Il cardinale Biffi identificava nella «cosmolatria» la forma di idolatria più clamorosa del nostro tempo. Essa – diceva – «fa tanto più spicco in quanto stride con tutta la consuetudine linguistica dell’ascetica tradizionale: la “fuga dal mondo”, la “rinuncia al mondo”, il “disprezzo del mondo” dai primordi del cristianesimo fino a pochi anni fa sono stati temi classici della riflessione e della predicazione; ebbene, di essi nelle comunità cristiane di oggi non si trova più traccia. Al loro posto si propone l’“inserimento nel mondo” e perfino il “servizio del mondo”».(R.D.B.)
Sicché – continua Giacomo Biffi – «si ha l’impressione che i due vocaboli “mondo” e “Chiesa”, rispetto all’uso di prima, si siano semplicemente scambiati di senso. Si implora sempre infatti che la Chiesa capisca, riconosca, si converta, abbandoni il suo egoismo e la sua volontà di potenza ecc.; e per conto si prega perché il mondo venga riconosciuto e appagato nelle sue aspirazioni, aiutato nelle sue necessità, esaltato nei suoi valori. Ad ascoltare certe celebrazioni del mondo viene da domandarci perché mai a Gesù Cristo sia venuto in mente di fondare la Chiesa, peggiorando notevolmente le cose».
Una visione russa dell’attacco
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Dunque, secondo le migliori tradizioni occidentali, verso le 4 del mattino
ora di Mosca — proprio mentre la Russia commemorava i caduti della Grande
Guer...
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