martedì 17 giugno 2025

implorando briciole dalla tavolata vaticansecondoide

Il cardinal Burke rivela di aver parlato con Leone XIV implorandolo di «ripristinare la situazione esistente dopo il Summorum Pontificum e persino di sviluppare ciò che papa Benedetto XVI aveva così saggiamente e amorevolmente legiferato per la Chiesa».

Gesto apprezzabilissimo, per carità cristiana, ma mi ha ricordato quel passo del Vangelo dei cagnolini che si nutrono delle briciole che cadono dalla tavola... ma in senso diverso: la sfarzosa tavola vaticansecondista va implorata di lasciar cadere almeno alcune minuscole bricioline di Messa tridentina - come a dire: continuate pure le pagliacciate liturgiche postconciliari, restate pure nella vostra "beatitudine bestiale" liturgico-dottrinale, ma almeno lasciate libertà di celebrare la mai abolita Messa tradizionale. 

Intanto i "segnali positivi" sono tuttora in minoranza rispetto alle perplessità:

https://www.radiospada.org/2025/06/10-atti-di-leone-xiv-sui-quali-riflettere/ 

https://www.radiospada.org/2025/06/leone-xiv-ribadisce-alla-cei-lerrore-vaticanosecondista-di-lumen-gentium/ 

 

Citazione:

...Pensare a Dio e che siamo fatti per Lui è un pensiero troppo profondo per loro. E, esageratamente concentrati sul proprio stato di creatura, non osano alzare lo sguardo verso il Creatore, per piccolezza d’animo, ma anche per comodo. Infatti il misconoscimento della grandezza della natura umana, della sua natura eminentemente spirituale, e quindi in fondo fatta per contemplare Dio, fornisce loro un alibi per gettarsi senza remore in quella che San Tommaso chiama la “beatitudine bestiale”, ovvero nel convincersi che sono più fatti per una beatitudine da porco, da cane o da volpe, che non da essere spirituale, e per mantenere in vita questo “utile” convincimento, che in fondo riduce gli impegni a quelli che hanno in comune con gli animali, bisogna in certo modo volere “non capire niente”.

https://disputationes-theologicae.blogspot.com/2025/06/quando-la-volonta-forza-lintelligenzaa.html


Citazione:

Divenuto pontefice, Ratzinger tornò indietro su tante cose. Visitò le terre di Lutero. Tentò di riassorbire dei fuorisciti anglicani. Andò in viaggio in Turchia, e non si oppose più al possibile ingresso di Ankara in UE (altri tempi, allora era perfino pensabile).

Soprattutto, papa Benedetto XVI parlò più volte del Nuovo Ordine Mondiale, chiamandolo proprio così, per nome, e non per dirne qualcosa di negativo. Nel dicembre 2005, fresco di elezione al Soglio, annunciò in Piazza San Pietro la necessità di un impegno per «l’edificazione di un nuovo ordine mondiale fondato su giusti rapporti etici ed economici». Una definizione che pare uscita dai libri di Klaus Schwab e dell’élite di Davos che vuole celebrare l'avvento dello stakeholder capitalism.

Una volta di più, Ratzinger rimane un enigma. Conosceva, da filosofo acutissimo, la realtà delle cose, al punto da poter divenire perfino profetico: oggi l’uomo è divenuto più che numero, è divenuto codice. La genetica, come ha capito da decenni Bill Gates («Il gene è il software più sofisticato che ci sia»), altro non è che la digitalizzazione della vita biologica, ed è per questo che il marchio della Bestia è genetico – è appunto, un codice, un’espressione informatica, un numero.

La sottomissione dell’umanità alla tecnica, sotto il falso mito del progresso, e l’istinto inconfessato al controllo, altro non poteva produrre che la satanica prigione pandemica globale che Ratzinger, parlando ai seminaristi siciliani, sembrava già ben prefigurare.
https://www.renovatio21.com/la-bestia-e-un-numero-e-ci-trasforma-in-numeri-quando-ratzinger-profetava-contro-lordine-mondiale/


Citazione:

Che cosa volete che pensi di chi sostiene che la crisi della Chiesa è di fatto partita nel 2013? Che fino a Bergoglio andava tutto bene, che il Concilio fu buono, che l’antropocentrismo è buono, che l’ecumenismo è buono, che il liberalismo è buono, che il soggettivismo è buono, che il neo-modernismo è buono?

Il suo sdegno contro Bergoglio è perfettamente legittimo, ma da vaticansecondista incallito padre Faré si rifiuta di capire la crisi profonda della Chiesa, e peggio ancora (e qui inizia il dolo) non vuole farla capire agli altri.
Padre Faré che dà tutta la colpa all’”usurpatore” Bergoglio mi ricorda quei vecchi comunisti che per salvare la loro ideologia davano tutta la colpa della degenerazione sovietica all’”usurpatore” Stalin. Che senz’altro ci aveva messo del suo, ma era un prodotto del comunismo stesso, non diversamente da un Lenin o da un Trotsky. E non era certo un corpo estraneo.
https://www.aldomariavalli.it/2024/10/16/tutta-la-colpa-a-bergoglio-cari-padre-fare-io-non-ci-casco/