Poco dopo giunse Benedetto XVI, e in ognuno di quei giorni del 2005-2006-2007 ci svegliavamo al mattino in attesa della liberalizzazione della Messa tridentina. Quando a giugno 2007 corse voce che era cosa fatta, prendemmo a consultare ogni giorno il sito web del Vaticano sperando di trovarvi l'attesissima sorpresa.
Infine, dopo infiniti rinvii e persino un falso allarme, sabato 7 luglio 2007 festeggiammo il Summorum Pontificum, e la mattina successiva, andai a servire la Messa delle otto bardato di tutto punto (attraversando le vie del paese in talare, fascia e saturno), che fu senza dubbio il modo più valido per far capire ai fedeli come avrebbero dovuto valutare quel motu proprio e le immancabili polemiche che ne sarebbero seguite.
La montagna aveva partorito il topolino e ne fummo persino felici perché era il primo topolino visto in controtendenza dall'inizio dell'eutanasia ecclesiale vaticansecondista.
Ci presentammo dal vescovo per fargli sapere, rispettosamente ed ossequiosamente, che ci saremmo avvalsi dei diritti (ri)stabiliti dal Summorum Pontificum. Ci ricevette solo dopo parecchi mesi - era sempre in altre faccende affaccendatissimo, poverino, pur essendo a capo solo di una piccola diocesetta scalcagnata - e ancor prima di darci il buongiorno ci ammannì un'interminabile professione di fede nel vaticansecondismo, contro le divisioni portate dai fedeli, e tutto il latinorum del caso (avrà pensato che avevamo una telecamera nascosta per pubblicare su youtube qualcosa di preconciliare che gli avrebbe rovinato la carriera?), per infine aggiornare la seduta alle calende greche, e diramare attraverso terze persone l'incarico di convertirci prima alla Novus Ordo e farci un esame di latino, propedeutici alla parziale concessione di ciò che per documento pontificio ci spettava.
Dire che in diocesi siamo stati letteralmente perseguitati per la nostra tranquilla adesione alla liturgia tridentina, it's a bit of understatement. Ogni scusa era buona per terrorizzare (clericalmente, a suon di sottintesi giulivi e sorridenti minacce) l'unico sacerdote che si era reso disponibile (dal 2007 ancora non troviamo un possibile sostituto), o per toglierci la chiesa, o per imporci orari e normative assurde, o per mescolarci con realtà liturgicamente discutibili... Era chiaro che il nemico ci voleva prendere per estenuazione.
Indi arrivò la doccia fredda delle dimissioni ratzingeriane e l'ingresso trionfale del Bergoglio. La prima cosa che ci diedero a capire i sorridenti vaticansecondisti curiali fu che i nostri giorni erano contati. La nostra fortuna fu che i gruppi Summorum, benché scarsini ovunque, avevano comunque sufficiente massa critica da non poter essere spazzati via da un giorno all'altro. Ma chiunque abbia avuto a che fare col gesuitismo gesuitogeno gesuitante conosce bene il suo trucco principale: lasciar trapelare la notizia di una catastrofe, lasciar discutere (e addirittura incoraggiare) le discussioni sull'imminente catastrofe, procrastinare ripetutamente l'arrivo della catastrofe... e alla fine, quando tutti sono almeno rassegnati alla catastrofe, creare la catastrofe che avevano pianificato sin dall'inizio.
In questo caso sono stati persino fortunati, visto che quando il gruppetto stabile era già allo stremo delle forze arrivò la nuova religionekovidiota con tutte le opportunità graditissime al modernismo gesuitico ("comunione sulle mani e coi guanti e l'igienizzazione", "Messa su youtube", "divieto di inginocchiarsi", "limitazioni drastiche dei posti in chiesa"...).
Mons. Viganò spiega meglio la situazione (triste l'epoca in cui è un isolato cardinale a dire ciò che dovrebbe invece dire il successore di Pietro):
https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2021/06/res-novae-intervista-mons-vigano-sulla.html
Altri articoli per non dimenticare:
https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2021/06/a-che-punto-e-il-piano-del-papa-per.html
https://chiesaepostconcilio.blogspot.com/2021/06/le-restrizioni-sul-summorum-non-sono.html
Intanto, alcuni si rifugiano speranzosamente nell'idea che Benedetto XVI possa presto tornare alla riscossa come il Grande Mazinger e rimettere tutto in ordine (hanno pavidamente dimenticato che Benedetto XVI è come minimo un vaticansecondista convinto, cioè che rifiuta l'unica cura efficace: quella di mandare in soffitta il Vaticano II e la pseudoriforma liturgica; non è che si può venire a patti col tumore: va estirpato e basta):