lunedì 27 aprile 2020

a belare sono i pastori (come al solito)

Per la "Fase Due" il governo non autorizza le Messe (par di essere nell'Unione Sovietica di Stalin) e perciò la CEI, Conferenza Donabbondiesca Italiota, geme annunciando con voce stridula che il sacro governativo Decreto...
"...esclude arbitrariamente la possibilità di celebrare la Messa con il popolo."
Chissà che non siano gemiti di piacere. Prima hanno volenterosamente e vigorosamente calato le braghe a velocità supersonica e ora piagnucolano che gliel'han messo a pitoffio:
"I Vescovi italiani non possono accettare di vedere compromesso l’esercizio della libertà di culto."
Potevate dirlo prima, cazzodibudda! A inizio crisi, ai primi di marzo! Potevate benissimo proclamare che se è possibile andare dal tabaccaio rispettando il canonico metro di distanza, doveva essere possibile anche andare a Messa, rispettando il canonico metro di distanza! O forse volete sottintendere "missione compiuta" e vi serviva un alibi di fronte agli agnelli e alle pecorelle del gregge, giustamente infuriati?
"Dovrebbe essere chiaro a tutti che l’impegno al servizio verso i poveri, così significativo in questa emergenza, nasce da una fede che deve potersi nutrire alle sue sorgenti, in particolare la vita sacramentale."
State dicendo che i sacramenti sarebbero il contentino per le attività assistenziali? O è una specie di minaccia di rappresaglia? Serve mica a salvare almeno le apparenze? (Infatti il governo - bontà sua - disporrà prossimamente un "protocollo" per le Messe: proprio quello che ci serviva per farci invidiare dal Partito Comunista Cinese).

Avevamo sempre desiderato illuderci che la gerarchia della neochiesa conciliare fosse affetta solo da imbecillità e da ricchionate private. Ma eravamo stati troppo ottimisti.
Qui Deus vult perdere, prius dementat.