sabato 4 giugno 2016

nuova stangata burocratica sulla rimozione dei vescovi

Notizia 1: il lugubre e ambiguo Müller ha dichiarato che la Fraternità San Pio X per poter rientrare formalmente nella Chiesa Cattolica deve riconoscere senza riserva e pubblicamente l'obbligo dell'ecumenismo:

http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV1533_Pentin_Muller_si_aspetta_dalla_FSSPX.html

Bisogna essere un po' tonti per illudersi che il Papa dichiaratamente persecutore dei Francescani dell'Immacolata faccia rientrare la FSSPX senza trabocchetti, insidie e trappole, "unilateralmente", lasciandola libera di agire.

Intanto gli anni passano, e si avvicina il momento in cui la Fraternità avrà bisogno di un nuovo vescovo. Cioè il momento in cui Fellay si troverà nei panni del Williamson che ha espulso - cioè negli stessi panni del Lefebvre.


Notizia 2: con la scusa del combattere gli abusi sessuali, è arrivata stamattina una nuova stangata burocratica sui vescovi, che potranno essere rimossi se a giudizio del Competente Dicastero Vaticano avranno:
«posto od omesso atti che abbiano provocato un danno grave ad altri, sia che si tratti di persone fisiche, sia che si tratti di una comunità nel suo insieme. Il danno può essere fisico, morale, spirituale o patrimoniale».
Le decisioni entreranno in vigore fra tre mesi, il 5 settembre 2016:

http://press.vatican.va/content/salastampa/it/bollettino/pubblico/2016/06/04/0404/00936.html

Detta così sembrerebbe perfino una cosa buona.

Il problema che le anime belle si sforzeranno di non notare è che quando si legifera in fretta potete star certi che non solo c'è qualcosa di grosso che bolle in pentola (scandali in arrivo), ma anche del fatto che la burocrazia clericale coglie la palla al balzo per accrescere e perpetuare sé stessa.

Che senso ha quella lettera?
Il Diritto Canonico fino a ieri era manifestamente insufficiente?

Che senso ha quella lettera?
Il numero di vescovi pasticcioni è aumentato esponenzialmente?

In entrambi i casi la lettera agisce sui sintomi anziché sulle cause.

Cioè, dopo che per parecchi decenni sono stati eletti vescovi solo i più fervorosi fedelissimi del Concilio Vaticano II (a costo di mettere in squadra soggetti ambigui, carrieristi, affaristi, e soprattutto donabbondieschi), all'improvviso diventa necessario legiferare che per gravi cause (ma il CJC non lo diceva già?) si possono rimuovere i vescovi (ma il CJC non lo prevedeva già?), e che le gravi cause possono anche essere patrimoniali (ma il CJC le aveva mica ignorate?)

Data l'ampia interpretabilità dei danni morali, spirituali, patrimoniali, ecc. che si possono compiere facendo o omettendo, l'unica vera utilità di quella lettera è il trasformare i vescovi in impiegati rimuovibili a piacere qualora sgraditi all'apparato burocratico ecclesiale (per capire cosa significa, pensate per esempio ai parroci ampiamente cazziati dal Vicario Generale perché non avevano esposto nella bacheca della parrocchia i ridicoli manifestini inviati dalla Curia, e alla lenta ma inesorabile cascata di conseguenze).

Ossia rendere i vescovi meglio ricattabili dall'apparato e ancor più schiavi del politically/clerically correct.

La gerarchia cattolica, grazie al Vaticano II, diventa dunque composta da impiegati pensionabili e licenziabili:
  • preconcilio: parroco "a vita"; postconcilio: la nomina a parroco dura 9 anni;
  • preconcilio: vescovo "a vita"; postconcilio: dimissioni a 75 anni, rimuovibile;
  • preconcilio: Papa "a vita"; postconcilio: rassegna le dimissioni.*

* Bergoglio compie 80 anni il prossimo 17 dicembre 2016. Tre anni fa si era lasciato sfuggire che nel 2017 avrebbe rassegnato le dimissioni (un altro "papa emerito"). Ricordiamo che Gänswein parlava delle dimissioni di Benedetto XVI come l'istituzione di un collegio di "papi emeriti", un «ben ponderato passo di millenaria portata storica».

Benvenuti nella Chiesa Cattolica S.p.A.: ricordiamo ai gentili visitatori l'Obbligo dell'Ecumenismo, altrimenti non potete entrare.

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