martedì 12 luglio 2022

qualche nota sulla cittadella di Casalgrande

(repertorio)

La comunità della "cittadella" a Casalgrande Alto, in una tenuta agricola in provincia di Reggio Emilia, dove don Crescimanno e don Maccabiani celebrano la Messa tridentina, è salita agli onori delle cronache perché vescovo e curia sono scesi sul piede di guerra:

  • il Crescimanno, originario del modenese, ha un passato un po' burrascoso ed è tuttora incardinato nella diocesi molisana di Isernia-Venafro (link), dalla quale pare risulti assente da quasi una ventina d'anni avendo girovagato avviando comunità e diretto parrocchie in diversi luoghi (esempi: Umbria, Marche); è anche autore di parecchi articoli (pubblicati ad esempio su Il Timone e LNBQ);
  • il sopracitato don Maccabiani a suo tempo era entrato in una delle sfortunate comunità via via fondate dal Crescimanno (link);
  • la diocesi ha minacciato procedure canoniche (link) ma a dispetto dei titoloni strillati dai giornali è improbabile che un provvedimento di sospensione a divinis (o addirittura una scomunica, resterebbe da capire su quali basi) arrivi tanto presto. Tanto più che la lettera che li ha sconvolti è... "non firmata". Sic. E l'unica firmata, porta la firma di laici.

Non basta essere "perseguitati da Roma a causa della Messa tridentina" per essere automaticamente considerati degli eroi:

  • la celebrazione del Crescimanno e del Maccabiani segue davvero fedelmente l'editio typica del 1962 del Messale Romano? il dubbio è lecito perché il Crescimanno è sempre stato un sostenitore del cosiddetto Messale del 1965 (il Messale che non entrò in vigore ma che già conteneva vaste riforme "del Concilio"), addirittura scrivendone un libro apologetico (La riforma della riforma liturgica);
  • anche tante bizzarre comunità scismatiche (ad esempio quelle che seguono antipapi) promuovono una catechesi ortodossa, senso del sacro, santificazione personale;
  • si rileva poi un'ambiguità nella ricerca di una regolarizzazione col vescovo e con la diocesi; da un lato è impossibile (a causa di Traditionis Custodes, Desiderio Desideravi, ecc.), dall'altro, andrebbe regolarizzata anche la posizione "geografica" (i preti dovrebbero operare nelle diocesi dove sono incardinati, no?)
  • anche di fronte al penoso stato della Chiesa oggi non si può avere il piede in due scarpe. O si è sottoposti alla gerarchia (con tutte le rogne che ne conseguono, come ben sanno i gruppi stabili Summorum Pontificum), o ci si assume la responsabilità delle proprie scelte (il Crescimanno tornerebbe a Isernia se il vescovo di Isernia-Venafro glielo ingiungesse?);
    • sì, lo sappiamo tutti che curie e vescovi sono fulminei nell'applicare regole contro i "tradizionalisti" e molto meno fulminei nell'accorgersi di eresie propalate dagli altari, di propaganda LGBTP spacciata per magistero, eccetera;
    • sì, lo sappiamo tutti che certi bei gruppi Summorum Pontificum consistono in una celebrazione infrasettimanale/mensile e poco altro (laddove una messa festiva in orario decente sarebbe veramente il minimo sindacale);
  • chi conosce il Crescimanno sa che le stesse cose che ha detto nella recente intervista (video) sono le stesse che diceva quando promuoveva il "Messale del '65". Che sia la sua ennesima Nuova Comunità destinata al fallimento?

Nessun commento:

Posta un commento

Su questo blog diversi amici suggeriscono notizie e documenti relativi alla fede cattolica e alla Chiesa. Si tratta per lo più di materiale già pubblicato su altri siti web.

Sono gradite segnalazioni, correzioni, precisazioni, rettifiche (purché documentate) e commenti in tono civile. Tutto il resto non è gradito.

I vostri commenti sulle vecchie pagine vengono pubblicati generalmente dopo 24-48 ore.