giovedì 25 maggio 2017

Manchester e la carenza di disincanto

È facile - e persino giusto - condannare violenze e attentati, dichiarare che non dobbiamo farci impaurire, invocare il Signore e ricordarci di essere in rapporto con l'Infinito, ecc... Ma è ancora più facile cadere nella sterile ripetizione del dogma-mantra degli «attentati islamici», come se oggi ogni bomba, ogni pallottola, ogni coltellata, fossero automaticamente addebitabili all'islam (ne ho ironizzato ieri prendendo alcune notizie di giornata da Il Mattino).

È tutto un circolo vizioso: la paura degli attentati islamici, figlia della paura dell'invasione islamica, figlia della paura di mettere al mondo figli, figlia della mancanza di speranza e di fede.

Ai cattolici televisionati manca un po' di sano disincanto sulle vicende mondane.

Per questo i cattolici oggi vivono con la terribile ossessione del «di cosa dobbiamo preoccuparci oggi?» ereditata da decenni di pancia piena e di titoli di telegiornale.

Per cui chi considera quell'attentato meno significativo di una processione di riparazione al gay pride viene considerato un eccentrico, un fissato, un "ideologico", proprio dalle stesse persone che si sdegnano quando il non certo encomiabile Bergoglio adopera le stesse etichette dispregiative nei confronti di qualche categoria di cattolici.

A distanza di tanto tempo, è storicamente confermato che la Maddox, Pearl Harbour, il Lusitania, la Maine (tanto per citare i più famosi), furono vittime sacrificali offerte a qualcuno che certa propaganda aveva deciso di promuovere a "il nemico crudele che ci aggredisce".

Tanti -troppi!-, anche cattolici, per carenza di disincanto hanno rapidamente abboccato all'esca del momento (come quella delle vittime gemelle sacrificate nel 2001), illudendosi che la professione di fede implichi il dover dire qualcosa sulle mode del momento, cioè sul "dibattito" del momento, cioè sugli slogan profusamente distribuiti dai media che compongono tale "dibattito".

Il cattolicume imborghesito è prontissimo a far cagnara sugli attentati più o meno "islamici" («bof, chi sei tu per dubitare delle Sacre Notizie degli Infallibili Telegiornali?»), ormai indifferente a cose come la strage degli innocenti che ha appena cominciato il suo quarantesimo anno (diecimila bambini uccisi al mese solo in Italia, naturalmente a spese di noialtri contribuenti, e dobbiamo perfino essere contenti perché alla fine degli anni '70 la media era il doppio) e alla riduzione della liturgia a spettacolino sacro autogestito.

3 commenti:

  1. Qualcuno non ha capito che il secondo paragrafo va letto così:

    - se uno non ha fede, non ha troppa intenzione di accettare il dono della vita

    - chi rifiuta di aver figli, vede in pericolo le comodità e pertanto ha urgente bisogno di etichettare tale pericolo. Per esempio lamentando l'invasione islamica (che è sì un fatto, ma è conseguenza anzitutto della volontaria eutanasia di questa società)

    - chi ha paura dell'invasione islamica ha automaticamente un gran terrore degli attentati islamici che, ad oggi, hanno fatto in Italia un totale di zero morti e zero bombe.

    Infatti ad un popolo che non vuol crescere ma decrescere torna troppo comodo mettere etichette straniere alle proprie paure.

    Non c'è bisogno di far fatica per dimostrare che l'Italia fa sempre più suoi i "valori giudeocristiani dell'occidente giudeocristiano", cioè divorzio, aborto, droga, omosessualismo e gender, pornografia, sommo disprezzo della castità e del pudore, spalancamento di porte agli "immigrati", ecc.: un vero suicidio della civiltà.

    Il sottoscritto parte dal presupposto che se un paese premia tali "valori", vuol dire che desidera semplicemente smettere di esistere.

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    1. Televisionato non è sinonimo di modernista.

      Televisionato significa bramoso di prendere posizione sulle notizie del giorno. Cioè di farsi dettare l'agenda.

      È indifferente che tale posizione sia pro o contro l'islam, pro o contro Bergoglio, pro o contro qualche verità di fede. Infatti non parlavo delle singole posizioni prese, ma del fatto di farsi dettare l'agenda da qualcosa di esterno.

      Uno può anche rispondere in modo cattolicissimo al 100% delle provocazioni esterne e però continuare a farsi dettare l'agenda: "a quale provocazione debbo rispondere oggi?"

      Cioè essere uno che vive solo di reazioni. Cioè uno bramoso di farsi dettare l'agenda dai padroni del discorso.

      Cosicché questi ultimi decidono cosa si può pensare e cosa no, decidono di cosa bisogna essere ossessionati e cosa si può comodamente ignorare.

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    2. Postilla 1: il "pericolo islamico", ad oggi, in Italia ha fatto zero morti. Gli ossessionati dal "terrorismo islamico" tireranno tutti un enorme sospiro di sollievo qualora dovesse avvenire il primo attentato italiano: "aah! finalmente possiamo dire che l'Islam uccide italiani innocenti in Italia! evviva! finalmente possiamo dire che avevamo ragione! finalmente abbiamo uno straccio di prova a sostegno dei nostri argomenti!"

      Postilla 2: in Italia si contano più duecento morti mensili per incidenti stradali (buona parte di tali morti è innocente). Più di seicentocinquanta morti mensili per incidenti domestici (gran parte di tali morti è innocente). Più di diecimila bambini uccisi ogni mese dall'aborto (il cento per cento di tali morti è innocente). Ma a togliere il sonno ai suddetti ossessionati è il pericolo di "attentati islamici" nei quali perderanno la vita delle persone innocenti.

      Postilla 3, contro coloro che sputano sentenze appigliandosi a qualche termine che hai usato impropriamente a causa della fretta: non c'è bisogno di professarsi esplicitamente juventini se si gioisce ad ogni goal della Juve, specialmente se su rigore inesistente.

      Postilla 4: il saggio indica la luna e lo stolto guarda il dito. Il dibattito sugli attentati famosi sopra citati meritava a suo tempo uno sguardo diffidente e disincantato, non la brama di prendere posizione (favorevole o contraria che sia).

      Quegli episodi a loro tempo erano stati presi per dogma ("come fai a non prendere posizione su queste ultime notizie?!") e sono risultati in gente che ci ha investito la vita (chi non si sarebbe arruolato contro i cattivissimi nemici che hanno fatto quell'«odioso attentato»? chi non avrebbe prestato la propria voce per dire "armiamoci e partite"?).

      Salvo poi, decenni dopo, vedere che la tanto accattivante Narrativa Ufficiale può essere messa in dubbio e anche un po' rettificata, quando ormai non sia più politicamente sconveniente fare certe ammissioni.

      Per questo lamento la carenza di disincanto.

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