giovedì 22 febbraio 2018

dossier: "We Wuz Kangz - The Movie"

Sto seguendo il furioso dibattito americano sul film della Marvel Black Panther che grazie ad una genialata di marketing viene spacciato come il riscatto dei negri, come la gradevole fiction del supereroe negro in una nazione africana negra ("Wakanda") tecnologicamente avanzatissima perché non ha subìto l'oppressione dei malvagi bianchi, e quant'altro.
Film western del 1975
Nota: l'estenuante maratona del politically correct nel bandire i termini "negro", "nigger", "nigga", "colored", ecc., è sempre stata fallimentare. Tra loro i negri americani si apostrofano allegramente con "nigga". Com'è che se uno dice "negro" viene definito razzista, mentre se un negro dice "negro" è solo un gioviale saluto tra negri?
Il film Black Panther. al di là della fumettistica trama, è in realtà un'accozzaglia di luoghi comuni tale da far gioire il più rabbioso razzista dei suprematisti bianchi: i protagonisti vanno in giro con la lancia anche quando fanno la spesa (come se un italiano andasse sempre in giro con lupara e mandolino), i grattacieli hanno il tetto di paglia (ingegneria futuristica, eh?), la religione è un paganesimo che adora quattro bestie, l'elezione del re (monarchia assoluta) avviene con combattimenti all'ultimo sangue tra i rappresentanti delle singole tribù (ordalia), tutta la tecnologia e la scienza dipendono da un meteorite caduto lì per caso (sarebbe come dire che i sauditi sono ottimi chimici perché si ritrovano seduti su un mare di petrolio) e dal fatto di mandare i rampolli delle migliori famiglie a studiare nelle migliori università bianche mondiali (cioè assenza totale di cultura locale)...

"ke kosa? un tetto di paglia? su un grattacielo futuristico?"
Ma lasciamo perdere, e vediamo alcuni dei luoghi comuni sui negri che il film (più o meno involontariamente) evoca.


L'espressione "we wuz kangz" significa "noi eravamo re" (la figura del negro è quella dell'ignorante incapace persino di parlare correttamente l'inglese anche quando è la sua lingua nativa: we were kings diventa prima we was kings, quindi we was kingz, poi we wus kingz, infine we wuz kangz). "Eravamo re" perché una puntata del National Geographic ha ipotizzato che i progenitori degli antichi egizi fossero neri, per cui ogni volta che il tipico negro si sente trattato da inferiore ribatte "sì,  ma noi eravamo re". "Eravamo re" e voi bianchi ci avete tolto il regno e la dignità: tipico esempio di razzismo dei neri contro i bianchi che però non viene mai condannato dal politically correct attualmente in vigore.
Negozio di abbigliamento
"Niggers", in Malawi
Il politically correct contemporaneo - isterico e permaloso fino all'inverosimile - crede che per dare diritti e dignità basti distribuire "quote rosa", "quote etniche", "quote diversità". Tutti diritti e nessun dovere, tutti premi e nessun lavoro per meritarseli, tutto godimento e nessun impegno concreto, tutto e subito anziché guadagnarselo a poco a poco come gli altri... E infine, dev'essere sempre per forza colpa dei "bianchi" se i diversamente colorati, lungo migliaia di anni, non hanno saputo andare al di là della lancia e del tetto di paglia. Sarà davvero "razzismo" l'ironia per esprimere questi concetti?
(nda: sono sicuro che nessun lettore si accorgerà del presente paragrafo).
Ecco allora Black Panther che degusta un'anguria di cui ogni negro è ghiottissimo. Questo sì che è un supereroe in cui una persona di colore può immedesimarsi:



Black Panther piange perché con la distruzione del locale Kentucky Fried Chicken non può più comprare le fritturine di pollo di cui ogni negro è ghiottissimo:


Sobborgo africano - notare la nettissima somiglianza coi tipici accampamenti di zingari sparsi per l'Italia (evidentemente ciò che nelle vignette è attribuito ai negri è altrettanto valido per altre categorie di persone):


Prima dell'uscita del film era stata organizzata qualche proiezione in anteprima riservata esclusivamente a persone di colore (miracoli del politically correct). Uno dei presenti - una persona di colore - ha pubblicato sui social network una foto che mostra che al termine della proiezione tutte le persone di colore presenti salutavano con orgoglio il film. La foto ha avuto diffusione virale e... commenti salaci. Esempio:
"Immagina che la tua razza abbia storicamente realizzato così poco da dover ricorrere all'odio razziale per un film di supereroi basato su un fumetto scritto da ebrei":

Ovviamente non sono mancati i fotomontaggi, a partire dalla coppetta di fritture di pollo del KFC:


Sul serio: Una petizione riguardo al film Black Panther chiede alla Marvel di donare il 25% degli incassi di botteghino alle comunità nere:



"Costoro erano re e questo era il loro palazzo reale": con leggerissima allusione al fatto che civiltà di molti millenni fa hanno lasciato opere architettoniche ammirabili ancor oggi, mentre certe "civiltà" - per lo più africane - sono ancor oggi letteralmente raffigurabili così (per la gioia di produttori di enciclopedie e documentari):


"La dura realtà":


La dura realtà (con citazione del film "Ritorno al futuro"):


Il politically correct (cioè l'attitudine suicida della Civiltà Giudeocristiana dei Valori Giudeocristiani) è profondamente razzista, perché crede che il colore bianco della pelle renda automaticamente oppressori dei diversamente colorati.


Naturalmente il politically correct è insaziabile: il povero bambino diversamente etnico dotabile di sola maglietta approssimativa made in China guarda con tristezza e invidia il bambino bianco e biondo (ariano) che può permettersi tutto l'armamentario di gadget per identificarsi col supereroe del momento (il mercato è razzista! i bianchi sono razzisti per il solo fatto di esistere! esproprio proletario! rivoluzione!):


Divagazione conclusiva: la BBC inglese (sì, proprio la BBC) da un po' di tempo pubblica notizie tradotte nell'inglese dei negri ("pidgin"): "Why dem dey call Hurricane human being name":
  • dem = "them", "quelli/quelle" generalmente usato come aggettivo dimostrativo, ma in questo contesto è da tradurre con "quella roba" (accusativo)
  • call = "chiamano", suona un po' troppo infantile, in inglese andrebbe usato un verbo più preciso come label ("etichettano"), assign ("assegnano")
  • dey = "they", "loro", perché la parlata negra praticamente non prevede verbi all'impersonale
  • human being = "essere umano", perché people è al plurale e nella parlata negra confonderebbe le idee sul numero di nomi
  • "Perché quelli chiamano l'uragano con un nome di essere umano"
Da non confondere con i dialetti italiani, con cui si possono esprimere concetti astratti, usare verbi impersonali, etc. Notizie BBC in pidgin.

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