Un'americanata che non è nota a tutti: il debito studentesco per pagarsi il college o l'università (debito particolarmente costoso perché la retta "tutto completo" è raramente inferiore ai diecimila dollari l'anno). Al punto che negli USA è stato necessario introdurre una legge secondo cui il college non può esigere i pagamenti di debiti divenuti "troppo alti" - il che ha messo immediatamente fuori mercato una quindicina di college che erano nati... for profit, cioè al puro scopo di incamerare soldi. Come anche in Italia, la maggioranza assoluta di college e università sono posseduti dai "democratici" sinistrorsi.
Wikipedia indica attualmente 44 milioni di americani, studenti ed ex studenti, aventi un debito medio di 39.400 dollari a cranio, per cui occorreranno anni di attività lavorativa dell'ex studente solo per ripagare quel debito coi relativi interessi (senza contare i vosti della vita, del metter su famiglia, del comprar casa, ecc.), per un totale di 1480 miliardi di dollari, poco meno che l'enorme debito pubblico italiano, e addirittura superiore al debito accumulato dalle carte di credito. La situazione è peggiore per chi abbandona (o viene espulso) dall'università o dal college (cosa che comporta difficoltà nel trovare lavoro decentemente retribuito), perché la parte di debito accumulata va ripagata comunque. È particolarmente infame la clausola legale che non permette di liberarsi del debito attraverso le leggi sulla bancarotta, salvo complicate eccezioni e solo a seguito di un'azione legale.
Il debito studentesco americano può essere "federale" (le rate da pagare possono iniziare dopo 2-3 anni, ma ha alcuni limiti, oppure le rate possono iniziare contestualmente all'inizio degli studi, permettendo debiti più ampi), generalmente con un tasso di interesse del sette per cento, oppure "privato" (le rate si pagano dal momento in cui ci si diploma o si abbandonano gli studi; hanno tassi di interesse più alti). La legge pone un limite massimo di indebitamento, per ora fissato a 138.500 dollari a studente. Già nel 1987 un ministro americano lamentava che il meccanismo del debito studentesco aveva indotto università e college ad aggiungere tutta una serie di servizi e attività sportive ed "educative" al solo scopo di far lievitare i costi della retta.
Il debito studentesco era stato istituito in buona fede nel 1958: i sovietici avevano appena lanciato lo Sputnik nello spazio e gli americani si erano resi conto che studiare materie scientifiche era troppo costoso.
Il debito studentesco è cresciuto costantemente (erano "solo" 406 miliardi nel 2006). Almeno sette milioni di debitori (dato del 2014) erano in difficoltà coi pagamenti, numero tragicamente destinato ad aumentare (quantomeno per il fatto che nella mentalità da perenni indebitati, si dà priorità a spese più urgenti che il servire un debito contratto decenni prima). Questi due fattori suggeriscono che quella del debito studentesco è una "bolla" speculativa pronta a scoppiare. Wikipedia si guarda bene dal parlarne, spostando l'argomento in una pensosa sottopagina piena di latinorum, per evitare che qualcuno cominci a chiedersi in quanti campi ci si è indebitati (cioè spostando i pagamenti al futuro, ai figli, ai nipoti e pronipoti) e chi è che trae vantaggio incamerando interessi.
In aggiunta ai costi medici (la sanità non è pubblica), cresciuti in quarant'anni ad un ritmo otto volte superiore all'inflazione, e al costo della vita, cresciuto a un ritmo cinque volte superiore, è da tempo che si fa notare che il "libero" popolo americano è in realtà un popolo di schiavi indebitati fino all'osso, al punto che il quaranta per cento delle famiglie americane è incapace di far fronte anche soltanto ad una spesa improvvisa di un migliaio di dollari. L'intero sistema educativo americano (insieme a un numero enorme di posti di lavoro) può collassare dando un colpo durissimo alla civiltà della "superpotenza" tale da richiedere non intere generazioni ma secoli per essere ripristinata. E del resto sarebbe la meritata punizione per aver assassinato le classi dirigenti di interi paesi (penso ad esempio all'Iraq, con l'indiscriminata e inutile uccisione di ingegneri, docenti universitari, medici...).
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