioti decidevano di fare lo sciopero dei sacramenti.

Purtroppo è ben nota l'attitudine della gerarchia progressista e bergoglizzata nei confronti della liturgia tridentina: sopprimere, ridurre a "riserva indiana" e annacquare, e nel frattempo escogitare altri trucchi per sopprimere.

Ci permettiamo qui di rispondere a nome del vescovo di questa diocesi, certi di interpretare bene la sua mens.

1. Qual è la situazione all’interno della Sua diocesi riguardo la forma straordinaria del Rito Romano?

"Sono contrario. Vorrei impedirla del tutto."
2. Se vi è celebrata la forma straordinaria, ciò è dovuto a una necessità pastorale reale o è promosso dall’iniziativa di un singolo sacerdote?

"È promossa da un gruppo di laici che hanno trovato un sacerdote - per fortuna molto anziano e malmesso - che li asseconda. Però fin dall'inizio gli diedi ordine perentorio di fare terrorismo psicologico conciliare e di imbottire le prediche di vaticansecondismo esasperato."
3. Secondo Lei, esistono aspetti positivi o negativi dell’uso della forma straordinaria?

"Come ho ripetuto cento volte al minuto a quel gruppo stabile di fedeli, il Concilio Vaticano II non deve essere messo in discussione - col sottinteso che il solo nominare la forma straordinaria equivale a mettere in discussione il Concilio. Pertanto esistono solo aspetti negativi, mannaggia a Benedetto XVI che promulgò il Summorum."

4. Le norme e le condizioni del Summorum Pontificum sono rispettate?

"Purtroppo è da tempo che ancora non trovo una scusa ma i miei informatori ce la stanno mettendo tutta."

5. Ritiene che all’interno della Sua diocesi la forma ordinaria abbia adottato elementi della forma straordinaria?

"Assolutamente no, e sono fiero di questo mio successo, peraltro aiutato da decenni di accurata selezione vocazionale (estirpando chiunque avesse un minimo di simpatia per il latino o le talari), da prebende distribuite esclusivamente ai preti più progressisti, e dal fatto che quella Messa preconciliare viene celebrata in una cappella in cui non mette mai piede nessuno."

6. Per la celebrazione della Messa, Lei usa il Messale promulgato da Papa Giovanni XXIII nel 1962?

"Mai usato in vita mia nulla di preconciliare, e ne vado fiero. Però avevo tentato di imporre ai preconciliari la Messa di Paolo VI in latino: non ci sono cascati. Non sono cascati neppure nel tranello del Messale del 1965. Per cui il loro prete usa quello del 1962."
7. Oltre alla celebrazione della Messa nella forma straordinaria, vengono fatte altre celebrazioni (per esempio il Battesimo, la Confermazione, il Matrimonio, la Penitenza, l’Unzione degli Infermi, l’Ordinazione, l’Ufficio Divino, il Triduo Pasquale, i riti funerari) seguendo libri liturgici anteriori al Concilio Vaticano II?
"Non ho mai autorizzato nulla di tutto questo. Si contentino della Messa e basta, non tentino di tirare col dito tutto il braccio. Vogliamo mica cancellare il Concilio?!"
8. Il motu proprio Summorum Pontificum ha influenzato la vita dei seminari (il seminario della diocesi) e di altri istituti di formazione?
"Assolutamente no. Nel seminario diocesano il Summorum viene indicato come una concessione per pochi vecchietti nostalgici e testardi. Il bello è che non ho dovuto neppure impegnarmi per ottenere questo risultato: sono decenni che formatori e seminaristi vengono accuratamente selezionati sulla loro fedeltà allo spirito del Concilio."
9. Tredici anni dopo il motu proprio Summorum Pontificum, qual è il Suo giudizio sulla forma straordinaria del Rito Romano?
"Il mio giudizio è che l'esperienza può considerarsi conclusa. La salute fisica del loro celebrante è agli sgoccioli. L'unico sacerdote che potrebbe rimpiazzarlo - estremamente conservatore - si rifiuta di celebrare la Messa preconciliare, non c'è stato neppure bisogno di fare pressioni."

Commento conclusivo:  Bergoglio, con questo questionario, «fa in modo che gli altri facciano il suo lavoro spiacevole. Quando la Congregazione per la Dottrina della Fede (CDF) avrà ultimato la compilazione, quel che dobbiamo aspettarci sarà una valutazione estremamente negativa della Messa latina da parte di vescovi progressisti o neutrali, il pontefice metterà la palla in campo e dirà che abolire il Vetus Ordo è una raccomandazione CDF".

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