domenica 19 aprile 2020

continua il suicidio della neochiesa conciliare, bramosa di farsi regolare dal Decisore Politico

Poi dicono che uno s'incazza.

Dall'omelia-avviso pubblicata su Avvenire (quotidiano dei neovescovi conciliari) di ieri:
Ora, mentre guardiamo alla seconda fase dell’emergenza pandemica, quella in cui il calo della pressione del contagio virale consentirà una rimodulazione delle misure di isolamento e la ripartenza delle attività più urgenti per la vita sociale ed economica, anche la Chiesa italiana si prepara alla ripresa delle celebrazioni pubbliche essenziali – in primis la Messa e i sacramenti – nella misura e nella forma in cui sarà possibile nell’ambito delle nuove misure di profilassi che il decisore politico varerà. Queste celebrazioni non sono meno necessarie per i fedeli di quanto lo siano altre attività sociali per i cittadini.

Chiaro?
È il Decisore Politico ad avere diritto esclusivo di Varare Sempre Nuove Misure di Profilassi per stabilire ogni giorno Misura e Forma di accesso a Messe e sacramenti. Infatti Messe e sacramenti Non Sono Attività Essenziali, né sono fra le Più Urgenti. Sono solo attività sociali per i cittadini di dignità e grado pari alle altre (ma certamente inferiori al comprarsi le sigarette).

È il DE CI SO RE PO LI TI CO

Capito? "Sovrano è chi decide lo stato d'eccezione", ragion per cui:

nella neochiesa conciliare
è sovrano soltanto il
DE-CI-SO-RE
PO-LI-TI-CO

Una calata di braghe suprema, da barzelletta sgangherata, possibile solo ad una gerarchia completamente svirilizzata (o ricattata, fate voi), che nell'anno di disgrazia 2020 ha capito che la propria autorità non viene da Nostro Signore come si era sempre creduto, ma dal Decisore Politico, personaggio fumoso e indiscutibile. Prima si sono infilati il cappio al collo da soli, ora chiedono al Decisore Politico di stringerglielo per bene. Roba che il Partito Comunista Cinese ci invidia a morte. "Com'è umano, lei, signor Decisore Politico! la prego, ci calpesti e ci disprezzi, giacché in qualità di neochiesa conciliare siamo sale insipido".

E se qualche chierico osasse non allinearsi, state sicuri che la mafia episcopale gliela farà pagare cara. (Per questo anche quelli che erano leoni si sono rintanati frettolosamente dietro la scusa dell'Ubbidienza e dell'Ossequio ai Successori degli Apostoli: dopotutto al «pasci i miei agnelli» si può disubbidire, alla Conferenza Episcopale non si può muovere nemmeno un vago accenno di critica).

Ma il bello deve ancora venire.
In sintesi (ma vi invito a leggere [qui] la riflessione completa):
  • i pastori hanno mostrato di assecondare frettolosamente l'idea che i sacramenti sono superflui
  • non hanno costellato il periodo di digiuno da essi facendo di tutto per dirli essenziali
  • ora che timidamente chiedono il permesso di amministrarli, pare che il solo problema sia il contagio
  • le modalità liturgiche già in atto prima della sospensione sono ispirate da un'ide(ologi)a di chiesa (volutamente minuscolo) prima che da una logica sanitaria e di fede;
  • il popolo di Dio non accede ai confessionali mediamente da almeno due mesi;
  • discutendo della facoltà di accedere ai sacramenti, è portato a farne un diritto;
  • non potendosi muovere liberamente ci si dovrà recare nella chiesa più vicina, prendere o lasciare;
  • rischiamo di comunicarci senza essere confessati da mesi e non pensarci nemmeno;
  • rischiamo di vivere messe che saranno ancora di più la festa della komunità (con la K);
  • rischiamo di vederci imposta la comunione sulla mano;
  • rischiamo litigi, polemiche e di passare per degli emeriti rompiscatole o denunciati;
  • oppure di rimanere volontariamente senza comunione sacramentale, come adesso;
  • inoltre, per assolvere il precetto, tornando ad esistere la possibilità di farlo, dovremo obbligatoriamente andare a queste Messe. 
E poi dicono che uno s'incazza.

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